22 Dicembre 2010, 11:01
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Cari commercianti di Palermo,
Siamo a Natale ed è quindi tempo di buone promesse. Una ve la chiedo io, perché Natale è anche tempo di regali e i mafiosi di Cosa Nostra hanno l’abitudine di chiedere un “regalino” a voi tutti proprio in corrispondenza delle festività natalizie, per alleviare le “sofferenze” delle famiglie dei carcerati. Che farete? Che intenzione avete di fare quando loro si presenteranno? Pensate forse di dover pagare perché non c’è scelta? Sappiate che non è vero non esserci scelta. Pensate forse che è meglio pagare, che sia più conveniente? Vi sbagliate, non è per nulla conveniente, anzi…
Qualche giorno fa avrete appreso da giornali, televisioni e radio che è stata conclusa una brillante operazione di polizia, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, che ha portato all’arresto di una sessantina di persone, tutte legate al racket del pizzo dei Lo Piccolo, padre e figlio. E non è stata affatto un’operazione isolata, visto che si chiama “Addio Pizzo 5” proprio perché arriva dopo tanti altri arresti di svariate centinaia di uomini. E si affianca a tante altre indagini che hanno ormai smantellato interi settori del controllo del territorio esercitato attraverso il particolarissimo sistema del racket del pizzo.
Ecco perché chiamare un’operazione di polizia “Addio Pizzo”. Perché i colpi inferti al racket delle estorsioni si stanno moltiplicando. E si moltiplicano i cittadini che si ribellano alla legge dell’omertà. Tutti voi, cari commercianti, negli anni passati preferivate farvi incriminare per favoreggiamento e false dichiarazioni al pm piuttosto che violare la consegna del silenzio, piuttosto che ammettere di essere stati vittima della mafia. Fu questo atteggiamento di passività e paura ad avere isolato Libero Grassi, esponendolo alla rappresaglia mafiosa. Fu questo atteggiamento di rassegnazione a rafforzare il potere sul territorio di Cosa Nostra.
Oggi non è più così. Centinaia sono gli imprenditori che si sono ribellati e che perciò vivono con la scorta, ma senza la mafia e senza necessità di vedersi il proprio locale incendiato. E, anzi, hanno visto i loro aguzzini prima alla sbarra, e poi condannati a pene severe. Insomma, una via d’uscita esiste. Ed è una via d’uscita conveniente. Perché conviene, economicamente e psicologicamente, liberarsi del mafioso che ti perseguita, ti assilla, ti controlla, ti pesa. Questo è il momento buono, cari commercianti. Non aspettate la mossa degli altri. Non aspettate che sia lo Stato a convocarvi per denunciare il mafioso. Non aspettate che sia il mafioso a desistere dal venirvi a chiedere il pizzo, perché è difficile che vi rinunci.
Ecco perché vi chiedo un piccolo atto di coraggio, una buona promessa di Natale. Approfittate del momento di debolezza che il racket delle estorsioni attraversa. Rifiutate di pagare il pizzo, rivolgetevi alle associazioni antiracket, denunciateli. È il momento buono per liberarsene. Regalatevi e regalate alle vostre famiglie un Natale diverso. Un Natale senza mafia.
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22 Dicembre 2010, 11:01