28 Marzo 2024, 15:40
1 min di lettura
ROMA- “E anche stavolta l’unità della Dc la faremo la prossima volta: non saranno le elezioni europee la nostra partita della vita. Nessuno stupore, né scandalo: era nell’aria. Meno scontato era che i tre partiti democristiani del centrodestra assumessero tre scelte diverse: l’Udc accenna, non ancora formalmente, a un patto con la Lega di Salvini; noi della Dc sosterremo Giorgia Meloni; il partito di Totó Cuffaro si spinge addirittura fuori dal centrodestra, annunciando una lista comune con Matteo Renzi e addirittura con Emma Bonino. Sono scelte politiche, naturalmente. E vanno rispettate, tutte”. Lo scrive sui suoi social Gianfranco Rotondi, presidente della “Dc con Rotondi”.
“Diviene però urgente – aggiunge – ottenere dal tribunale di Avellino, a cui per primo si è rivolto il senatore Cuffaro, una decisione, per noi prevedibile, ma spetta ai magistrati, sulla titolarità del nome della Democrazia Cristiana. Non è immaginabile che prosegua l’equivoco di due partiti con la stessa denominazione. E’ per questo che abbiamo presentato al tribunale di Avellino domanda riconvenzionale per inibire a Cuffaro l’uso della denominazione Democrazia Cristiana, indebitamente usurpata dallo stesso, ingenerando confusione nell’elettorato”.
“Sarebbe bastato poco – conclude Rotondi – a evitare questo giudizio, e l’inevitabile danno che ne deriverà, comunque, per tutti: non è difficile distinguere due simboli, due denominazioni, pur mantenendo il riferimento a una storia comune. Ci riuscirono Gerardo Bianco e Rocco Buttiglione, nel corso di una tempesta politica ben diversa e ben più rilevante. A noi viene più difficile: anche i democristiani, nel loro piccolo, invecchiano”.
Pubblicato il
28 Marzo 2024, 15:40