Fava, comizio a Palermo: | “Il primo dei cento passi”

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03 Novembre 2017, 20:35

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PALERMO– Claudio Fava ha scelto Palermo e la sua centralissima piazza Bologni per chiudere una campagna elettorale intensissima in vista delle regionali di domenica. Il vicepresidente della commissione nazionale antimafia, sceso in campo solo a settembre, in questi mesi ha creato una lista il cui nome vuole ricordare un film e una storia siciliana tristemente nota, “Cento passi per la Sicilia”, riuscendo a unire la sinistra radicale a partire dai Democratici e progressisti di Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, Sinistra italiana e Rifondazione comunista.

Salito sul palco Claudio Fava non ha usato giri di parole: “Le elezioni di domenica saranno il primo dei cento passi necessari per cambiare questa terra. Nello Musumeci ha chiuso la sua campagna elettorale dicendo che ha l’appoggio addirittura di Dio. Ha chiamato la sua lista citando le parole di Paolo Borsellino, “Diventerà bellissima”, ma non so quanto sarebbe contento il magistrato ucciso di scoprire poi che fra quei candidati e nelle altre liste a sostegno ci sono certi personaggi. Noi chiudiamo questa campagna invece provando a ragionare sulle parole dette e non dette in questi mesi. Parole come onestà – ha sottolineato il candidato presidente – che è coerenza e narrazione di una regione che non è quella che ci hanno raccontato, una terra rassegnata. La nostra lista è l’unica che ha trasmesso ottimismo, onestà e limpidezza e non solo giudiziaria. Abbiamo costruito un rapporto di verità con i cittadini – ha continuato -. Abbiamo raccontato una terra che cerca il riscatto. Mentre dagli altri non abbiamo sentito punti programmatici, ma solo discorsi sconnessi sul voto utile. Per noi voto utile vuol dire voto libero. E abbiamo parlato anche di mafia – ha chiuso il parlamentare siciliano – e non lo abbiamo fatto sottovoce, ma gridando cosa mantiene intatto l’interesse mafioso in questa regione. Perché la specialità di questa terra non sta nello statuto ma nella sua storia. La storia dell’unica regione con un presidente ucciso dalla mafia. Il 6 novembre dimostriamo che i siciliani sono uomini e donne liberi e non soldatini”.

Prima dell’intervento del candidato presidente il giornalista Luca Telese ha moderato un lungo confronto a tre fra Pierluigi Bersani, il segretario di Sinistra italiana Nicola Frantoianni e il dirigente di Rifondazione Paolo Ferrero. Un lungo dialogo sul futuro della sinistra in Italia: “Parole che a noi fan battere il cuore, ai giovani dicono poco – ha detto Bersani – per questo è necessario dire esattamente cosa fare, perché e solo alla fine dire che sono cose di sinistra. Tornare all’origine di questa ideologia politica, ovvero alla pari dignità fra uomini e donne. Oggi le disuguaglianze troppo evidenti e le leve per ridurle sono tre: lavoro, con investimenti per far crescere l’occupazione e regole che non umilino il lavoro, una sanità efficiente e un fisco più giusto”. Per l’ex segretario del Partito democratico è “Arrivato il momento di rifiutare la rassegnazione e la sterile protesta dei 5 Stelle. Ci vuole una risposta positiva e reale, questo intendo per sinistra di Governo, questo è il messaggio che Claudio Fava ha diffuso in questi mesi qui in Sicilia e sul quale non potremmo essere più d’accordo”. E su Matteo Renzi, Bersani non sembra aperto a nessun dialogo: “I fatti sono evidenti – ha sottolineato – la legge elettorale fatta agevola solo il grande inciucio. Non puoi sperare di dialogare con noi dicendo che quello che hai fatto è tutto buono e giusto, dov’è il margine di dialogo? Dopo il voto in Sicilia, Renzi perderà ma non lo ammetterà mai, lui non perde mai. Tocca noi risvegliare le persone e le idee di un popolo veramente di sinistra”.

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E tornando alle elezioni di domenica, ma guardando alle politiche Frantoianni ha le idee chiare: “Micari ha girato la Sicilia solo per dire che avrebbe perso a causa di Claudio Fava e della lista Cento passi per la Sicilia – ha detto – ma la verità è che la sinistra perde quando invece di fare il suo mestiere attua politiche di destra. Oggi serve una sinistra che torni a difendere la maggioranza di questo Paese che in questi anni si è impoverita. Dalla Sicilia cominceremo a costruire una politica seria per tutta l’Italia”.

 

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03 Novembre 2017, 20:35

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