PALERMO – Mentre in Sicilia si fa concreta l’eventualità del successo di un candidato “sovranista”, spinto nel centrodestra dall’asse Meloni-Salvini, la sinistra siciliana non trova di meglio da fare che logorarsi nel consueto scontro fratricida. Storia vecchia, si dirà. Che però si ripete in questi giorni. Con uno scambio in corso tra Claudio Fava, candidato della sinistra anti-Pd, quella che senza neanche celarlo troppo stapperebbe spumante se facesse fuori Renzi, e il segretario del Pd siciliano Fausto Raciti, che sostiene il rettore Fabrizio Micari.
Le due sinistre scoccano le loro frecce. E non verso destra. Anzi. L’ultima schermaglia è nata proprio dalla conferenza stampa di Claudio Fava che ha diffuso un sondaggio commissionato dal suo staff all’Istituto Piepoli. Sondaggio – limitato a solo quattro candidati che dava Nello Musumeci in testa col 42, seguito dall’accoppiata Fava-Cancelleri al 25 per uno, ultimo Micari addirittura all’8. Numeri che Fava ha utilizzato non già per chiamare il popolo della sinistra alla mobilitazione per scongiurare la vittoria del blocco delle destre, quanto per dimostrare che il “voto utile” è quello per lui e non per il rettore Micari. Un sondaggio “trovato nelle patatine”, hanno commentato con una battuta sprezzante dallo staff del candidato del Pd. E il segretario regionale Raciti su Facebook ironizzava: “I sondaggi di Fava danno lui al 25% e me prossimo pontefice”.
Dal canto suo Fava ha scelto lo stesso canale per rispondere. Con un lunghissimo post. “Le cose stanno così: c’è un sondaggio di Piepoli, agenzia seria, che dà la mia candidatura in Sicilia seconda al 25%, con 16 punti recuperati in dieci giorni. Il segretario regionale del Partito Democratico, tal Raciti, ha commentato giulivo: “Se Fava è al 25% io farò il Papa!”. Bene: stasera ci dicono che c’è un altro sondaggio di Ghisleri, non commissionato da noi, che dà i medesimi risultati: Musumeci in testa, Fava al 25%, Micari assai lontano in coda. Cosa dovremmo pensare adesso: che il segretario del PD siciliano domani prenderà i voti e si farà prete?”.
Fava prosegue: “Ci hanno accusati di essere marginali, insignificanti, superflui. Invece i siciliani stanno rispondendo che così non è. Che un voto d’opinione ha ancora un suo spazio e una sua dignità. Ci hanno accusati di puntare solo alla sconfitta del PD. Invece i sondaggi dicono che il loro candidato è sconfitto a prescindere. Ci hanno accusati di essere “agenti” del PD, anzi dei 5 Stelle, no, della destra… eppure io ho ripetuto cento volte che non mi candido contro nessuno. E che l’unico “voto utile” per me è quello libero, a chiunque esso vada. E’ un messaggio minoritario? O è il rispetto dovuto agli elettori, a tutti gli elettori, non più considerati mandrie al pascolo da spostare da una lista all’altra ma donne e uomini liberi di decidere con la loro testa?”.
Poi il candidato della lista “I cento passi” racconta di una telefonata con Micari. “Vi racconterò una cosa: quando ieri ho letto su un’agenzia la battuta da ginnasio di un dirigente del PD che parlava del sondaggio di Piepoli come d’una frottola “trovata nelle patatine” ho telefonato al Magnifico Rettore. Per dirgli che, pur avversari, sarei felice di conservare civiltà di parole, di modi, di argomenti. E che magari lui, il rettore, non sapeva di quel rutto prodotto dal suo staff (che adesso, peraltro, rischia una querela da Piepoli…). Ecco, mi aspettavo che il Magnifico fosse d’accordo con me, che tra gentiluomini le forme valessero più dei voti e dei sondaggi. Invece mi ha risposto con una risatina isterica: “E’ vero, è vero, il vostro sondaggio è una truffa!”. Come una truffa, scusi? Ma di che parla, professore? “Truffa, inganno, raggiro… Tanto ci vedremo il 5 novembre!”. Allora ho capito. Che non esiste cortesia di modi né civiltà di parole se la campagna elettorale fa suonare la tua corda pazza. Che puoi fare il Rettore ed essere pure Magnifico ma se lasci che l’animo venga avvelenato dalle tossine diventi uno dei tanti che sa solo sputare contumelie in faccia all’avversario. E mi sono convinto, una volta di più, di aver fatto bene a candidarmi”.
Finita? No. Ancora Facebook. Tocca a Raciti con un post da vocabolario: “[per il ciclo “nemici dell’ironia”] supponènza s. f. [der. di supponente]. – Il fatto di essere supponente; presunzione, altezzosità e arroganza: la sua s. è veramente irritante; trattare con s. i sottoposti; un atteggiamento, un contegno pieno di s.; dame altere e dal viso eretto pieno di supponenza”. Rincara la dose il leader dei Centristi Gianpiero D’Alia: “Più leggo le dichiarazioni di Claudio Fava e più mi convinco che dovrebbe fare un ticket con Nello Musumeci. Sono certo che Fava porterebbe al candidato della destra più voti di Armao”.
Si attende la prossima puntata. Intanto, mentre i grillini soffrono prendendo confidenza con i dispiaceri da palazzo di giustizia, dall’altra parte Nello Musumeci prosegue i suoi bagni di folla, mescolando il popolo dei duri e puri del vecchio Msi a quello dei vecchi blocchi cuffariani e lombardiani. E raccogliendo nella sua coalizione redivive frotte di deputati di ritorno che puntano sulla sua candidatura considerandola vincente. Ma a sinistra hanno altro a cui pensare.