13 Marzo 2019, 18:42
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PALERMO – Una settimana o poco più. Poi i giochi per le liste delle Europee daranno fatti, un po’ dappertutto. C’è chi è più avanti, come Forza Italia, c’è chi è ancora indietro, come il Pd che ha aspettato il congresso, ma le liste stanno prendendo corpo. E sarà una sfida con tanti big in campo.
Sinistra, niente listone
Il Partito democratico è rimasto un po’ indietro. Bisognava aspettare il congresso nazionale, che ha incoronato Nicola Zingaretti. Domenica ci sarà l’assemblea nazionale del partito, si costituirà la direzione e poi si deciderà sulle liste. Chi correrà in Sicilia? Il nome più ricorrente nei conciliaboli del partito è Giuseppe Antoci, un profilo che piace molto a Zingaretti e alla sua idea di lista aperta alla società civile. L’ex presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi potrebbe essere il capolista. Di certo proverà a essere rieletta Michela Giuffrida. Forse anche l’altra uscente Caterina Chinnici sarà della partita. Poi ci saranno i candidati delle correnti. I renziani potrebbero puntare su Valeria Sudano, che se eletta farebbe posto in Parlamento a Beppe Picciolo, segretario di Sicilia Futura e candidato con i renziani al congresso del 3 marzo. Ma al momento non ci sono conferme su questa prospettiva, anzi solo smentite. Areadem come sempre punterà su un suo candidato, in ballo tra gli altri potrebbe esserci direttamente il capocorrente dei franceschinaini Giuseppe Lupo. Occhio poi alle possibili mosse di Leoluca Orlando, che a chi domanda assicura di voler restare a Palermo ma una sua candidatura è al centro del gossip del partito. I giochi sono ancora da fare.
Di certo, il Pd non farà listoni con gli alleati. Più Europa andrà con una sua lista. Sabato ci sarà la direzione nazionale del partito di Bonino, Della Vedova e Tabacci. Su chi punterà in Sicilia? C’è Fabrizio Ferrandelli, che è senz’altro il papabile numero uno. “Chi non si riconosce nel Pd e non si riconosce in Forza Italia, può trovare sicuramente in Più Europa un interlocutore liberaldemocratico che si batte per i diritti civili – dice l’ex deputato regionale palermitano -. Non siamo di centro ma siamo centrali”. In lista ci saranno candidati del mondo delle professioni della generazione Erasmus, quasi certamente un nome dell’associazionismo ambientale (una donna), ma ci sono contatti in corso anche con donne manager e altre risorse della società civile.
Verdi e Italia in Comune – il movimento di Pizzarotti – presentano una lista insieme, senza Sole che ride ma con il girasole dei Verdi europei. Lotta ai cambiamenti climatici ed economia green le idee fondamentali del progetto. Tra qualche giorno a Milano una riunione per lanciare il progetto. I nomi ancora non ci sono, si stanno vagliando i profili dei candidati.
Quanto ai bersaniani di Articolo1 stanno alla finestra in attesa di capire se possa maturare la possibilità di un’intesa con il Partito democratico per una lista comune. Un’ipotesi che non entusiasma un pezzo di Partito democratico, quello di rito renziano. Ma che non sarebbe del tutto tramontata. Se a Roma il matrimonio tra ex compagni di partito non maturerà, i bersaniani potrebbero anche guardare alla lista di Pizzarotti e Verdi.
La sfida nel centrodestra
Dalle parti del centrodestra, i giochi sono considerati più o meno fatti in Forza Italia. Con Silvio Berlusconi saranno in lista l’uscente Salvatore Cicu, Saverio Romano e il capogruppo Giuseppe Milazzo. Tra le donne la messinese Dafne Musolino, assessore di Cateno De Luca, che è della partita. Il partito nazionale ha diramato una nota qualche giorno fa in cui spiegava che l’ultima parola è ancora da dire, parlando di ricandidatura degli uscenti. Uscente è il catanese Giovanni La Via, apprezzato da Antonio Tajani, ma entrato al Parlamento europeo in un’altra lista, quella dei fuoriusciti di Ncd, il fu movimento di Angelino Alfano. Questo taglierebbe la testa al toro ma si aspetta comunque l’ufficialità. Intanto, Romano e i suoi centristi sono già attivi così come Milazzo, che si è fatto vedere qualche giorno con Micciché fa a Palazzo dei Normanni per un convegno su Sturzo organizzato dall’Alleanza Cristiana Popolare di Totò Lentini, ex deputato regionale e primo dei non eletti di Forza Italia a Palermo, per il quale in caso di elezione di Milazzo si riaprirebbero le porte dell’Ars.
Quanto alla Lega, i giochi per i maschi della lista sono quasi fatti. Ci sarà Matteo Salvini e poi i dioscuri Igor Gelarda e Fabio Cantarella, che da Palermo e Catania collaborano con Stefano Candiani nella gestione del Carroccio siculo. Il quarto uomo sarà un sardo e ci sarà anche una donna sarda. Liberi ancora tre posti per candidati donne. La settimana prossima si chiuderò la lista. Le indicazioni del partito sono che le altre candidate vengano indicate dai territori con una dislocazione territoriale omogenea. Insomma, non ci saranno candidate di Palermo e Catania.
Fratelli d’Italia dovrebbe sciogliere le riserve entro la settimana prossima. C’è un po’ di traffico per la lista di Giorgia Meloni, che sarà candidata anche in Sicilia. Ci saranno la deputata palermitana Carolina Varchi e la new entry Francesco Scarpinato. Sembrerebbe perdere quota l’ipotesi di una candidatura dell’assessore Sandro Pappalardo. La new entry potrebbe essere Raffaele Stancanelli, in rotta di collisione con Diventerà Bellissima. Restano in ballottaggio l’uscente Innocenzo Leontini, che si è sganciato da Forza Italia, e l’autonomista Carmelo Pullara, deputato dell’Ars. Si decide entro la prossima settimana. In lista ci sarà almeno una donna sarda.
Il Movimento 5 Stelle deciderà con le consultazioni on line. Ci sarà di certo l’uscente Ignazio Corrao.
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13 Marzo 2019, 18:42