Faraone e la Leopolda del Sud | “Il Pd deve abbattere gli steccati”

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05 Ottobre 2018, 06:01

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PALERMO – L’appuntamento è per oggi pomeriggio e domani al Teatro Santa Cecilia. Alla “Leopolda del Sud” organizzata dai renziani di Davide Faraone si prevede la partecipazione di tanti big nazionali. Almeno quattro (Delrio, Minniti, Bellanova e Serracchiani) sono stati inseriti pure tra i papabili futuri segretari del Pd. “Mezzogiorno tutti i giorni” il titolo della kermesse “sudista”, che andrà in diretta sulla pagina Facebook di Renzi. Davide Faraone spiega a Livesicilia lo spirito della iniziativa e guarda a un futuro in cui “si superino gli steccati”, lasciando intendere che si avvicina il momento di andare oltre il Pd, almeno per come lo si intende adesso.

Senatore Faraone, la vostra piattaforma parla di ripartire dal Sud. Non era meglio farlo quando governavate voi?

“Io posso dire che non rinnego nulla delle politiche del Mezzogiorno che abbiamo fatto. L’unica cosa che è mancata è la determinazione e il coraggio delle classi dirigenti che dovevano attuare questo cambiamento. Sì, su questo dovevamo essere più decisi: sul rinnovamento della classe dirigente del Mezzogiorno. Ma sulle politiche, gli investimenti , il cambio di paradigma da un Sud assistito a un Sud produttivo, con interventi come il Patto per il Sud, eravamo nel giusto”.

Intanto è proprio al Sud che il Movimento 5 Stelle ha costruito il suo trionfo elettorale.

“Noi dobbiamo distinguerci. Ad esempio, se si deve aprire un conflitto con l’Unione europea, questo va fatto non per dare strumenti assistenziali ma semmai per ottenere una detassazione totale per le aree depresse. Credo che su questo valga la pena battersi con l’Europa. Dobbiamo fare come l’Irlanda che ha creato un’Agenzia per lo Sviluppo. Dobbiamo chiedere di diventare un’area libera dalle tasse per dare respiro all’impresa e creare vero lavoro”.

A proposito, in passato avete sempre parlato al mondo dell’impresa in occasione delle “Leopolde” palermitane. Anche quest’anno avrete dei rappresentanti?

“Assolutamente sì. Noi abbiamo tantissime eccellenze in questa regione, imprese che sono riuscite a diventare tali anche se nel Mezzogiorno non è conveniente investire. In giro per la Sicilia ho incontrato storie straordinarie come quella della Irritec, una delle primcipali aziende italiane di irrigazione, o la Mondial Marmi, altra eccellenza basata in Sicilia. Bisogna investire sulle imprese che decidono di stare qui. Ad esempio mi è dispiaciuto tantissimo per quello che è successo a Mosaicoon”.

Al Santa Cecilia ci saranno tanti big nazionali della corrente renziana. Cosa farete al congresso del Pd, posto che Renzi ha annunciato che non si ricandiderà?

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“Io credo che non si debba tornare indietro rispetto a un Partito democratico riformista. Noi abbiamo lanciato nei mesi scorsi l’iniziativa del ‘Nuovo campo’ e qualcuno ci ha anche irrisi. Ora vedo che il concetto di un superamento delle barriere si diffonde in tutti, da Orfini a Calenda. Bisogna abbattere steccati tradizionali perché dall’altro lato ci sono persone che ci vogliono fuori dall’Europa. Ci sono divisioni nuove e noi dobbiamo creare spazi nuovi per accogliere. La Sicilia, poi, è sempre stata una terra moderata, riformista con idee che non avevano nulla a che fare con il populismo grillino e l’estremismo leghista. Questo deve essere un congresso che apre e avvia nuove sfide. Non è detto che oggi si parte dal Pd e si arrivi al futuro con lo stesso contenitore”.

Micciché, che parteciperà alla vostra iniziativa, è un vostro interlocutore in questo scenario?

“Credo che in Sicilia più che tutti quelli che pensano che Salvini sia uno str… sono interlocutori. Chiedo ai siciliani di svegliarsi: non dimentichino che quello che Salvini dice oggi degli immigrati lo diceva ieri dei meridionali. Loro hanno un’idea molto chiara: che al Sud ci siano nullafacenti ignoranti che vanno assistiti. La divisione che hanno in mente è al Nord i soldi per la produttività, con il Sud assistito che diventa una casa di riposo. Questa è un’idea perversa. Noi invece crediamo che al Sud ci siano le migliori energie. E questo è un primo spartiacque. L’altra discriminante c’è per chi va a Pontida. Non accetto l’idea che il mio presidente della Regione vada sullo stesso palco dove i Calderoli e i Bossi hanno gridato le peggiori cose ai siciliani”.

Il Pd per come è oggi secondo lei può durare?

“Credo che oggi tutti, anche il Partito socialista europeo e il Partito popolare europeo debbano ragionare sulla loro prospettiva. Faccio un esempio: io mi sento molto più vicino alla Merkel e lontano anni luce da Orban, che però stanno nello stesso partito europeo, il Ppe. Dobbiamo ripensare i contenitori. Un minuto dopo che sarà chiuso il congresso, nel Pd dovremo ragionare su questo, abbattere steccati e costruire una cosa più ampia”.

Ma accanto alla sinistra o staccandosi?

“Oggi la forza sta nel messaggio chiaro e nelle leadership forti. Vanno mantenute le caratteristiche di un partito che è democratico, che fa le primarie. Ma un minuto dopo che si chiude la selezione della classe dirigente, chi ha vinto deve essere messo nelle condizioni di operare senza un costante logoramento interno”.

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05 Ottobre 2018, 06:01

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