Politica

Europee, prove tecniche di centro: i renziani puntano a De Luca

di

16 Giugno 2023, 18:23

4 min di lettura

PALERMO – Costruire un nuovo centro alternativo all’asse Pd-M5s e a quello Lega-Fdi, diventare un punto di riferimento per chi non vuole l’autonomia differenziata di Roberto Calderoli, presentare alle Europee una lista che restituisca un’anima popolare al terzo polo grazie a personalità come Cateno De Luca. E, con l’occasione, provare a fare un buon risultato anche alle elezioni Provinciali che potrebbero tenersi il prossimo anno. I renziani scaldano i motori e in vista del 2024 provano a tornare al centro dello scenario politico, nell’Isola come nel resto d’Italia, dandosi appuntamento lunedì prossimo per l’assemblea regionale di Italia Viva.

La scomparsa di Silvio Berlusconi ha avuto l’effetto di accelerare processi già in corso e ha sparigliato le carte nel centrodestra, dove adesso ci si interroga sull’eredità politica del Cavaliere: gli azzurri in Sicilia hanno un peso elettorale decisivo, oltre a esprimere il presidente della Regione, e non è un mistero che siano già iniziate le grandi manovre. Totò Cuffaro, in un’intervista al Giornale di Sicilia, non si è nascosto e ha annunciato di lavorare a una nuova area moderata che comprenda la nuova Dc, l’Udc, Raffaele Lombardo e Forza Italia, con Schifani come leader e il Partito popolare europeo come approdo; un progetto che, secondo Cuffaro, potrebbe comprendere anche Matteo Renzi. Peccato che in casa Italia Viva si guardi a Renew Europe, il partito europeo guidato dal francese Macron che non vuole lo spostamento a destra del Parlamento Ue, il che significa una strategia diversa sia a livello nazionale che locale. “Chi è centrista non può diventare lo strumento dell’estrema destra in Europa, favorendo una deriva sovranista dell’Unione”, ragionano in Iv.

Un nuovo Terzo polo con De Luca

Lunedì, all’assemblea regionale che si terrà a Palermo, i renziani stabiliranno la linea: complice il sistema proporzionale delle Europee e la necessità di correre da soli, l’obiettivo sarà allargare il campo. L’interlocutore privilegiato è Cateno De Luca che domenica scorsa, in un’intervista al Quotidiano nazionale, si è detto pronto a sposare un progetto che tenga dentro Renzi, Calenda ma anche la milanese Letizia Moratti e il campano Vincenzo De Luca. Musica per le orecchie dei renziani siciliani guidati da Davide Faraone che hanno l’esigenza di imprimere una svolta al proprio partito, finora a trazione nordista e marcatamente liberale. “Dobbiamo recuperare la nostra anima popolare, visto che per il momento ci siamo caratterizzati per una linea più liberale – dice un dirigente di Iv – Tornare a parlare dei più poveri, di chi non arriva a fine mese, dei giovani, insomma un partito radicato anche al Sud combattendo l’autonomia differenziata voluta dalla Lega”. Una linea che va incontro proprio alle istanze del leader di Sud chiama Nord che avrebbe ottimi rapporti con Renzi, ma anche con Faraone con cui si conosce già dai tempi del governo Lombardo: l’uno anti-sistema, l’altro unico fedelissimo del sindaco di Firenze nell’allora Pd guidato da Bersani.

Articoli Correlati

Una casa anche per i forzisti delusi

Nel mirino però non c’è solo De Luca, ma anche Gianfranco Miccichè: l’ex leader, che si racconta dialoghi con la Moratti, ha già detto che Forza Italia è morta con Berlusconi e a questo punto la speranza dei renziani è che possa fungere da catalizzatore per i forzisti delusi o riottosi all’idea di svolgere il ruolo di alleato minore di Lega e Fdi, incarnando il ruolo di anti-Schifani. Il tentativo degli eredi del Cavaliere è di tenere uniti gli azzurri fino alle Europee, ma sono in tanti a interrogarsi sul futuro e l’obiettivo di Renzi è chiaro: rappresentare anche in Sicilia un possibile approdo per i forzisti dialogando con +Europa, con Azione, con i socialisti di Nencini e Maraio e perfino con gli autonomisti di Raffaele Lombardo, ma restando alternativo a Schifani che guarda a Fdi e a Barbagallo che punta più a sinistra.

Renzi a settembre in Sicilia

L’assemblea di lunedì sarà anche un modo per iniziare a preparare i tre giorni di Renzi in Sicilia a Città del Mare: dal 5 al 7 settembre si terrà infatti a Terrasini, in provincia di Palermo, la scuola nazionale dell’ex premier riservata a circa 800 under 30 provenienti da tutta Italia. Una scelta non a caso visto che la Sicilia potrebbe rappresentare il punto di partenza del nuovo corso, ma anche un attestato di stima per i renziani che a Palermo sono al governo con il sindaco Roberto Lagalla. Un rapporto, quello con l’ex rettore che rimane un centrista orfano di partito, forte già in campagna elettorale e consolidatosi nel tempo; tutt’altra cosa rispetto alla Regione, dove Schifani non ha nascosto di puntare a svuotare Iv dopo la rottura tra Renzi e Calenda. Lunedì a Palermo si ritroveranno, insieme a Faraone, consiglieri comunali e assessori eletti sia l’anno scorso che quest’anno, con un occhio anche alle Provinciali che potrebbero tenersi il prossimo anno in concomitanza con le Europee: la differenza è che a livello provinciale non ci voterà col proporzionale, obbligando i renziani a scegliere i compagni di viaggio e offrendo loro il ruolo di ago della biancia.

Pubblicato il

16 Giugno 2023, 18:23

Condividi sui social