22 Dicembre 2015, 16:58
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MESSINA – Flussi anomali su Casertana-Messina. E’ dura l’accusa di Francesco Baranca, segretario generale di Federbet. Due gare dell’ultimo week-end di Lega Pro sono finite nel mirino dell’agenzia europea che contrasta il match-fixing, cioè quello tra Carrarese e Prato e quello del “Pinto” di Caserta, che ha visto il Messina sonoramente sconfitto per 4-1: “Per quanto riguarda il derby toscano abbiamo trovato un’enorme mole di scommesse sul mercato asiatico, fortemente basate sul segno X. Prima del match, quindi, la partita sembrava indirizzata sul pareggio, al punto che anche le giocate live sono state interrotte. Guardando i numeri potrebbe essere stato attuato un tentativo di combine”.
“Per intenderci – prosegue Baranca – , è bene chiarire che l’illecito sportivo è un reato a consumazione anticipata: basta un pre-accordo, non serve che il risultato combinato si verifichi. La condizione essenziale per un illecito, quindi, non è il risultato finale ma quanto accaduto nei giorni precedenti la sfida”. Purtroppo il Girone C continua ad essere quello particolarmente a rischio: Purtroppo la settimana calcistica non si è chiusa bene: prima del posticipo Casertana-Messina riceviamo numerose allerte da parte degli scommettitori: ci accorgiamo di una tendenza generale verso l’1, ma non in maniera sospetta. Allarmati dalla grande quantità di segnalazioni, però, svolgiamo un supplemento d’indagine presso i nostri bookmakers in zona e qui scopriamo l’inghippo: due di loro ci informano che sono stati letteralmente inondati di giocate basate sull’accoppiamento del segno 1 con l’over 3,5, con importi molto alti anche sui risultati esatti di 4-0 e di 4-1, evento quest’ultimo poi verificatosi. A noi e agli stessi bookmakers è tornato in mente un episodio accaduto a Catania nella passata stagione, visto che le tipologie di scommessa e le modalità attuate sono molto simili”.
Nel lanciare accuse però Federbet grazia i club, puntando il dito maggiormente verso i tesserati: “Tengo a precisare a caratteri cubitali – spiega Baranca a TuttoLegaPro -che le società non sono colpevoli ma, anzi, sono vittime di tutto ciò perché sono abbandonate a loro stesse: non hanno i mezzi per controllare le quote né possono scoprire ogni movimento dei loro tesserati. Ieri, ad esempio, se Casertana e Messina fossero state nostre affiliate avrebbero ricevuto un “alert” grande quanto una casa. Invece, al momento, basta un dipendente infedele e qualsiasi club automaticamente andrebbe a processo per responsabilità oggettiva non solo a livello sportivo ma anche a livello civile”.
Non si è fatta attendere la replica ufficiale del Messina, attraverso un comunicato pubblicato sul sito ufficiale: “L’ACR Messina, in riferimento a quanto apparso su alcuni organi d’informazione, ribadisce la propria estraneità a vicende che restano in antitesi con quanto praticato quotidianamente dalla proprietà, dal management e dallo staff tecnico. L’ACR Messina ricorda che la mission aziendale è basata ed ispirata a quei valori morali ed etici che hanno come conseguenza una gestione societaria che, oltre al raggiungimento dei risultati sportivi, ha come espressione tangibile un alto impegno verso quelle attività legate al mondo delle associazioni che operano nel sociale”.
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22 Dicembre 2015, 16:58