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Europa, Dop, Igp e acque reflue: c’è l’accordo, cosa prevede

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12 Aprile 2024, 07:39

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BRUXELLES – Sul futuro della politica Ue di coesione “alcune idee stanno già emergendo” tra cui “la necessità di coinvolgere i partner sul campo, di accelerare la realizzazione e di collegare le riforme agli investimenti: in poche parole, ridurre gli oneri amministrativi e massimizzare l’impatto”. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aprendo i lavori del nono Forum sulla coesione in corso a Bruxelles, parlando della politica di coesione post 2027 su cui la Commissione europea ha già avviato un dibattito. “Se continuiamo a innovare, a modernizzarci e a tirarci su a vicenda, noi europei continueremo a realizzare la promessa di un’Unione più equa”, ha aggiunto von der Leyen, ricordando che la politica di coesione “è stata concepita” con l’idea di mobilitare “investimenti a lungo termine per la connettività, la resilienza e il tessuto sociale delle regioni europee”.

Le acque reflue

Allineare il trattamento delle acque di scarico agli obiettivi del Green Deal: con 481 voti favorevoli, 79 contrari e 26 astensioni, il Parlamento europeo ha confermato l’intesa politica con i governi per rivedere le norme in materia di gestione delle acque e di trattamento delle acque reflue delle città. L’accordo raggiunto a gennaio prevede che, entro il 2035, le acque di scarico delle città dovranno essere sottoposte a un processo di rimozione di materia organica biodegradabile prima di essere scaricate nell’ambiente, in tutti gli agglomerati con più di mille abitanti. Entro il 2039, il trattamento terziario (ovvero l’eliminazione dell’azoto e del fosforo dalle acque) sarà applicato in tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue che coprono 150mila abitanti equivalenti mentre per il cosiddetto trattamento quaternario – cioè l’eliminazione di un ampio spettro di microinquinanti – sarà obbligatorio entro il 2045. I Paesi dell’Ue saranno tenuti a promuovere il riutilizzo delle acque reflue trattate provenienti da tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, in particolare nelle zone soggette a stress idrico. La presenza di inquinanti chimici nelle acque, comprese le cosiddette ‘sostanze chimiche eterne’ (Pfas) e le microplastiche sarà “rigorosamente monitorata”, anche se non è previsto alcun obbligo specifico.

Dop e Igp

“Con la firma del nuovo regolamento Ue sulle Indicazioni Geografiche, alla presenza della Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e della Presidenza belga del Consiglio, parte ufficialmente il count-down per mettere a disposizione dei nostri agricoltori e produttori di Dop e Igp nuovi strumenti che li renderanno ancora più competitivi e tutelati: è infatti prevista entro la fine di aprile la pubblicazione in gazzetta ufficiale e, venti giorni dopo, la definitiva entrata in vigore”. Così Paolo De Castro, relatore per l’Eurocamera del nuovo testo unico sulla qualità europea, annuncia gli ultimi passi procedurali prima dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento. “Trent’anni di investimenti e riforme delle nostre politiche agricole – sottolinea l’eurodeputato Pd – hanno portato alla creazione di una vera politica di qualità, decisiva nel rendere la nostra filiera agro-alimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità del cibo e sostenibilità dei processi di produzione, anche grazie a un modello unico di tutela, gestione e promozione di tanti prodotti sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio. Questa riforma non può rappresentare un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova fase di sviluppo delle filiere DOP e IGP: esistono infatti potenziali di crescita enormi se i nostri produttori di qualità sapranno sfruttare al meglio quanto tracciato con questo Regolamento”. “Nel frattempo, però, l’Unione non può rimanere a guardare. Per questo – conclude De Castro – sono già iniziate le prime riflessioni sulla creazione di un piano d’azione europeo per le Indicazioni Geografiche, sulla scorta di quanto fatto con il settore biologico, che potrà ulteriormente supportare e consolidare un patrimonio non de-localizzabile e che coinvolge milioni di operatori a livello europeo”.

Il commento

“Siamo qui a chiedere al Parlamento europeo di rivedere la posizione sull’applicazione della direttiva Bolkestein” nei confronti del settore degli ambulanti. “Il governo che sta interloquendo con la Commissione europea e crediamo che l’interlocuzione sarà positiva. Siamo qui a gettare un seme che germoglierà nel tempo”. Lo ha detto il segretario nazionale Ugl-Ana associazione nazionale degli ambulanti, Marrigo Rosato, a margine di una conferenza organizzata a Bruxelles dagli eurodeputati della Lega Anna Bonfrisco, Matteo Adinolfi e Paolo Borchia sulla direttiva Bolkestein. “Rappresentiamo il dramma di 160mila aziende, piccole attività ambulanti che stanno subendo la crisi del settore. Negli ultimi cinque anni 34mila aziende hanno chiuso la loro attività”, ha evidenziato Rosato, appellandosi all’Europa affinché “corregga la rotta” che include il mondo degli ambulanti nell’ambito di applicazione della direttiva, “salvaguardando la categoria che sta soffrendo”.

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12 Aprile 2024, 07:39

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