FdI, la festa del Tricolore e il candidato sindaco di Catania

FdI, la festa del Tricolore e il candidato sindaco di Catania

Abbiamo incontrato il coordinatore provinciale dei "meloniani", Alberto Cardillo: "Il nostro è un partito vero".

Cardillo, aspetti un attimo. Si fermi, per favore. Perché tutta questa fretta? Bolle, per caso, qualcosa in pentola?

“Non bolle nulla, stia tranquillo”.

E allora?

“C’è semmai tanta passione ed entusiasmo. Giorgia Meloni è premier, è un momento di grande cambiamento e in tanti vogliono essere protagonisti. Vogliamo coinvolgere il maggior numero di persone possibile”.

Magari con una festa?

[Sorride] “Sì, vogliamo festeggiare. Ma lo vogliamo fare con responsabilità, da partito di governo. Un partito chiamato a dire ai propri elettori quello che vuole e può fare per l’Italia e per le nostre città”.

Fermiamoci un attimo. Siamo ad Acireale, piove, e LiveSicilia ha intercettato Alberto Cardillo, il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. Al netto della giovane età, in questi dieci anni ha visto il partito fondato dalla neo presidente del consiglio crescere nei consensi, da percentuali assai ridotte fino all’exploit del 25 settembre scorso. Nella fretta ci annuncia anche che a Catania ci sarà la Festa del Tricolore, evento che dai tempi dell’Msi chiama a raccolta militanti e simpatizzanti della fiamma.

Che festa sarà?

“Un momento di comunità, ma anche di progettualità”.

Si sbottoni, però: quali big parteciperanno?

“Le dico soltanto che ci saranno tanti ministri e tanti sottosegretari. E anche una sorpresa molto importante”.

La può anticipare?

[Sorride] “Lunedì ci sarà la conferenza stampa e vi daremo tutti i dettagli”.

Suvvia.

“Ci saranno importanti rappresentati delle istituzioni repubblicane. Di più non dico”.

Va bene. Le chiedo altro: quando accenna alla progettualità, intende la prossima tappa amministrativa catanese? Se ne parlerà?

“Assolutamente. Parleremo di Catania, la piazza più importante al voto, ma anche di Acireale”.

Appunto, che ci fa nelle Aci?

“Ho appena accompagnato il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, al convegno promosso dalla struttura commissariale, retta da Salvatore Scalia, per il sisma del 2018. Vede, l’Italia soffre un male atavico: la burocrazia. Che, anche quando le risorse ci sono, rischia di bloccare tutto. La destra ha l’obbligo di semplificare”. 

A proposito, il centrodestra andrà compatto al voto o le fibrillazioni all’interno di Forza Italia all’Ars rischiano di provocare fratture in periferia?

“Non mi permetto di commentare il dibattito interno ad altri partiti. Le dico soltanto che FdI ha sempre lavorato per l’unità della coalizione. Negli anni, al fianco del coordinatore regionale Salvo Pogliese, ho chiesto che tale principio fosse difeso anche in provincia. In fondo, dove siamo andati uniti, abbiamo sempre vinto”. 

Dopo le dimissioni del sindaco Pogliese, FdI avanzerà una proposta di candidatura alla coalizione?

“L’esperienza di Pogliese si è conclusa anzitempo sulla scorta di una legge ingiusta e incostituzionale. Ha ben governato, ma ha dovuto interrompere l’esperienza in maniera non corretta”. 

Il suo partito come intende sanare quella che lei definisce un’ingiustizia?

“FdI ha le carte in regola per proporre nomi capaci di unire l’interna coalizione. È chiaro, evidentemente, che ogni soluzione dovrà essere raggiunta assieme. Coi giusti tempi e nelle sedi opportune”.

Ha in mente, se non il nome, almeno il profilo del possibile candidato?

“Al nostro interno abbiamo tanti profili che possono ambire a ricoprire ruoli importanti. Le faccio notare che la nostra pattuglia parlamentare è composta da personalità che hanno già amministrato e militato nel partito. E il nostro è un partito vero”.

Punterebbe, dunque, su di un parlamentare in carica?

“Non ho detto questo. Potrebbe anche essere un parlamentare, questo sì. Alla fine però deciderà il partito e, in ultimo, la coalizione”. 


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