22 Marzo 2024, 10:50
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PALERMO – “Chiediamo all’assessore Turano, al presidente Schifani e alla politica tutta un momento di confronto sulla formazione. Come Federterziario vorremmo argomentare in maniera più dettagliata le mille sfaccettature di un sistema fuori controllo, che necessita di grandi cambiamenti, al fine di mettere in campo strategie per una formazione che vale, una formazione che dia opportunità ai siciliani preparandoli ad un futuro più roseo”. Lo afferma in una nota il coordinatore regionale di Federterziario, Antonino Marfia (in foto).
“L’Ars, su proposta dell’assessore Turano, ha abolito la norma che imponeva agli enti di stabilizzare il personale in forza con contratti atipici. Una svolta epocale? Tutti i problemi atavici del settore sono stati così risolti? Per fare una analisi seria del settore – prosegue Marfia – può tornare utile suddividere questo settore in due prime grandi aree. La prima si occupa di formazione professionale destinata a adulti in cerca di prima occupazione o che cercano una ricollocazione nel mondo del lavoro dopo un evento traumatico come la perdita di lavoro ad età avanzata. In quest’ultimo caso si parla di riqualificazione. La seconda macro area, quella dell’istruzione professionale, è destinata a giovani di età compresa tra i 13 e i 17 anni di età, un’alternativa alle scuole classiche, quella che in gergo viene chiamata ‘scuola dei mestieri’“.
“In Sicilia la prima macroarea viene finanziata molto sporadicamente, non ha una continuità, pur essendo rilevante per colmare quel gap di competenze importante per agevolare la ricerca di un posto di lavoro e diminuire l’annoso problema della disoccupazione che ci vede relegati agli ultimi posti delle classifiche mondiali. E qui che nascono i problemi contrattuali sollevati dall’assemblea regionale“. Secondo Marfia “non si può chiedere ad un ente di formazione professionale di assumere 4 figure a tempo indeterminato per ogni sede se la regione poi non finanzia questi percorsi con continuità. Un’altra cosa sono invece i percorsi destinati a minorenni. Questi hanno lo scopo di assolvere all’obbligo scolastico. Vengono finanziati regolarmente e danno continuità ai centri di formazione professionale che operano in questo settore. Questi centri sono delle vere e proprie scuole, tant’è che spesso lavorano in sinergia con le scuole statali. Insistono, infatti, in questa tipologia di percorsi le stesse regole di gestione, fissate dal ministero dell’istruzione, di una normalissima scuola e si sa che le scuole hanno personale in forza assunti con contratti stabili al fine di dare alla popolazione studentesca continuità didattica”.
Infine Federterziario ricorda che “in tema di accreditamento, cioè la patente che la regione siciliana rilascia ai centri formativi per poter svolgere questa attività nel territorio regionale, 1.200 sono gli enti di formazione che sono accreditati nella nostra regione e solo una piccolissima parte di questi, solo 20, si occupa di formazione per minori. È mio convincimento – sostiene Marfia – che per i percorsi della prima macroarea, quella destinata a adulti in cerca di occupazione, è necessario uno sforzo maggiore della politica siciliana. A fronte di quasi il trenta percento di disoccupazione sono necessari maggiori investimenti e un continuità ‘svizzera’ solo così possiamo metterci in pari con le altre regioni più virtuose come il Trentino alto Adige. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo – conclude Marfia – necessita un maggior raccordo tra le istituzioni e gli attori del sistema formativo e il sistema produttivo. Ecco, questa sarebbe una svolta epocale”.
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22 Marzo 2024, 10:50