Faraone segretario senza primarie | Incoronazione tra le polemiche

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14 Dicembre 2018, 00:34

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PALERMO – Davide Faraone è stato proclamato nella notte segretario del Pd siciliano. Lo ha stabilito la commissione regionale per il congresso, non senza l’ennesimo strascico di polemiche. La commissione, presieduta da Fausto Raciti, ha di fatto annullato le primarie, previste per domenica 16 dicembre. Il renziano Faraone – sostenuto anche dagli ex nemici Partigiani Dem – era rimasto l’unico candidato in corsa dopo il ritiro di Teresa Piccione, area Zingaretti, che aveva accusato la commissione regionale del congresso e la commissione nazionale di garanzia, entrambe a maggioranza renziana, di avere stravolto le regole del partito stabilendo il rinvio dei congressi provinciali e di circolo a dopo le primarie. E così, dopo la scelta dell’Aventino di Piccione e dei suoi sostenitori, da Lupo a Cracolici, da Speziale a Crisafulli, Faraone diventa segretario di un partito in frantumi.

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Nella seduta della commissione per il congresso che ha proclamato il nuovo segretario vincitore a tavolino non sono mancate le ultime(?) polemiche interne ai dilaniati dem. Si è anzitutto preso atto del ritiro della Piccione dalla corsa e delle dimissioni di Lillo Speziale dalla commissione presieduta da Fausto Raciti. Il verbale della riunione ha il sapido gusto della baruffa ai limiti della pièce teatrale. Toni Costumati alla riunione è presente e porta la lista dei candidati all’assemblea a sostegno di Davide Faraone. I membri della commissione dell’altra parte chiedono di fotocopiare le liste o fotografarle, e collegato al telefono Faraone si oppone per ragioni di privacy, forse temendo che i compagni di partito volessero inviare spam pubblicitario ai suoi candidati. Alla fine Raciti si impegna a dare i nominativi senza dati sensibili. Un componente della commissione dell’area Piccione chiede se siano stati accertati i requisiti di candidabilità e se il segretario in pectore Faraone abbia versato regolarmente i contributi al partito (Speziale nelle scorse settimane denunciò che i parlamentari nazionali non avevano versato le somme). A questo punto, il verbale non dà notizia di risposte in merito ma comunica che il presidente Raciti incorona suo successore Davide Faraone, proclamandolo segretario. I componenti di minoranza mettono a verbale che la proclamazione è illegittima. Un buon inizio. Da qua in poi si comincia a dibattere dei requisiti di candidabilità del segretario. E si fa notte. Intanto alle 22,30 è arrivato un componente ritardatario che ci tiene a fare mettere a verbale la sua indignazione per le accuse di Piccione. Alla stessa ora, un altro componente se ne va ma “dichiara la sua disponibilità a ritornare” se fosse necessario. Con l’aria che tira nel Pd, meglio farsi trovare in zona. Alla fine Raciti ricorda ai colleghi di minoranza che le candidature di Piccione e Faraone erano state accettate già all’unanimità e che trasmetterà l’elenco dei candidati di Faraone all’Assemblea che risultano eletti in blocco, inaugurando idealmente la nuova stagione bulgara del Pd renziano (con Partigiani a seguito). A mezzanotte e dieci si firma il verbale. È già il 14 dicembre. L’alba del primo giorno del Pd di Faraone.

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14 Dicembre 2018, 00:34

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