07 Agosto 2021, 06:02
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PALERMO – “Il vero terremoto nel sistema politico italiano e siciliano dovrà ancora esserci e il passaggio del Quirinale sarà decisivo.” Non teme espressioni forti Davide Faraone, presidente dei senatori e coordinatore regionale di Italia Viva. Le prime scosse di questo terremoto sono state provocate dallo sposamento da Italia Viva alla Lega di Valeria Sudano, Luca Sammartino, Giovanni Cafeo, Carmelo Pullara e Marianna Caronia. Nomi che in Sicilia suonano come “molti voti veri”. Soprattutto Luca Sammartino, forte di oltre 30 mila voti presi alle ultime regionali.
Le pareti hanno tremato, però, anche in casa Lega, dove Salvini per fare passare la paura ha specificato di essere “personalmente già al lavoro per candidature e squadre vincenti”, sicuramente perché “tutto passa dalla Sicilia”. Il primo a proporre, di recente, un nuovo “laboratorio Sicilia”, è stato proprio il partito lasciato dalla senatrice e dai quattro neo-salviniani dell’Ars, Italia Viva.
“Italia Viva in aprile propose un “laboratorio Sicilia”, cha andava dal Pd a Forza Italia, mirato alla elezione del nuovo sindaco di Palermo. Sembra l’antefatto di ciò che si profila in questi giorni.
“Esattamente quattro mesi fa lanciammo l’idea di adattare il modello Draghi in Sicilia e tutti ci dissero che eravamo pazzi. Il sindaco di Palermo, il Pd e la sinistra radicale cominciarono ad attaccarci con bugie e falsità. Oggi ci danno ragione anche il Pd, che ricordo essere il partito di Leoluca Orlando, Cancelleri e Micciché, che è l’uomo di punta di Forza Italia in Sicilia. Però ci tengo a dire una cosa, importante, non proponiamo un laboratorio, una sorta di fusione a freddo tra soggetti incompatibili tra di loro. Noi proponiamo un’alleanza di riformisti, liberali e popolari sulla base di un programma, è lo stesso criterio della nascita del governo Draghi. Noi vogliamo che si discuta di un Piano di Ripresa e resilienza per Palermo e la Sicilia, noi crediamo che occorra un piano shock per questa terra con tre questioni che mettano al centro i giovani, le donne e le imprese. La parola d’ordine deve essere “Rinascita”. Ponte sullo stretto, alta velocità, infrastrutture da realizzare con commissari che operino con poteri da “sburocrati”, impianti moderni per la gestione dei rifiuti, meno tasse, un reddito di cittadinanza per creare lavoro vero separato da un reddito d’assistenza per chi non ce la fa, ragioniamo di contenuti, poi di alleanze”.
L’uscita di Sammartino e degli altri da Italia Viva indebolisce il vostro progetto sul “laboratorio Sicilia” da voler realizzare a partire dalle elezioni comunali di Palermo?
“Ci rafforza. Mentre i boatos parlavano dell’abbraccio di Luca, Valeria e Giovanni con Salvini, nello stesso preciso momento mi arrivavano decine di messaggi whatsapp, tanti amici allibiti ma con una marcia in più. Ho ricevuto una mail di un gruppo di studenti universitari di Catania, vogliono impegnarsi in Italia Viva e costruire nella città Etnea un laboratorio di idee. Mi pare che si stiano liberando belle energie in giro per la Sicilia. E poi mi faccia dire una cosa: ho letto il comunicato di Salvini che ufficializza le new entry, scrive testualmente: “Sono felice di annunciare ufficialmente l’adesione alla Lega, ai suoi valori e alle sue battaglie, della senatrice Valeria Sudano e dei parlamentari regionali Luca Sammartino (Catania), Giovanni Cafeo (Siracusa)”. Adesioni ai valori della Lega? Spero non siano quelli del sottosegretario leghista Durigon che ha proposto di togliere l’intitolazione a Falcone e Borsellino del parco di Latina per restituirgli il nome di Mussolini. Spero Salvini e le new entry prendano le distanze. E poi mi sembra che la scelta stia creando più casini in altri partiti e non nel nostro, e non subirà contraccolpi nemmeno il percorso politico che abbiamo avviato con le altre forze politiche riformiste, liberali e popolari. Ho improntato tutta la mia vita politica sul coraggio e sulla coerenza e non sull’opportunismo o alla ricerca delle scorciatoie pur di restare a galla, non posso cambiare a 46 anni. Credo che questo alla lunga paghi”.
Di questi nuovi scenari siciliani che ne pensa Matteo Renzi?
“Noi crediamo che tutto quello che sta accadendo sia soltanto qualche scossa di assestamento post crisi governo Conte e avvio governo Draghi. Il vero terremoto nel sistema politico italiano e siciliano dovrà ancora esserci e il passaggio del Quirinale sarà decisivo. Vedo in tanti agitarsi, avere fretta e leggere la politica con gli occhi del passato. Calma e gesso. Tutti quelli che lealmente sostengono il governo Draghi con convinzione e non per convenienza alla fine staranno insieme anche in futuro e guideranno le più importanti istituzioni del paese, per fortuna dell’Italia direi”.
Con quale strategia Italia Viva intende superare la diaspora dei recordman delle preferenze?
“Siamo impegnati a costruire il terzo appuntamento della nostra scuola di formazione politica per under 30, sarà bella, partecipata e il nostro laboratorio per le prossime competizioni elettorali. Da lì usciranno giovani donne e uomini che voglio siano la nuova classe dirigente di questa terra. Il nostro è un progetto di libertà, vogliamo liberare energie e non riprodurre schemi della vecchia politica, quella dei capicorrente, dei notabili nei territori, dei pacchetti di voti e di tessere”.
Micciché ha riaffermato il proprio diritto ad indicare il nuovo presidente regionale se non si chiudesse l’intesa sulla conferma di Musumeci.
“Ripeto quello che vi ho già detto, è prematuro parlare di candidature, ne vedremo ancora delle belle. Pensiamo a governare il paese che è quello che ci viene richiesto, con serietà ed onore”.
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07 Agosto 2021, 06:02