24 Settembre 2018, 20:14
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PALERMO – Le province andranno al voto. La data non è ancora definita ma stando al disegno di legge deliberato dalla giunta regionale l’elezione degli organi dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane sarà nel mese di novembre. Gli elettori delle ex province saranno i sindaci e i consiglieri. Dopo anni di braccio di ferro fra la Regione e lo Stato, in Sicilia si applicheranno delle regole identiche a quelle fissate dalla legge Delrio. Il governo regionale, infatti, ha deciso di adeguare le norme siciliane alla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la previsione di elezioni dirette.
La giunta ha approvato il ddl che regola l’elezione delle province dopo anni di commissariamento e tentativi di elezioni. Adesso il testo passa all’Ars dove i tempi sono stretti. L’Assemblea regionale siciliana, infatti, presto sarà chiamata ad approvare l’assestamento di bilancio. Entro il mese di novembre poi, il governo prevede di presentare il ddl per la manovra finanziaria. Così, perché si possano celebrare le elezioni degli enti di area vasta l’approvazione dovrà arrivare entro il primi di ottobre. Il progetto di legge infatti fissa altri due limiti temporali: le elezioni vanno convocate almeno 45 giorni prima e si devono celebrare di domenica. L’ultima domenica di novembre cade il 25. Quindi, entro il 10 ottobre la legge dovrebbe essere in vigore e il decreto per l’indizione delle elezioni emanato. Insomma, i tempi per rispettare la data fissata dalla delibera adesso sono strettissimi e non si può escludere che il voto slitti ancora, rendendo necessaria una nuova proroga dei commissariamenti.
Ma per cosa si voterà nello specifico? Attraverso un sistema elettorale ponderato i sindaci di ogni comune voteranno i presidenti dei Liberi consorzi. Non potranno essere eletti i sindaci a cui il mandato scadrà a un anno e mezzo dal momento delle votazioni. Le elezioni, poi, non riguarderanno i sindaci delle città metropolitane e quindi di Palermo, Catania e Messina. In questi tre casi il sindaco dell’ente di secondo livello è il sindaco del Comune capoluogo.
Le elezioni per le ex province riguardano poi gli organi collegiali, i consigli. In questo caso gli elettori sono i consiglieri comunali e i sindaci. Loro stessi possono essere eletti fino a quando sono in carica. Nei liberi consorzi con popolazione sotto i 300mila abitanti e quindi nelle ex province di Enna e Caltanissetta i consiglieri sono dieci. Il numero dei componenti del Consiglio dei liberi consorzi sale a dodici negli enti di area vasta con popolazione fra i 300mila e i 700mila abitanti e quindi ad Agrigento, Trapani Ragusa e Siracusa. Il consiglio metropolitano di Messina sarà composto da 14 componenti, dato che la provincia messinese conta meno di 800mila abitanti. I Consigli metropolitani di Palermo e Catania infine avranno 18 consiglieri.
Adesso i movimenti politici e civici possono riscaldare i motori per le elezioni. Infatti, il disegno di legge disegna anche il sistema con il quale si andrà a voto. Per candidarsi a presidente del libero consorzio occorre che le candidature siano firmate da almeno il 15 per cento degli aventi diritto al voto. Poi si devono formare le liste dei candidati al Consiglio. Le liste possono essere composte da un numero pari a quello dei consiglieri da eleggere e nessuno dei due sessi può superare il 60 per cento dei componenti. Per presentare una lista occorre avere un numero di firme pari al 5 per cento dei votanti. Si potrà dare il voto sia alla lista sia al candidato. I seggi saranno attribuiti con il metodo proporzionale ai candidati che avranno preso più voti. I voti, come detto saranno ponderati rispetto alla popolazione di ciascun Comune e così le città più grosse la faranno da padrone. Certamente però, per la politica, l’occasione è ghiotta e c’è ragione di credere che sia già partita la corsa ai posizionamenti.
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24 Settembre 2018, 20:14