10 Giugno 2024, 11:53
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PALERMO – Ben 76 seggi da dividere mediante quozienti e resti. Chiuse le urne delle Europee e a spoglio ormai ultimato, si iniziano a fare i conti per capire a chi verranno assegnati i posti nelle singole circoscrizioni d’Italia.
Quella insulare, che comprende Sicilia e Sardegna, ha otto caselle a disposizione che vengono attribuite sulla base del maccanismo previsto dalla legge elettorale del 1979. Un calcolo matematico che prende in considerazione più fattori e che non manca, puntualmente, di riservare sorprese.
Partecipano alla ripartizione quelle liste che a livello nazionale, cioè sommando le cinque circoscrizioni (compresi fuori sede e votanti all’estero), ottengono almeno il 4% dei voti totali. A scrutinio ultimato Fratelli d’Italia (28,8%), Partito democratico (24%), Movimento cinque stelle (10%), Forza Italia (9,6%), Lega (9%), Alleanza Verdi e Sinistra (6,7%).
Partecipa anche Svp, grazie a una speciale previsione per le minoranze linguistiche. Fuori dai giochi Stati Uniti d’Europa, Azione, Pace terra dignità, Libertà, Alternativa popolare, Democrazia sovrana popolare, Italexit e Rassemblement Valdôtain.
Una volta stabilito quali liste partecipano alla ripartizione dei seggi, si procede per circoscrizione e cioè in base ai voti presi nella porzione territoriale di riferimento.
Il sistema è quello proporzionale dei quozienti naturali e dei maggiori resti: per prima cosa si sommano le cifre elettorali nazionali delle liste ammesse al riparto e si divide per il numero dei seggi, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale.
Dividendo la cifra elettorale nazionale della singola lista per il quoziente elettorale nazionale, si ottiene il numero di seggi per ciascuna lista tenendo in considerazione solo la parte intera del quoziente (cioè il risultato della divisione).
Una volta attribuiti i primi seggi, si procede alla restante parte prendendo in esame i maggiori resti e, in caso di parità, prevale chi ha la maggiore cifra elettorale.
Si passa infine a distribuire i seggi per circoscrizione: dividendo la cifra elettorale per il totale dei seggi già attribuiti alla lista, si ottiene il quoziente elettorale di lista; dividendo la cifra elettorale circoscrizionale per il quoziente di lista, si assegnano i posti. Anche qui si procede poi con i resti maggiori.
E in Sicilia? Al momento i partiti si limitano a fare qualche previsione, col beneficio del dubbio: secondo le prime stime, quattro seggi su otto dovrebbero andare con i quozienti alle prime quattro liste e cioè uno a testa per Fdi (21,3%), Fi (20,2%), Pd (16,8%) e M5s (16,2%).
Tra i meloniani, tolta la capolista Meloni che non accetterà, in pole c’è il palermitano Giuseppe Milazzo che supera Ruggero Razza; nella lista azzurra Edy Tamajo è saldamente primo, seguito da Marco Falcone e Caterina Chinnici. Nel Pd, dopo Schlein che ha già detto di non voler andare in Europa, si piazzano Giuseppe Lupo e Pietro Bartolo. Nel M5s podio per Giuseppe Antoci e, a seguire, Cinzia Pilo.
Il vero tema sono gli altri quattro posti da assegnare con i maggiori resti: a sperare sono chi ha già preso il primo seggio ma anche la Lega (7%) e Avs (6,2%).
Per il partito di Salvini e quello di Fratoianni-Bonelli si tratterebbe di un “salvagente” che nel primo caso andrebbe all’uscente ex meloniano Raffaele Stancanelli e nel secondo a Ilaria Salis.
Chi ha più chance al momento sarebbero Fdi e Fi (che dà per certo l’ingresso di Falcone), che così prenderebbero due seggi a testa; in salita le quotazioni del partito di Salvini (anche in casa Lega si ritiene scontata l’assegnazione) mentre l’ultimo seggio rimarrebbe conteso fra Pd (che ne ha già uno certo) e Avs, con quest’ultimo in vantaggio. In calo le speranze per un secondo posto ai grillini.
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10 Giugno 2024, 11:53