12 Febbraio 2019, 12:21
2 min di lettura
PALERMO – Davide Faraone risponde a Nicola Zingaretti. Dopo che il governatore del Lazio, candidato alla segreteria nazionale del partito, ieri a Catania ha definito quanto accaduto al congresso regionale siciliano “un vulnus che divide”, il segretario eletto a tavolino dopo il ritiro di Teresa Piccione, pubblica una lunga, colorita e piccata risposta su Facebook. “Da una vita combattiamo contro i notabili delle tessere siciliane che chiedono al papà romano di turno di sculacciare l’insubordinato Faraone in Sicilia. Sapete quanti emissari, grigi burocrati hanno fatto venir giù per dirci, “questo non potere farlo”, “questo non potete dirlo”… Gente che sconosce il Sud, la Sicilia, che magari si è fatto qui solo una vacanza, che viene in astronave, ci fa la lezioncina e poi torna nella sua comoda poltrona romana. Abbiamo sempre deciso di andare avanti senza di loro, spesso scontrandoci. Non cambierò certo a 43 anni”.
Così Faraone, che al congresso nazionale sostiene Maurizio Martina. “Fra meno di tre settimane monteremo i gazebo in tutta la Sicilia per scegliere il segretario nazionale del Pd. Sono felice quando si dà la parola ai cittadini, quando non si ha paura della partecipazione e quando si dice, “vinca il migliore”. In Sicilia, due mesi fa, questa festa è stata rovinata. Abbiamo dovuto smontare i gazebo all’ultimo momento, sono rimasto solo in campo. Il candidato che doveva misurarsi alle primarie è scappato. Perché? Avrebbe perso. Molto più semplice rivolgersi al “paparino” romano che chiedere ai siciliani il consenso. Anch’io ho perso tante volte, ma non mi sono mai sottratto ad una partita che non ho avuto il coraggio di giocare”.
Piccione si ritirò dalla corsa protestando contro quelle che lei e i suoi sostenitori denunciarono come violazioni del regolamento da parte degli organi che gestirono il congresso, organi saldamente in mano ai renziani e ai loro partner orfiniani. “Io credo che tutti sanno che quello che è accaduto in Sicilia in qualche modo è un vulnus che divide – ha detto in Sicilia Zingaretti -. Quindi in un modo o nell’altro bisognerà tornare ad una riapertura di un dibattito e ristabilire i processi democratici di selezione della classe politica. Su questo non c’è dubbio”.
In caso di vittoria di Zingaretti, insomma, la partita siciliana potrebbe riaprirsi. Faraone però attacca e invita a guardare fuori dal Pd. “Un consiglio al governatore del Lazio per il prossimo tour in Sicilia: oltre che venire quaggiù a parlare dell’insubordinato Faraone, la prossima volta può anche dir qualcosa su un altro Davide, Casaleggio per esempio, o magari dir qualcosa sulla porcheria del pacchetto secessione che sta preparando la Lega Nord. C’è ancora tempo, forza! Noi intanto continuiamo a lavorare, non abbiamo il tempo per le polemiche”.
Pubblicato il
12 Febbraio 2019, 12:21