29 Luglio 2013, 12:22
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PALERMO – Un giro di presunte false fatture per trasferire fiumi di denaro nei paradisi fiscali e non pagare le tasse in Italia. Un’inchiesta internazionale sfocia nel sequestro d’urgenza ai danni degli armatori palermitani Alfredo e Giovanni e Barbaro che si occupano di trasporto merci su larga scala. Bloccati titoli per otto milioni di euro.
L’indagine è partita dall’Olanda, dove gli investigatori di una sezione specializzata contro le frodi avrebbe scoperto l’esistenza di una società creata da due esperti di finanza originari dei Paesi bassi per trasformarla in una centrale per l’emissione di false fatture. Qualche mese fa uno dei soci è scappato a Dubai con una barca di soldi e l’altro ha deciso di denunciarlo. Ed è così emerso che a loro si sarebbero rivolti i titolari di imprese di mezza Italia: Roma, Milano, Firenze, Cagliari, Genova, Bologna, Prato. E anche Palermo. Nel capoluogo siciliano l’indagine dei finanzieri del nucleo di Polizia tributaria è coordinata dai pubblici ministeri Calogero Ferrara e Claudia Bevilacqua. Le ipotesi contestate sono frode fiscale, riciclaggio e utilizzazione di fatture false. Roba da mobilitare Eurojust, l’Unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione europea.
Il meccanismo, piuttosto complicato, può essere riassunto così: la società avrebbe emesso fatture per finti acquisti di beni e servizi i cui ricavi sarebbero stati trasferiti nei paradisi fiscali delle Isole Cayman e alle Bahamas. Per farli rientrare in Italia successivamente sarebbero state alcune società cosiddette in house. Le imprese, quindi, avrebbero portato le finte spese in detrazione per pagare meno tasse.
Nel caso degli imprenditori palermitani, secondo l’accusa che coinvolge anche due dei loro figli, sarebbero riusciti a costituire riserve finanziarie occulte per 14 milioni di euro, trasferite su un conto corrente acceso presso un istituto bancario del Principato di Monaco formalmente intestato ad una società off-shore con sede nelle Bahamas, ma risultato, di fatto, nella disponibilità dei titolari delle imprese palermitane.
Tre sono gli episodi contestati ai Barbaro. Nel primo, in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi, avrebbero dichiarato fittiziamente di avere sborsato tre milioni e 400 mila euro per un’attività di intermediazione finanziaria. La “cartiera” olandese, nel secondo caso, avrebbe costruito ad hoc una fattura da 10 milioni per una simulata joint-venture che prevedeva la condivisione al 50% degli utili e delle perdite relativi alla gestione commerciale di tre navi date in noleggio dalle stesse società siciliane. Nel terzo caso, infine, le società olandesi risultavano falsamente inseriti un grosso appalto eseguito dai Barbaro. Abbiamo contatto l’ufficio stampa degli imprenditori. Attendiamo di conoscere la loro versione dei fatti.
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29 Luglio 2013, 12:22