I Fascella inchiodati dal pentito| “Milioni di euro e fiumi di droga”

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21 Ottobre 2014, 17:16

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PALERMO – Fiumi di denaro per fiumi di droga. Nel ventre della Guadagna i magazzini traboccavano di cocaina, eroina e hashish. Il popolare rione a pochi passi dal mandamento mafioso di Santa Maria del Gesù è da sempre al centro del business degli stupefacenti. E se si parla di droga alla Guadagna salta fuori, sempre, il cognome Fascella.

L’operazione della Squadra mobile decima un’intera famiglia. La droga sarebbe arrivata da Napoli e Milano sotto l’egida di due gruppi criminali. Da un lato Francesco Ciccio Fascella, classe 1938, uomo d’onore e un tempo capo della famiglia mafiosa della Guadagma, e i figli Filippo e Giuseppe, di 44 e 43 anni. Dall’altro, i fratelli gemelli Giuseppe e Pietro Fascella, 42 anni, nipoti di Ciccio. A completare l’organigramma dei signori della droga, secondo l’accusa, ci sono Giovanni Vitale e Antonio Guida. Il primo è stato arrestato, mentre la posizione di Guida è stata stralciata. Perché Guida è il collaboratore di giustizia che ha fatto luce sui traffici. Infine, ci sono Benedetto Chimera e Giorgio Morici, arrestati già da tempo, che avrebbero avuto il ruolo di trasportare e custodire la droga. Ci sono altri tre indagati – Paolo Castrofilippo, Riccardo Romito e Paolo Basile – per i quali il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello ha respinto la richiesta di arresto. È passato troppo tempo e non ci sono più le esigenze cautelari.

D’altra parte le indagini della sezione Narcotici della Squadra mobile, coordinata dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai sostituti Sergio Barbiera e Sirio De Flammineis, è stata lunga e difficile. È iniziata nel 2008 ma ha consentito, partendo dal basso, di fare saltare il “banco della droga” e di sequestrare negli anni oltre due quintali di stupefacenti.

Il racconto di Guida parte dal 2001 quando si interruppero i suoi rapporti, iniziati nel ’96, con Ciccio Fascella e Giuseppe Fascella (classe 1971). Guida era rimasto scosso dall’omicidio di Paolo Pizzo, suo amico e pusher della Guadagna. Poi si sarebbe reso conto che era ai Fascella che bisognava rivolgersi per comprare la droga. I Fascella, d’altra parte, ha ricordato il collaboratore, erano pieni di soldi. Quei soldi che gli avrebbero consentito di monopolizzare il mercato. Come avvenne quando misero un milione di euro sul piatto di Giovanni Senapa della Kalsa per assicurarsi dieci chili di cocaina.

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La parentesi carceraria di Guida interruppe i contatti con i Fascella. Solo momentaneamente, però. Ripresero nel 2006 anno della sua scarcerazione. Una volta fuori Guida sarebbe entrato in contatto con Giovanni Vitale che avrebbe reso il suo negozio di animali in piazzetta Lacrime Cristi, a Santa Maria del Gesù, la base operativa dei traffici. Alle sue dipendenze lavorava Giorgio Morici che conservava la polvere bianca nella sua abitazione di corso Italia a Ficarazzi. Morici e Vitale l’avrebbero prelevata, 500 grammi al giorno, per piazzarla ai pusher di mezza città. E gli affari andavano a gonfie vele visto che tra il 2007 e il 2008 avrebbero comprato dai Fascella un chilo di cocaina al mese. La pagavano 50 mila euro e la rivendendevano 60 euro al grammo. Il conto del profitto è presto fatto: dieci mila euro.

Fino ad allora i soldi si facevano solo con la cocaina. Poi, aumentarono anche i consumi di eroina. E i trafficanti non si lasciarono sfuggire l’occasione. Con una novità importante: dal 2008 Guida ha raccontato di essere diventato socio in affari di Filippo Fascella. Per il primo carico di eroina Guida e Vitale avrebbero fatto tappa a Reggio Calabria. La droga arrivava da Napoli e fu trasportata in Sicilia a bordo di una Mercedes classe B. Poi, una volta a Palermo l’eroina – tre chili comprati 105 mila euro – vennero conservati in una stalla a pochi passi dal cimitero di Santo Spirito.

Fu l’inizio di quel “vai e vieni” che ha dato il nome all’operazione. Solo che ormai i trafficanti avevano i poliziotti alle calcagna. E la cronaca degli ultimi anni è zeppa di arresti e sequestri. I primi ad essere fermati furono Chimera e lo stesso Guida. Chimera era il custode della droga, stipata in un magazzino di salita Mezzagno. Quando i poliziotti vi fecero irruzione c’erano dodici chili di cocaina, due di eroina e 128 chilogrammi di hashish. Non è tutto perché nel magazzino gli uomini della Mobile trovarono la contabilità dei traffici: “Fascella 5.000.000; Fascella 4.000.000”. Erano i soldi, i milioni di euro, che i Fascella avrebbero dovuto incassare per la consegna dello stupefacente. Ed ancora, nel magazzino c’era pure una cassaforte con dentro un biglietto e un numero di telefono. Fu l’avvio di una nuova pista investigativa.

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21 Ottobre 2014, 17:16

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