05 Aprile 2014, 12:57
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PALERMO – Il presidente Crocetta chiede di candidare Lumia e il segretario del Pd, Fausto Raciti, rilancia con Caterina Chinnici. L’ultimo posto disponibile nella lista dei democratici siciliani per le prossime elezioni europee, così, è occupato. A chiudere il cerchio delle candidature il nome del magistrato, ex assessore della giunta di Raffaele Lombardo e figlia del giudice Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia. “Una forza esterna alla politica – per il segretario regionale del Pd – , un nome prestigioso ma anche una donna con una storia personale che non lascia dubbi sulla sua capacità di lavorare bene”.
Eppure sembra che la partita delle Europee – e non solo – il Pd la stia giocando sul campo dell’antimafia. I posti in Europa targati Partito democratico siciliano fanno gola a molti. Per esempio a Sonia Alfano, europarlamentare uscente che adesso chiede a gran voce di essere candidata nelle liste dei democratici. Un’ipotesi sconfessata dal segretario regionale che dice di non voler giocare “la gara delle personalità”, ma nel frattempo dal suo stesso partito si sollevano voci di approvazione. Come quella del deputato regionale Fabrizio Ferrandelli, che chiede di accettare la candidatura della Alfano “senza se e senza ma” perché coerente “soprattutto sui temi della legalità e dello sviluppo, con i principi di libertà e di democrazia che stanno nel Dna del nostro partito”.
Eppure il nome di Caterina Chinnici deve essere sembrato a Raciti una soluzione che gli consentirà di togliersi dalle mani la patata bollente della candidatura di Lumia, che – dicono – piaccia al partito nazionale. Sotto questo profilo, infatti, l’ex assessore potrebbe togliere al senatore un forte argomento di polemica. Un antagonismo neanche troppo sotterraneo in cui il ‘connotato antimafia’ risulta apparentemente prevalente su quelli tecnici: un connotato politico, una bandiera che, allo stato attuale, più che innalzata sembra tirata ora da una parte, ora dall’altra.
La candidatura di Lumia, infatti (e non ne ha fatto alcun mistero), sarebbe piaciuta molto al presidente della Regione Rosario Crocetta. Che nel frattempo è impegnato nel districare la complessa matassa che tiene le forze politiche di maggioranza, e il suo esecutivo, in fibrillazione. I fili di questa matassa, da ieri, si chiamano anche Antonio Ingroia e Nicolò Marino. Due magistrati antimafia, appunto, il secondo attuale assessore all’Energia. Ma Marino, adesso, rischia di essere rimpiazzato dal più gradito ex pm e ora commissario liquidatore di Sicilia e-Servizi. La nomina di Ingroia chiuderebbe il cerchio dalla quale è passata di recente anche l’imprenditrice antimafia Valeria Grasso, nominata dal governatore alla guida dell’Orchestra sinfonica siciliana.
La ‘linea ‘ del presidente, però, non piace a Raciti, che ultimamente non ha fatto altro che sottolineare come l’antimafia non basti. E oggi, infatti, il segretario regionale, ha lanciato una stoccata a chi, della lotta alla mafia, ha fatto un marchio di qualità. “Non abbiamo bisogno di bandiere che testimonino il nostro impegno sul fronte della lotta alla criminalità organizzata – ha detto Raciti in conferenza stampa – , non cerchiamo stelline da mettere al petto. Le candidature alle europee non sono una gara di figurine, abbiamo cercato personalità che ci possano rappresentare al meglio”.
Nessun imbarazzo per il passato del magistrato da assessore nella giunta di un governatore condannato per mafia. “I siciliani sanno qual è stato lo spirito con il quale ho lavorato nell’esecutivo di Raffaele Lombardo – ha risposto la Chinnici ai cronisti – e sanno anche che ho fatto un buon lavoro: mi valutino in base a quello”.
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05 Aprile 2014, 12:57