10 Aprile 2011, 01:13
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Occorre una presa di posizione chiara, puntando senza indugi verso l’economia. Restano queste, secondo Claudio Fava, giornalista, scrittore e coordinatore della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, le prerogative della lotta alla mafia. “Un fenomeno fisiologico” secondo Fava, quello che negli ultimi giorni ha occupato le pagine della cronaca nera palermitana, con l’esecuzione del mafioso di Borgo Vecchio Davide Romano. E mentre Cosa nostra torna alla violenza, lo Stato e l’informazione non devono perdere di vista le sue relazioni con i piani più alti della società.
“La mafia è una brutta bestia, soprattutto quando non ha bisogno di ammazzare”. Sono le parole di un suo articolo. Cosa sta succedendo alla mafia adesso?
“Ci sono nuovi assetti di potere e di controllo e la guerra è l’unico strumento per regolarizzarli. Sono dinamiche molto veloci. I collaboratori di giustizia raccontano delle vecchie stragi, della mafia ormai datata. È difficile che ci siano nuovi collaboratori capaci di raccontare le nuove dinamiche”.
Ma la violenza non è un rischio?
“La violenza è sempre un segno di debolezza. Ma sono un segno di forza le ragioni di questa violenza. Ciò che si muove sotto la superficie sfugge. È molto più difficile da comprendere di quanto non dica la cronaca”.
Che ruolo dovrebbe avere l’informazione?
“Il malessere dell’informazione in Sicilia è quello di vivere una condizione di subalternità. Raffaele Lombardo e Mario Ciancio sono i due uomini più potenti della regione, uno per la carriera politica, l’altro per quella imprenditoriale ed editoriale. Ed è difficile sapere cosa stiano producendo le due inchieste a loro carico, entrambe con l’accusa di concorso esterno. Due vicende che dovrebbero essere al centro dell’attenzione come a livello nazionale si fa con i dirigenti politici. Qui le notizie restano titoli e non si procede ad un continuo approfondimento”.
Si sta già parlando di guerra di mafia come una faida interna, qualcuno denuncia il rischio di un ritorno al passato. Non è altrettanto grave?
“La guerra di mafia è un fenomeno fisiologico. Ci sono scosse di assestamento in cui cerca di annichilire l’avversario. Il problema è cercare la verità sulla mafia e risolvere ogni fenomeno mafioso. È più importante investigare sulle vicende politiche economiche. Bisogna fare in modo che il paese faccia della lotta alla mafia il suo primo obbiettivo. Sconfiggere la struttura economica . Il resto è una conseguenza naturale”.
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10 Aprile 2011, 01:13