30 Dicembre 2013, 06:00
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PALERMO – La somma non sarà poi così ingente. Ma il modo scelto per distribuirla sta già scontentando in molti. L’assessorato regionale al Lavoro, infatti, ha deciso di erogare contributi per 290 mila euro destinati ad attività culturali organizzate all’estero. E per farlo ha scelto l’affidamento diretto. Senza un bando, insomma. Scegliendo liberamente i destinatari dei fondi pubblici. Come specificato nei due decreti del diparimento regionale del Lavoro, con i quali viene disposta la distribuzione dei contributi.
Una scelta dell’assessore regionale Ester Bonafede, quella di “”affidare direttamente alle Associazioni storiche dell’Emigrazione (Anfe, Usef, Siracusani nel mondo, Aitae, Coes, Fernando Santi, Crases e Sicilia Mondo), attraverso un piano di riparto, le risorse regionali appostate sul Bilancio della Regione Siciliana per l’anno 2013 (ammontanti ad euro 290.000.00), avendo le stesse strutture stabili in tutte le partì del mondo e anche in considerazione dei valori immateriali che sono oggetto di applicazione (la conoscenza, la cultura, il rapporto tra uomini, i valori e i sentimenti della identità, la solidarietà) e della loro affidabilità”.
Quei soldi sono previsti da una norma regionale: la numero 55 del 1980. “La Regione, nell’ambito delle proprie competenze e nel quadro della politica sociale, nazionale e comunitaria nonché della politica di programmazione e di massima occupazione, – si legge al primo articolo della norma – promuove la tutela morale, l’assistenza materiale e la elevazione sociale dei lavoratori siciliani emigrati e delle loro famiglie”
Ma fino all’anno scorso, quella legge veniva utilizzata per finanziare le manifestazioni attraverso un bando pubblico. Un bando, per la verità, che qualche dubbio lo lasciava comunque. L’articolo 13 dell’Avviso del 2012, ad esempio, recitava: “Il controllo sullo svolgimento delle attività viene effettuato con le seguenti modalità: presenza durante la realizzazione dell’iniziativa di un rappresentante dell’Amministrazione che eroga il finanziamento, il quale, a conclusione dell’attività, avrà il compito di stendere apposito report sull’attività realizzata”. Insomma, il “povero” funzionario sarebbe stato costretto a mettersi su un aereo, e volare, per esempio fino a San Paolo, in Brasile, per verificare se l’associazione Euroform avesse effettivamente svolto la manifestazione “Saisicilia: sapori e saperi”. O in Australia e Nuova Zelanda dove la “Rete dei musei siciliani dell’emigrazione” ha organizzato eventi sparsi tra Sidney, Melbourne, Perth. O in Canada, dove l’associazione Crases spiegò che la Sicilia è “terra di limoni”. Un sistema che ha spinto, negli anni passati, funzionari della Regione, insomma, a viaggi in giro per il mondo, a spese dell’amministrazione, pur di controllare l’effettivo svolgimento delle manifestazioni finanziate.
Ma quest’anno, come detto, non ci sarà nemmeno il bando. E nei decreti dell’assessore non si fa riferimento nemmeno al tipo di manifestazione che verrà finanziata. Si è operato semplicemente dividendo la somma di 290 mila euro per otto associazioni: 36 mila euro circa a Coes, Anfe, Sicilia Mondo, Usef, Crases, Siracusani nel mondo, Aitae e Istituto regionale F. Santi. Ma già, come detto, qualcuno protesta: “Ogni anno diverse associazioni, specialmente quelle che si occupano di folklore, – dichiara Vito Rizzo, segretario dell’associazione ‘Il Millennio’ – in puro spirito di volontariato e per non far perdere il nostro patrimonio culturale immateriale, apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo, attendono la pubblicazione di questi bandi per avere l’opportunità di uscire fuori dai confini italiani , grazie al prezioso supporto della Regione Siciliana. Questa decisione dell’Assessorato al Lavoro e della Dirigente Generale è un brutto colpo alle speranze di centinaia di giovani e meno giovani di poter far rivivere ai nostri emigrati all’estero momenti di folklore siciliano”.
“Ma le associazioni escluse – ha precisato l’assessore Bonafede – erano quelle che non possedevano i requisiti previsti proprio dalla legge 55 del 1980. E i fondi sono stati assegnati in via perequativa. Assegnando a ciascuna associazione la stessa somma. Non è stato fatto un bando? Io nelle settimane scorse ho incontrato i rappresentanti del settore più volte. Per quest’anno, anche considerata la riduzione apportata a questo capitolo di bilancio, abbiamo pensao che questa fosse la soluzione migliore. Speriamo di fare in tempo a esitare il bando per l’anno prossimo”.
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30 Dicembre 2013, 06:00