29 Agosto 2009, 10:35
2 min di lettura
Fedele al proprio nome, fino alla fine. Diciotto anni fa veniva ucciso dalla mafia Libero Grassi. Un uomo troppo libero, forse. Certamente troppo solo. Negli anni in cui ribellarsi a Cosa nostra era davvero una rivoluzione. E i boss, condannati per il suo omicidio, erano all’apice della loro parabola sanguinaria.
Una parabola destinata a calare, con una serie di arresti e condanne eccellenti che non attutiscono l’impatto di quella vicenda. Dicotto anni fa veniva ucciso l’imprenditore Libero Grassi. Che aveva detto “no” al pizzo. Troppo libero. Troppo solo.
Oggi le commemorazioni sono occasione per rinnovare il ricordo, certo, ma anche per non rendere vano il sacrificio di chi volle infrangere il muro di un’omertà atavica, di una sottomissione alla violenza mafiosa subita senza reagire, sopraffatti da una umana, umanissima paura.
“Siamo in un momento in cui non ci si deve assolutamente fermare – ha detto il procuratore antimafia Pietro Grasso – anche se sappiamo tutti che ci sono segnali contrastanti perché sono riprese delle azioni intimidatorie con danneggiamenti e minacce”. Insomma, un invito a “tenere alta la guardia”, e “per far capire che l’azione antimafia deve partire da queste manifestazioni per estendersi a tutta quanta la società civile”.
Una società certamente più sensibile di qualche anno fa, nella quale la memoria di Libero Grassi, aggiunge il procuratore, “è un esempio per noi non può che essere una bandiera per portare avanti al lotta alla mafia”.
Una lotta che, però, non sempre è facile a causa di resistenze o di un colpevole disinteresse delle istituzioni. Questo il senso delle accorate parole della vedova di Libero Grassi, la signora Pina Maisano: ”Se lo Stato sono la magistratura, la Guardia di finanza, la polizia e i carabinieri che lottano la mafia allora è presente, ma non è così. Lo Stato, quello che partecipa alle celebrazioni, purtroppo non c’è, è lontano dalla gente”.
Un messaggio alla vedova e alla famiglia di Libero Grassi è giunto dal presidente del Senato Renato Schifani: “Libero Grassi – scrive il presidente del Senato – è stato un esempio per tutti di civiltà, rettitudine e integrità morale. Il suo grande coraggio, la sua sfida alla mafia hanno cambiato le coscienze di tanti, nella nostra citta’ e nella Sicilia tutta. Sacrificando la propria vita ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione della cultura della legalita’ e della lotta al fenomeno mafioso, soprattutto tra gli imprenditori, che, anche grazie al maggiore sostegno delle Istituzioni, sempre piu’ frequentemente trovano il coraggio di denunciare il racket. Che la sua tragica scomparsa – conclude Schifani – resti un monito forte e imprescindibile per noi tutti a continuare sulla via da lui eroicamente intrapresa per preservare dalla violenza e dall’oppressione criminale il futuro dei nostri figli”.
Pubblicato il
29 Agosto 2009, 10:35