18 Dicembre 2013, 13:00
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AGRIGENTO– Dopo le polemiche e le dimissioni arriva l’assoluzione per l’avvocatessa di Naro, Luisa Maniscalchi. Era accusata di falso e abuso d’ufficio, ma il Tribunale di Agrigento ha stabilito che “il fatto non sussiste”. La polemica divampò nel 2012, quando il sindaco del comune agrigentino, Pippo Morello, scelse la Maniscalchi, su indicazione del gruppo di Grande Sud, per un posto di assessore in giunta.
Apriti cielo. La Maniscalchi nel 2008 era finita sotto inchiesta per avere rivelato notizie riservate su indagini in corso al boss Giuseppe Sardino, fiancheggiatore del capomafia latitante Giuseppe Falsone, poi divenuto collaboratore di giustizia. La Maniscalchi patteggiò la pena a un anno e mezzo per favoreggiamento personale. Nessuna aggravante di mafia dunque. Una condizione processuale che il difensore dell’imputata, l’avvocato Claudio Gallina Montana, ha fatto pesare nell’assoluzione. Il reato di favoreggiamento personale, infatti, non rientra fra quello ostativi a ricoprire una carica politica.
A nulla è servita la tesi della Procura, secondo cui il reato di favoreggiamento, seppure personale, era stato comunque esercitato dalla Maniscalchi in qualità di avvocato e dunque di pubblico ufficiale. “Non ha mai assistito Sardino”, ha spiegato l’avvocato Gallina Montana. Ed è così caduta l’ipotesi accusatoria, sulla base della quale l’ex assessore aveva dichiarato “per conseguire il profitto, in dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestava falsamente – contrariamente al vero – di non trovarsi nelle ipotesi ostative all’esercizio della carica di assessore, in particolare ometteva di aver riportato una condanna passata in giudicato”.
Nei mesi scorsi anche il sindaco Morello è stato assolto e la Procura generale ha impugnato la sentenza. La Maniscalchi, travolta dalle polemiche, si era dimessa ad una manciata di giorni dalla nomina.
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18 Dicembre 2013, 13:00