06 Novembre 2012, 17:36
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CATANIA- Sono rimasti anche oggi nella sala d’attesa del Comune di Catania, gli otto lavoratori licenziati nel 2006 dalla Cesame, facenti parte del gruppo dei dipendenti rientrati nell’accordo tra sindacati, Comune e Provincia di Catania, che avrebbero dovuto essere riassorbiti dagli enti pubblici. E non se ne andranno fino a quando non otterranno risposte concrete. Sono passati 11 mesi, infatti, da quando il sindaco Stancanelli aveva assicurato loro la disponibilità a trovare una soluzione alla drammatica situazione, ma da allora nulla è cambiato, tutt’altro.
“A dicembre scadono gli ammortizzatori sociali – spiega a Livesicilia Catania Angelo Lopes, rappresentante della FILCTEM Cigil – e queste famiglie piomberanno nella disperazione più nera”. Già adesso, come raccontano gli stessi lavoratori ex Cesame, alcuni di loro sono costretti a rivolgersi alla Caritas per mangiare o a chiedere soldi in prestito. Come Silvio Morello, 51 anni, rimasto fuori da qualsiasi collocazione e oggi costretto a vivere con 430 euro al mese.
“Si erano impegnati nel ricollocarci in aziende partecipate e controllate – racconta Morello – e ora devono trovare una soluzione perché io non voglio chiedere l’elemosina ma voglio gli accordi presi siano rispettati”.
Soluzione che, però, non sembra affatto facile da trovare. A confermarlo è lo stesso Raffaele Stancanelli che oggi ha raggiunto gli ex dipendenti Cesame per portare la propria solidarietà e per assicurare la volontà di tentare tutti i percorsi possibili.“Sono rattristato perché si parla di otto padri di famiglia – sottolinea il sindaco – per i quali, purtroppo, l’accordo non è stato rispettato”.
Stancanelli ha anche evidenziato come il vecchio protocollo di intesa non sia più percorribile, dal momento che la spending review e la situazione delle società partecipate non permette alcuna nuova assunzione.
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06 Novembre 2012, 17:36