14 Marzo 2012, 20:43
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(pv) Condannato a due anni di reclusione l’imprenditore Carlo Borella, ex presidente dell’Ance Messina, l’associazione costruttori, comparso oggi davanti al gup Giovanni De Marco, per essere giudicato con il rito abbreviato dall’accusa di favoreggiamento. Lo stesso Gup ha condannato a quattro anni e sei mesi il pentito catanese Alfio Giuseppe Castro. Entrambi erano indagati nell’ambito della operazione Sistema 2, estorsioni ad imprenditori da parte della mafia di Barcellona. Fu la squadra Mobile di Messina a portare alla luce, a seguito di indagini scaturite dalle dichiarazioni di una vittima del pizzo, il giro di estorsioni che, tra il 2007 ed il 2008, mise in ginocchio l’imprenditoria attiva sulla fascia tirrenica del messinese, in particolare Villafranca e Milazzo. Estorsioni “sistematiche”, secondo il metodo di Cosa Nostra palermitana, che venivano imposte agli imprenditori che si aggiudicavano appalti pubblici.
Tra le vittime la “Mediterranea Costruzioni”, che doveva realizzare il centro commerciale di Milazzo. Il titolare era costretto al versamento di 10.000 euro nelle feste comandate. Anche i lavori di metanizzazione a S. Lucia del Mela, affidati alla Demoter di Borella, finirono sotto pizzo. IL titolare, però, fu indagato per favoreggiamento, accusato di aver negato il pagamento della tangente. Oggi il gup ha disposto anche il rinvio a giudizio per il boss barcellonese Carmelo D’Amico, per Tindaro Calabrese, ritenuto a capo del clan dei “mazzarroti”, e per il geometra, ex dipendente della Demoter, Biagio Raffa. Per lui il reato è emissione di false fatturazioni. D’amico e Calabrese sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Con Raffa compariranno davanti ai giudici del Tribunale di Barcellona il 24 maggio.
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14 Marzo 2012, 20:43