20 Aprile 2019, 13:35
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Presentate le liste, è partito lo sprint della campagna elettorale per le Europee. E le grandi manovre sono in corso dentro i partiti per dare vita a cordate, sfruttando anche la possibilità di dare una preferenza multipla (ma necessariamente con alternanza di genere).
In Forza Italia i deputati regionali e nazionali hanno fatto endorsement per Giuseppe Milazzo, candidato fortissimamente voluto da Gianfranco Miccichè. Sì, ma chi voterà per Silvio Berlusconi? L’etichetta vuole che in questi casi, quando il leader scende in campo nel collegio, nessuno debba prendere un voto in più di lui. Il Cavaliere corre in doppietta con Gabriella Giammanco, numero due della lista. I miccicheiani dovranno spingere quindi una tripletta, con il capogruppo all’Ars, per blindare il primato del Cav. O alla fine si rischierà un certo imbarazzo.
Salvatore Cicu proverà a sommare come cinque anni fa la sua base sarda con i voti dei suoi amici siciliani. Come Pippo Fallica, che fu molto attivo nella campagna delle scorse Europee. Una mano arriverà anche da ambienti di Diventerà Bellissima, senza ufficialità, tra Palermo e Catania. Anche i forzisti più vicini a Tajani come Gaetano Armao e Giusy Bartolozzi lo voteranno con Berlusconi e Giammanco. qualche altro voto in chiave anti-Micciché potrebbe arrivare da Catania.
Saverio Romano ha mobilitato i suoi amici del Cantiere Popolare. Ha il sostegno anche di Roberto Lagalla con la sua Idea Sicilia. E un po’ di Udc darà una mano al politico democristiano, soprattutto su Catania (raccontano di un Giovanni Pistorio molto attivo). Chissà che non arrivi anche un patto con gli autonomisti lombardiani, che decideranno il da farsi martedì prossimo a Palermo. Della partita sono anche alcuni ex alfaniani, che stanno consolidando da tempo il rapporto con Romano (ma occhio alle possibili mosse di Tajani da quelle parti). Sul centrista potrebbero convergere anche forzisti ribelli in chiave anti-miccicheiana (non rimane molto dopo l’addio di Pogliese & C.), occhio ad esempio a Messina.
L’Udc ha un candidato ufficiale che è Dafne Musolino, assessore di Cateno De Luca. La candidata messinese, da tenere d’occhio, può uscire forte dalla città dello Stretto. Su di lei possono congiungersi ambienti centristi di varia estrazione, come Sicilia Futura di Beppe Picciolo che si muove in quella direzione. Votano Musolino, qualcuno in coppia con Romano, altri big del partito di Cesa in giro per la Sicilia. Ma tra i centristi potrebbe pescare anche Cicu. Musolino sembra abbia trovato un big sponsor anche a Catania, negli ambienti ex An sopravvissuti alla scissione.
Fratelli d’Italia, sfumato il patto con i lombardiani, spera di intercettare voti in uscita della destra che ha abbandonato Forza Italia. I contatti sono in corso anche in vista dell’immediato futuro. A Palermo la tripletta è Giorgia Meloni, Francesco Scarpinato, Carolina Varchi. Nel Siracusano con la candidatura di Luca Cannata si può pescare in ambienti forzisti. Anche da ambienti di Diventerà Bellissima arriveranno probabilmente dei voti.
La Lega porta ovviamente in testa la preferenza a Matteo Salvini. A Palermo si lavora per Igor Gelarda, a Catania sul redivivo Angelo Attaguile. Su cui il gossip di queste ore vuole che possano finire i voti dei lombardiani.
Nel Partito democratico l’uscente Michela Giuffrida è apprezzata da un bel pezzo della mozione Zingaretti. Ci sono sindaci, ex deputati ma anche deputati regionali in carica, da Nello Dipasquale a Giuseppe Arancio, passando per Anthony Barbagallo che ha un ottimo rapporto con la eurodeputata catanese.
Pietro Bartolo qualche giorno fa ha incrociato all’Ars Giuseppe Lupo e diversi deputati. Il capogruppo dem seguendo la linea di Zingaretti potrebbe orientarsi anche sulla capolista Caterina Chinnici, così come altri zingarettiani doc. Bartolo ha incassato anche un mezzo endorsement dall’ex segretario Fausto Raciti. La candidatura di Mila Spicola riscuote molte simpatie nel mondo della scuola. E a Palermo è presente, così come quella di Attilio Licciardi. Ancora coperti i renziani come Luca Sammartino.
Nel Movimento 5 Stelle, i big sono per lo più con Ignazio Corrao, l’uscente a cui Di Maio ha sottratto il posto di capolista per assegnarlo alla sarda Alessandra Todde: sarà interessante capire quante preferenze riscuoterà in Sicilia la capolista imposta dal vicepremier.
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20 Aprile 2019, 13:35