22 Ottobre 2013, 15:47
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PALERMO – Il contributo, lui, l’avrà pure dato. Ma non certo in veste di presidente della prima commissione, visto che da quella commissione, la nomina del presidente dell’Irsap non è mai passata.
Marco Forzese rivendica una scelta di campo incentrata sui valori della legalità e dell’antimafia. Ma la nomina che afferma di aver difeso, a dire il vero, non ha mai ricevuto alcun voto contrario. Alfonso Cicero, infatti, scelto dall’assessore Vancheri e dal presidente Crocetta per guidare l’Istituto per lo sviluppo delle attività produttive, essendo un “interno” (è un funzionario della Regione), non ha dovuto passare il “vaglio” della commissione affari istituzionali.
Eppure, anche questa vicenda torna buona per sottolineare l’impegno legalitario del deputato Drs, uno dei fedelissimi del governatore: “Sono orgoglioso – ha detto infatti Forzese – di aver fatto una battaglia antimafia, da presidente della I commissione Ars, difendendo la presidenza di Alfonso Cicero all’Irsap. E mi confortano le parole del vice premier e ministro degli Interni, Angelino Alfino, – prosegue – che ancora ieri a Caltanissetta ha messo in luce come Cicero rischi la vita per le sue denunce contro i mafiosi e gli interessi politico-mafiosi. Spetta alle forze dell’ordine ed alla magistratura continuare il lavoro di pulizia, che riguardi tutti i settori anche quello politico, per tutelare l’azione antimafia di chi si oppone allo schifo della contiguità. Su ciò – conclude Forzese – spero di aver dato il mio positivo contributo”.
E un contributo l’avrà dato, certamente. Ma non in quella commissione. Nella quale Forzese è stato dapprima messo in minoranza, infine sfiduciato. Al punto da portare allo scioglimento della commissione stessa. Ma il voto contrario dei colleghi deputati, contro il quale Forzese si è strenuamente opposto con la scelta di astenersi – scelta che ha appunto innescato la reazione degli altri commissari – non riguardava il presidente dell’Irsap. Bensì i componenti del cda. Per intenderci, si tratta delle nomine di Rosario Andreanò (scelto dal governo), di Rosa Montalto, commercialista palermitana, di Filippo Ribisi presidente di Confartigianato Sicilia e di Giuseppe Russello. Solo quest’ultimo, in possesso di laurea. Mentre nel caso di Andreanò, giusto per fare un esempio, oltre a una ottimistica previsione di conseguire, dopo aver “sostenuto 24 esami”, il diploma di laurea entro il 2011, si ritrova nel curriculum un’esperienza a bordo campo. Come allenatore del Mistretta. Mentre nel caso di Ribisi, il titolo di studio vantato è il diploma di terza media. Sono queste le nomine difese da Forzese. E a occhio e croce, l’antimafia qui non c’entra granché.
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22 Ottobre 2013, 15:47