"False" cartelle esattoriali e truffe |Processo riunito per due imputati - Live Sicilia

“False” cartelle esattoriali e truffe |Processo riunito per due imputati

A scegliere il rito ordinario solo due dei protagonisti del presunto sistema ideato per raggirare e truffare i contribuenti tramite la falsificazione delle cartelle esattoriali.

Operazione Cleaner
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CATANIA – Slitta al 10 febbraio prossimo l’udienza del processo scaturito dall’inchiesta Cleaner e condotta nel 2014 dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza. Il presidente della I sezione penale del Tribunale etneo, Roberto Passalacqua ha deciso, quest’oggi, a seguito della richiesta avanzata dal pubblico ministero, Raffaela Vinciguerra, di riunire il procedimento a carico di Fabrizio Pappalardo con quello di Andrea Fischetti. Per poter procedere con il dibattimento però si dovrà comporre un nuovo Collegio giudicante. I fatti dell’indagine sono gli stessi, anche se i reati contestati ai due imputati sono diversi: Per Pappalardo l’accusa è di falso, mentre per Affetta è associazione e truffa.

A monte una lunga indagine che svelò il presunto “sodalizio criminoso” dedito alle truffe mediante la “falsificazione” delle cartelle esattoriali della Serit. (oggi “Riscossione Sicilia S.p.A.”). L’1 luglio del 2014 a finire ai domiciliari furono sei persone: Livio Sorrentino, Andrea Fischetti, Corrado Santonocito, Maurizio Salvatore Affetta, Fabrizio Pappalardo e Antonio Zullo. Posizioni tutte stralciate. I vari procedimenti per i sei indagati hanno, difatti, preso strade guidiziarie diverse. Sorrentino, Affetta e Santonocito hanno patteggiato la pena, mentre Zullo ha optato per il rito abbreviato. Gli unici ad avere scelto il rito ordinario sono stati Fabrizio Pappalardo e Andrea Fischetti. Il primo – difeso dall’avvocato Antonio Giuffrida – è stato scarcerato dopo il ricorso al Riesame nel luglio 2014.

LiveSicilia aveva svelato le intercettazioni telefoniche che inchiodarono i presunti protagonisti del “sistema” Serit. Un vero e proprio codice usato dai sei indagati per comunicare fra loro per riferirsi alle false attestazioni di pagamento.

LE INDAGINI. A dare il via alle indagini furono proprio le denunce di alcuni clienti raggirati dal presunto manipolo di criminali. Vari imprenditori catanesi raccontarono agli inquirenti di avere ricevuto proposte di soluzioni “economicamente vantaggiose” per estinguere definitivamente i loro debiti alla Serit. Ma l’inchiesta delle Fiamme Gialle accertò come in realtà i debiti con l’erario non sarebbero stati in alcun modo estinti. Prova ne erano anche i solleciti di pagamento che sarebbero continuati a pervenire alle vittime dei presunti criminali.

A cadere nella rete della presunta consorteria criminale sarebbero stati circa 300 clienti. La riduzione illecita del debito sarebbe avvenuto tramite “l’annullamento” delle cartelle esattoriali, previo il pagamento di una somma pari al 30-40% del debito erariale. Secondo le ipotesi investigative, questo è quanto i sei indagati avrebbero fatto credere ai loro clienti al fine di truffarli. I sei avrebbero, inoltre, millantato conoscenze, secondo gli investigatori mai esistite, con presunti funzionari della Serit, mettendo così a punto un sistema ben organizzato in cui ciascuno esercitava un preciso ruolo e mansione.

Affetta e Sorrentino sono i promotori finanziari titolari di un ufficio a Catania. Sede di cui i due – secondo le indagini – si sarebbero avvalsi, in realtà per realizzare il loro disegno criminoso. A loro spettava il compito di individuare i clienti e proporre loro la “soluzione economica” per sistemare le posizioni debitorie. Fischetti e Santonocito, invece, avrebbero verificato le posizioni debitorie dei clienti agli uffici Serit e commissionato la falsificazione dei documenti a Zullo e Pappalardo. La contraffazione delle cartelle sarebbe stata realizzata tramite l’ausilio di specifici software e mezzi informatici. Tutti i fatti e le presunte azioni delittuose addebitate ai sei risalgono all’aprile 2012.

LE ACCUSE. Per tutti e sei gli indagati i reati contestati, a vario titolo, sono pesantissimi: associazione per delinquere finalizzata alla truffa; falso e millantato credito; formazione di false attestazioni e ricevute di pagamento della Serit; contraffazione di documenti d’identità personali, libretti postali, fatture e dichiarazioni dei redditi. In totale, secondo gli inquirenti, la presunta consorteria criminale avrebbe raggirato i contribuenti prospettando falsi sgravi di cartelle esattoriali per un ammontare complessivo di 3.500.000 di euro, percependo un illecito profitto per oltre 700 mila euro. Inoltre, tutto il materiale perquisito e poi posto sotto sequestro sarebbe confluito in una corposa Consulenza Informatica attualmente agli atti del pm. Fra i teste attesi in aula, il prossimo 10 febbraio, infatti, anche il consulente incaricato dal Pm di analizzare tutto il materiale sequestrato.

 

 


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