22 Aprile 2011, 15:56
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“E’ come un ritorno di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella loro casa, dove hanno lottato e sofferto tanto, ma dove hanno portato avanti anche tante indagini che hanno risollevato la lotta alla mafia”. Così Maria Falcone ha commentato l’esposizione nell’atrio del palazzo di Giustizia di Palermo di due statue in gesso a grandezza naturale dei due magistrati uccisi nel 1992.
Le sculture realizzate dall’artista Tommaso Domina furono collocate in via Libertà lo scorso luglio e danneggiate proprio alla vigilia della commemorazione dell’anniversario della strage di via D’Amelio.
“Le statue sono tornate a casa – ha detto Rita Borsellino – qualcuno aveva pensato di distruggere il loro progetto di giustizia, come aveva fatto con Paolo, addirittura prendendo a calci due simulacri, invece la tenacia li ha riportati a casa, in un luogo in cui si amministra la giustizia”.
“Oggi è stato dato un segnale che però non è soltanto formale ma di contenuto – ha dichiarato il procuratore aggiunto Antonio Ingroia – di un palazzo di giustizia che è stato spesso sede di veleni proprio contro quei magistrati. Oggi invece questo palazzo ospita il loro ricordo come testimonianza di una giustizia che è andata avanti nella loro lezione”.
Sul sito di Rita Borsellino è stata aperta una sottoscrizione, dal nome “Rimettiamole in piedi” per raccogliere i fondi necessari per fondere nel bronzo le statue in gesso. Alla manifestazione erano presenti – oltre ai familiari dei due giudici uccisi dalla mafia – i magistrati Francesco Messineo, Antonio Ingroia, Domenico Gozzo, Maurizio De Lucia, Leonardo Guarnotta e Vittorio Teresi, segretario della sezione palermitana dell’Associazione nazionale magistrati.
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22 Aprile 2011, 15:56