Ex Fiat, torna l'ipotesi cinesi | Ma l'indotto rischia di restare a secco - Live Sicilia

Ex Fiat, torna l’ipotesi cinesi | Ma l’indotto rischia di restare a secco

Il governo ha confermato il prepensionamento per i 640 esodati dell'ex Fiat di Termini Imerese e ha dato il via libera al secondo anno di cassa integrazione straordinaria, ma non per tutti. A rischio, infatti, c'è il futuro degli operai delle ditte dell'indotto.

OGGI LA RIUNIONE A ROMA SU TERMINI
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La riunione che si è appena conclusa a Roma al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Fiat di Termini Imerese ha lasciato i sindacati soddisfatti a metà. Il governo ha infatti confermato il prepensionamento per i 640 esodati e il via libera al secondo anno di cassa integrazione straordinaria, ma non per tutti. A rischio, infatti, ci sarebbero gli ammortizzatori sociali per gli operai delle ditte dell’indotto. Nello specifico, lo stop alla cassa integrazione potrebbe arrivare se entro il 31 dicembre di quest’anno le aziende non procederanno alla riduzione del 30 per cento degli organici. “In questo modo – commenta Roberto Mastrosimone, segretario provinciale della Fiom Cgil – si rischia di avere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Una ipotesi che non può che lasciarci insoddisfatti”. “L’inserimento dei 640 nel decreto sui 55 mila esodati – affermano Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo e Giovanni Scavuzzo Fim Palermo – garantisce anche agli altri lavoratori ex Fiat il secondo anno di cassa integrazione, ma chiaramente non ci basta, abbiamo chiesto lo stesso trattamento per i lavoratori dell’indotto, e su questo punto la Regione siciliana convocherà il Ministero allo Sviluppo Economico e del Lavoro per trovare insieme una soluzione. È chiaro che non accetteremo ipotesi diverse da quella della loro tutela anche per il secondo anno”.

Per quanto riguarda la reindustrializzazione di Termini, intanto, il Ministero ha incontrato nei giorni scorsi la casa automobilistica cinese Chery che avrebbe ribadito l’interesse ad entrare nel capitale sociale della nuova società costituita da Dr Motor per rilevare lo stabilimento di Termini. Ipotesi che potrebbe garantire all’azienda molisana guidata da Massimo Di Risio la liquidità necessaria per ricapitalizzare l’azienda. Senza questo passaggio, infatti, le banche non sono disposte a finanziare il progetto per Termini. E senza le banche, la controllata Dr Industrial – il veicolo destinato a prendere Termini Imerese – non potrà mai ottenere il via libera al piano per lo stabilimento siciliano, che originariamente prevedeva 15 milioni di capitale da parte di Di Risio, a fronte dei quali ottenere 82 milioni di agevolazioni pubbliche e l’accesso a 95 milioni di garanzie bancarie regionali.

Ma per sapere che cosa sarà dello stabilimento siciliano dovrà trascorrere l’estate. Il prossimo incontro sulle prospettive industriali del polo automobilistico è stato fissato, infatti, per metà settembre, mentre alla fine di agosto sul tavolo romano si discuterà della cassa integrazione.


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