26 Giugno 2023, 05:00
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PALERMO – La data c’è già, la città pure, l’argomento è deciso: l’autonomia differenziata, o meglio la battaglia all’autonomia differenziata. Fervono i preparativi per il convegno che si terrà a Palermo il prossimo 17 luglio e che avrà fra i relatori tre nomi non a caso: Davide Faraone, Cateno De Luca e Gianfranco Micciché. Un appuntamento che sancirà il dialogo, ormai non più segreto, fra il deputato renziano, il sindaco di Taormina e l’ex leader azzurro in funzione anti-Schifani, con i primi due già pronti ad allearsi alle Europee. Uno scenario che Livesicilia ha già raccontato e che gli stessi protagonisti hanno ormai reso più di una voce di corridoio.
Dopo la rottura con Azione, Matteo Renzi ha scaldato i motori in vista del prossimo appuntamento elettorale in cui i partiti dovranno provare da soli (visto il proporzionale) a superare la soglia di sbarramento del 4%: la morte di Silvio Berlusconi rischia di provocare un terremoto, tanto a destra quanto al centro, e l’ex premier è deciso a giocare un ruolo di primo piano magari contando sui numeri risicati del Senato. La strategia prevede di accogliere i delusi forzisti, riallacciare i rapporti con Calenda, che la scorsa settimana ha incontrato a Roma Cateno De Luca, e +Europa, ma anche cercare nuovi interlocutori per mettere su liste che richiamino al partito Renew Europe il cui leader riconosciuto è il francese Macron. Se al nord l’interlocutore privilegiato è Letizia Moratti, al sud è certamente Cateno De Luca grazie anche ai buoni uffici di Faraone che all’ultima assemblea regionale di Italia Viva ha ammesso aver avviato un dialogo con l’ex primo cittadino di Messina, dopo aver lanciato bordate contro Schifani.
Del resto, l’alleanza con De Luca comporterebbe per i centristi più di un vantaggio: un buon successo delle liste in Sicilia, ma anche nel resto del Meridione, aiuterebbe i renziani a riequlibrare gli ultimi esiti elettorali che hanno visto il Terzo polo molto forte in Lombardia e assai meno sotto Roma, a causa anche dell’anima marcatamente liberale che il progetto aveva incarnato. De Luca offrirebbe invece un contrappeso popolare e meridionalista che nell’Isola ha un suo peso specifico, con Micciché che, se fosse della partita, proverebbe a sottrarre voti al bacino azzurro in tandem con la Moratti, anche se finora ha negato di voler lasciare Forza Italia.
Il dialogo fra De Luca e Micciché non è certo una novità, ma l’ultimo scontro all’Ars sull’emendamento per Taormina lo ha fatto riemergere con chiarezza: l’ex ministro ha ufficialmente approggiato il leader di Sud chiama Nord, con tanto di telefonata in diretta social, rispolverando apprezzamenti e lusinghe e ribadendo le critiche all’indirizzo di Schifani. Ed è proprio l’opposizione al governatore a poter cementare l’inedito trio Faraone-De Luca-Micciché che nei prossimi mesi ha messo in cantiere iniziative comuni. Il primo appuntamento sarà il 17 luglio, nel pomeriggio, a Palermo e il tema dell’autonomia differenziata non è stato scelto a caso: caro alla Lega ma indigesto per i governatori meridionali del centrodestra (che pure lo hanno votato in conferenza Stato-Regioni), sarà uno dei terreni di scontro dei prossimi mesi anche all’interno del governo Meloni.
L’alleanza Italia Viva-De Luca però potrebbe non limitarsi alle Europee, visto che nel 2024 i siciliani potrebbero essere chiamati alle urne anche per tornare a scegliere i rappresentanti delle risorte province: la differenza è che non si applicherà più il proporzionale ma il maggioritario, obbligando tutti a scegliere coalizioni e compagni di viaggio. E non è detto che lo schema del nuovo Terzo polo (con i delusi di Fi) non torni utile anche in questa occasione.
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26 Giugno 2023, 05:00