Alle Fabbriche Chiaramontane | la pittura di Piero Vignozzi

di

11 Settembre 2009, 18:31

2 min di lettura

Da Firenze ad Agrigento. E’ dedicata a Piero Vignozzi, uno dei più lirici e sensibili autori contemporanei italiani, la personale ospitata dall’ 11 settembre al 30 ottobre alle Fabbriche Chiaramontane, spazio consacrato all’arte e alla cultura dagli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento. Quaranta opere – quindici delle quali in prestito da collezionisti siciliani  – ripercorrono il vissuto degli ultimi trent’anni dell’artista toscano: un racconto a matita, pastelli e olio che il curatore dell’evento, Antonio Sarnari, vicino ai progetti delle Fabbriche Chiaramontane ha intitolato “Piero Vignozzi. Il luogo di un vuoto”.
L’inaugurazione è fissata per le ore 21 di venerdì 11 settembre. A spiegare le ragioni che hanno portato gli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento ad aprire le porte delle FAM a un’artista come Vignozzi è il presidente, Antonino Pusateri: “Già Guccione in passato ha sottolineato la grande apertura dell’arte contemporanea siciliana ‘ad altri mondi’, incoraggiando la pienezza del confronto intellettuale ed artistico. Con questo debutto del fiorentino Piero Vignozzi alle Fam – prosegue Pusateri – abbiamo l’ambizione di far rivivere le immagini di un’esistenza vissuta in altri luoghi con la convinzione che forti elementi di complementarità cattureranno l’attenzione del pubblico siciliano”.
“Vignozzi – aggiunge Sarnari, che insieme all’autore ha selezionato i brani di pittura della mostra di Agrigento – porterà in Sicilia i colori della sua Toscana, la tensione del suo sguardo, la suggestione delle sue lunghe riflessioni, del suo parlare tonante. La sua arte è tutta in quel tradurre le cose attorno a sé in polvere del tempo, in materia di vuoto. Un tempo che senza protagonismi trapassa gli oggetti per diventare una nebbia della memoria”.
Il catalogo della mostra “Piero Vignozzi. Il luogo di un vuoto”  – edito dagli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento – contiene gli interventi di Pusateri, Sarnari e del critico d’arte Guido Giuffrè che dell’opera di Vignozzi, da lui già definita “crepuscolare”, dice: “La tensione poetica è alta. Pochi oggi conquistano con altrettanto malioso senso del tempo, delle sue leggi sfuggenti e impietose, con siffatto acre, quietamente crudele languore. Vignozzi soffonde le trasparenze e affila il nitore del cristallo; spicca i suoi dati ad uno ad uno ma li riveste di inafferrabile incanto: fonde sapientemente la flagranza dell’ora e la sua lunga eco insondabile”.

Pubblicato il

11 Settembre 2009, 18:31

Condividi sui social