04 Maggio 2020, 13:52
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PALERMO – Basta mettere il naso fuori casa per capire che davvero a Palermo è iniziata la Fase 2. Il problema è capire come sarà vissuta la graduale ripartenza.
Da oggi i divieti sono meno stringenti. Si può uscire da casa, ad esempio, per incontrare parenti e congiunti, e andare a lavorare nei casi in cui è consentito. Gli spostamenti devono comunque essere tutti necessari.
Ed è l’aggettivo “necessario” che potrebbe cozzare con la realtà del risveglio di Palermo. Da una parte l’ordine con cui, almeno nelle zone del centro, vengono gestiti, ad esempio, i servizi pubblici; dall’altra il caos di strade dov’è la confusione regna sovrana. Sono le due facce d una stessa città. In alcuni casi si può davvero parlare di ritorno alla normalità, laddove nella normalità è compreso il caos di sempre. Prima e dopo il lockdown non c’è differenza.
Alla stazione Notarbartolo gli addetti dell’Amat, con visiera e mascherina, si danno un gran da fare per obbligare al rispetto delle regole. L’accesso ai mezzi pubblici, sia bus che tram, è contingentato. Si sale solo se muniti di mascherina come ricordano gli adesivi sui mezzi e quando si è in troppi gli impiegati dell’azienda dei trasporti obbligano alcuni ascendere. E accettano di buon grado. Nelle fermate attorno alla stazione Notarbartolo sono presenti gli impiegati dell’Amat a regolare il traffico. Palermo offre un’immagine di efficienza. (guarda il video: come si viaggia sui bus). C’è, però, passeggero che protesta per i controlli meno rigidi nelle fermate di periferia: cita i i quartieri Zen, Sferracavallo e la zona di corso Calatafimi.
Controlli rigidi anche sui tram dove gli adesivi piazzati sui sedili servono a mantenere le distanze di sicurezza (guarda il video: come si viaggia sul tram).
Stessa cosa davanti al giardino Inglese, uno dei parchi pubblici più frequentati della città. Da oggi si entra solo se si è prima eseguita la prenotazione sul sito del Comune. All’ingresso c’è un impiegato che controlla, lista alla mano, che la procedura sia stata rispettata. Non sono ammesse deroghe e qualcuno, infatti, è costretto a fare marcia indietro.
Non è ovunque così. Tanta gente passeggia in via Maqueda. Accanto al teatro Massimo ci sono decine di persone che attendono di entrare alle poste. Hanno quasi tutti le mascherine, ma non chiamarlo assembramento significherebbe negare l’evidenza.
Basta spostarsi in Corso Camillo Finocchiaro Aprile per confrontarsi con l’altra faccia della città. Sembra un giorno come i mille altri della fase precedente all’emergenza Coronavirus (guarda il video: in giro per Corso Camillo Finocchiaro Aprile, che caos). La gente si muove con tutta calma per fare acquisti. Gli immancabili venditori abusivi offrono frutta e verdura. Ci sono come sempre le macchine parcheggiate in doppia fila. Di controlli non se ne vedono. Almeno quasi tutti indossano la mascherina. Quasi appunto, perché non è facile riconoscere in mezzo alla folla i volti di coloro che sono sprovvisti dei dispositivi di sicurezza.
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04 Maggio 2020, 13:52