22 Luglio 2016, 17:06
1 min di lettura
TRAPANI – Alla fine di una stagione esaltante, con la serie A sfumata soltanto in finale con il Pescara, Daniele Faggiano era stato il primo tassello voluto da Vittorio Morace per far ripartire il suo Trapani. Un’ora e mezza di volo verso la Spagna e poco più di dieci minuti di colloquio a casa del patron granata: la stretta di mano e la promessa di un nuovo anno nella scuderia granata per il ds salentino. Oggi quella stretta di mano viene messa a dura prova dalle sirene che arrivano dalla vicina Palermo, “da cui comunque – si affretta a sottolineare il diretto interessato, dal ritiro granata di Spiazzo – non sono arrivate finora telefonate. Non sono abituato a fasciarmi la testa prima che le cose accadano. Io lavoro per il Trapani”. Frasi che tuttavia non chiudono del tutto la porta a una eventuale chiamata da parte di Zamparini, che ha dovuto fare i conti con l’addio di Rino Foschi. Il senso delle parole di Faggiano sta tutto in pochi concetti: il telefono è libero, una eventuale telefonata non verrebbe rifiutata a prescindere senza neanche ascoltare la proposta di Zamparini.
In casa rosanero Foschi ha gettato la spugna al termine di una prima sessione di mercato caratterizzata dai tagli alle spese imposti dal club, che ora cerca un nuovo ds. A convincere il presidente del Palermo della bontà della scommessa Faggiano è stato proprio il miracolo Trapani: l’ascesa del club granata, da matricola a realtà solida della serie B negli ultimi anni, è avvenuta grazie a una ricetta semplice che Zamparini spera di riproporre in rosanero: ricerca di giovani talenti e nessuna spesa folle che gravi sul bilancio societario.
Pubblicato il
22 Luglio 2016, 17:06