23 Luglio 2015, 13:44
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PALERMO – Cellulari di ultima generazione, computer, impianti stereo, televisori. Ma anche tabacchi, biglietti della lotteria, ticket del Gratta e vinci. La banda dell’hi-tech dello Zen sgominata all’alba da un’operazione congiunta tra la polizia e i carabinieri, non si lasciava sfuggire nulla. I diciassette arrestati durante il blitz “Overall” ripulivano i negozi e non lasciavano niente al caso.
Ogni colpo veniva pianificato con largo anticipo, e dopo numerosi sopralluoghi e “bonifiche” dei luoghi, la banda decideva di passare all’azione. Gli inquirenti hanno definito il modus operandi dell’organizzazione come “raid simil-militari”, durante i quali non veniva trascurato alcun dettaglio. Tra capi e manovalanza, ad agire era una sorta di esercito pronto a tutto. Basti pensare che in alcuni casi la banda al cui vertice c’erano Massimiliano Branzino e Francesco Paolo Marchione, veri e propri coordinatori di ogni colpo, i cancelli delle aree in cui si trovano i negozi venivano bloccati con la colla per guadagnare tempo nel caso in cui fossero arrivate le forze dell’ordine.
Escamotage che avevano permesso ai malviventi – tutti disoccupati che, in base alle indagini, vivevano di furti – di mettere a segno almeno ventuno colpi. “Macinavano” chilometri in autostrada, attraversavano strade statali in piena notte per raggiungere paesi dell’entroterra siciliano. Il loro raggio di azione era molto ampio. In provincia di Palermo, ad esempio, è finito nel mirino il negozio di elettrodomestici e informatica “Cascino Expert” che si trova a Lascari, per ben cinque volte preso d’assalto dalla banda dello Zen. Due colpi sono andati in fumo, mentre in altri tre casi i malviventi erano riusciti a fuggire con bottini che ammontano ad almeno centomila euro.
In città ad essere passata al setaccio, invece, è stata una scuola, l’istituto tecnico commerciale “Gaetano Salvemini”, da cui sono stati rubati tredici computer Apple, tutti successivamente piazzati nel mercato nero per un realizzo economico immediato. Tra i furti dell’organizzazione dello Zen, anche quello all’Euronics di Capo d’Orlando, in provincia di Messina, per un bottino da settantamila euro e quello al centro commerciale “Keidea”, in via Caduti Nassirya a Castelvetrano, nel Trapanese. E ancora tre colpi a Campofelice di Roccella, Enna e in una tabaccheria in provincia di Messina.
Non aveva limiti geografici la banda dell’hi-tech. Si muoveva in piena notte e sognava di fare il colpaccio. Bronzino e Marchione, pregiudicati come il resto degli arrestati, avevano un’ossessione: quella di mettere a segno un mega furto nei negozi di via Ugo La Malfa, regno dell’alta tecnologia e punto di riferimento per i palermitani che fanno acquisti nel settore. Una sfilza di grandi centri commerciali dove gli scaffali sono pieni di prodotti di ultima generazione, faceva gola all’organizzazione che, pur avendo la propria base operativa a poca distanza da quella zona, non è riuscita a concretizzare uno dei progetti che, probabilmente, sarebbe stato tra i più redditizi. “Durante le indagini – spiega il dirigente del commissariato di Cefalù, Manfredi Borsellino – abbiamo intuito che quella zona era nei loro piani. Più volte i componenti della banda hanno parlato dei negozi di via Ugo La Malfa con fare ossessivo, avrebbero voluto colpire quanto prima. Abbiamo così monitorato per molto tempo quell’area, effettuato i pedinamenti degli indagati e siamo riusciti ad evitare l’ennesimo furto”. In totale, i colpi sventati grazie all’attività investigativa, sono stati almeno tredici nell’arco di un anno e mezzo.
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23 Luglio 2015, 13:44