05 Marzo 2012, 02:02
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Doveva essere il giorno dello “strappo” per Davide Faraone. Ma solo a tarda notte ha deciso di farsi vedere, quando ormai la partita era di Fabrizio Ferrandelli. L’attesa degli spogli, seggio per seggio, l’ha vissuta barricato in una stanza del suo comitato: da lì uscivano ed entravano solo pochi collaboratori, dati. “Nel pomeriggio non ha fatto neanche il giro dei gazebo: si è andato a riposare, più di così non si poteva fare” spiega Monica, addetto stamapa. Passano le nove: lui resta ancora serrato in quella stanza. “E’ tranquillo” dicono. Però, di certo, non lo sono i suoi collaboratori.
Molti di loro, si riuniscono in un’altra stanza a conteggiare i voti. Sul tavolo i computer, gli i-phone e i resti della cena. E il posacenere a testimoniare il nervosismo di quelle ultime ore. Seduti attorno il comunicatore renziano, Giorgio Gori, il fratello del rottamatore siciliano, Gianluca Faraone, il fedele addetto stampa, Simone Di Stefano e Giovanni Sutera, tecnico informatico.
Arrivano i primi dati e alle dieci, con Ferrandelli in testa, già le parole fanno fatica ad uscire. “In ogni modo ha vinto sempre Lombardo” dice qualcuno. Passa un’ora pensando già all’indomani, a Massimo Costa e al governatore della Sicilia. Poi un grido: A Montegrappa il rottamatore siciliano è stato votato 435 volte. Continua il testa a testa a tre, ma ancora per poco.
I risultati di piazza Bellini, inaspettatamente positivi per il candidato vicino al sindaco di Firenze, si scontrano con quelli di piazza Indipendenza, “il seggio dei brogli” sussurra qualcuno. Qui Faraone prende quasi un terzo dei voti dell’ex capogruppo Idv. “Qui domani succede il putiferio” sono i primi pronostici su un Pd che da questa consultazione esce evidentemente lacerato. “Solo un miracolo potrebbe farci rimontare” sussurra adesso il fratello del deputato regionale. Mentre arrivano le prime urla dal comitato ferrandelliano, gli occhi si posano sulle auto sotto al portone: “E’ la società civile che si muove in auto blu” scherzano. Tra i collaboratori c’è però una certezza: “Davide è il vincitore morale di questa competizione elettorale”. Senza apparati e senza una segreteria politica alle spalle. L’unico ad avere una tessera di partito e a non essere sostenuto da alcuna istituzione politica, si ripetono tutti. Gori, in silenzio, setaccia i tweet in cerca di buone notizie. Ma non ce ne sono. I pensieri sono ormai ai brogli, alle schede contestate e alle reazioni dell’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che tutto aveva puntato su Rita Borsellino. È ormai l’una e Davide Faraone decide di uscire dal suo “bunker”. “Ma quanti siete?” chiede ridendo a quanti sono rimasti ad aspettare e lo accolgono con un forte applauso. Il saluto a Gori e uno sguardo ai suoi compagni più stretti: “Contate fino a dieci e vedrete che arriverà il comunicato stampa di Orlando” dice con un sorriso stampato sul volto. Un sorriso amaro. Poi su Facebook la morale finale: “Un grande risultato”.
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05 Marzo 2012, 02:02