19 Ottobre 2017, 06:00
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PALERMO – Nessuna alleanza “formale”. Né presto, né dopo. Ma qualche sintonia, qualche affinità c’è già. E potrebbe emergere nell’Assemblea regionale che verrà fuori dalle elezioni. Claudio Fava, nel corso di un forum a Live Sicilia, non ha chiuso le porte al Movimento cinque stelle. Non in vista di un patto stabile, ma certamente, il candidato a capo della lista “Cento passi” ha valutato in modo assai diverso, la corsa verso Palazzo d’Orleans di Giancarlo Cancelleri, rispetto a quelle di Nello Musumeci e Fabrizio Micari.
“Se dovesse vincere Cancelleri – ha detto Fava in diretta durante il forum di Live Sicilia – dovremmo valutare le cose che propone, e sono convinto che su alcune potrebbe avere il nostro sostegno”. Un’apertura di credito, quindi, che potrebbe diventare preziosa, dal 6 novembre prossimo. La legge elettorale siciliana che non prevede il ballottaggio da un lato, e la presenza ai nastri di partenza non solo di tre candidati in rappresentanza dei blocchi politici che da qualche anno si dividono (con gradazioni diverse) il consenso, cioè quelli che fanno capo al Movimento cinquestelle, al centrodestra e al centrosinistra in salsa renziana, ma anche dello stesso Fava – oltre al sicilianista La Rosa – rendono quasi impossibile la formazione di una maggioranza parlamentare dopo le elezioni, a prescindere da chi vincerà.
Un problema che dovrà essere affrontato anche dal Movimento cinque stelle, in caso di vittoria. Ma qui il discorso si fa più complicato, vista la scelta dei grillini, adottata fin dall’inizio, di non creare alleanze con altre forze politiche. Un’intransigenza che nel recente passato era stata un po’ attenuata da un’apertura di Di Maio e anche di Cancelleri nei confronti di “liste civiche”. Una possibilità che il candidato grillino prova a spiegare in modo un po’ più dettagliato: “Non si tratta di una apertura vera e propria. Prima – dice – vogliamo vedere chi verrà eletto, anche in termini di singoli deputati. Poi verificheremo se c’è una disponibilità a dialogare sui programmi. Ma si tratterebbe di accordi che non si traducono in nessuna poltrona, tanto meno in giunta”.
Ma l’affinità, su alcuni punti c’è. A cominciare ad esempio dalle forti critiche nei confronti delle liste dell’avversario comune Nello Musumeci. Così, proprio nei giorni scorsi, all’Huffington post Fava ha detto: “Ho più cose in comune con Giancarlo Cancelleri che con Nello Musumeci, non c’è dubbio. Con i 5Stelle ci possono essere punti di convergenza sul programma, ma non bisogna cadere nel politicismo fabbricando alleanze in campagna elettorale o immaginando di cercare i voti in assemblea regionale come fossero elemosine”. Un concetto che non si allontana poi molto dalle parole di Cancelleri, al quale Fava, anche in una intervista a La 7 ha rivolto qualche altra parola di apprezzamento: “A Cancelleri – ha detto – mi sento più vicino nella passione, spesso genuina, meno in una certa furbizia democristiana, come nel caso del cosiddetto ‘abusivismo di necessità’, o nel ricorrente richiamo alla questione dei vitalizi”. Non è quello delle onorevoli pensioni il problema vero, secondo Fava. Ma non sembra un ostacolo così insuperabile in vista di un eventuale dialogo all’Ars. Come in qualche modo conferma Cancelleri: “Se non succede un miracolo – dice – nessuno degli eletti avrà una maggioranza all’Ars, lo scenario sarà quello e lo sappiamo già. Se vinceremo, proporremo dieci punti programmatici. Li proporremo a tutti, esclusi ovviamente gli impresentabili se verranno eletti. Lo faremo per il bene della Sicilia e dei siciliani”. E quel programma potrebbe trovare nei Cento passi di Fava, più di tutti gli altri, un interlocutore tra gli scranni di Sala d’Ercole.
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19 Ottobre 2017, 06:00