PALERMO – Revocata la confisca del patrimonio di Giuseppe Ferdico. A quello che un tempo era definito il “re dei detersivi” vengono restituiti beni il cui valore tredici anni fa è stato stimato in cento milioni di euro.
L’ordinanza dei giudici
Con una ordinanza del 29 settembre scorso, di cui LiveSicilia viene a conoscenza oggi, la Corte di Appello di Caltanissetta ha revocato la confisca. Il provvedimento è definitivo perché la Procura generale non ha fatto ricorso.
Secondo i giudici nisseni, è venuto meno il presupposto che Ferdico fosse un imprenditore colluso. Non era legato da un rapporto di “do ut des” con l’organizzazione mafiosa. Se nel corso dei processi è emerso con certezza che Ferdico dovesse mettersi a posto con l’imposizione del pizzo da parte dei boss, “vaghi, generici e ambigui” sono gli elementi secondo cui l’imprenditore avrebbe beneficiato dell’appoggio mafioso.
Ferdico, storia giudiziaria travagliata
Una storia travagliata che inizia con il sequestro del 2012 parallelamente al processo penale. La confisca, oggetto di revisione, fu dichiarata definitiva nel 2021, e riguardava quattro centri commerciali, un centro di distribuzione merci tra i più grandi della Sicilia, venti supermercati dove lavoravano 540 dipendenti. Ed ancora ville, appartamenti e conti correnti.
In sede penale lo scorso novembre è stato definito l’ultimo processo che tornava in appello dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna a cinque anni inflitta per intestazione fittizia all’imprenditore.
Secondo l’accusa, dichiarata prescritta, Ferdico avrebbe continuato a gestire alcuni negozi e il centro commerciale “Portobello” con la complicità di alcuni prestanome e dell’amministratore giudiziario Luigi Miserendino che però in un separato processo era stato assolto.
Si trattava solo dell’ultima tappa di una lunga vicenda giudiziaria. Ferdico, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, fu assolto in primo grado e condannato in appello a 9 anni e 4 mesi. La Cassazione annullò con rinvio e Ferdico fu scagionato definitivamente. Caduta l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa gli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli hanno proposto la revocazione della confisca del patrimonio.
Le parole dei legali di Ferdico
Per il tribunale delle Misure di prevenzione c’erano gli indizi che Ferdico fosse vicino alla mafia e che avesse riciclato denaro di Cosa Nostra. La Corte d’appello di Caltanissetta rigettò l’istanza difensiva, ma la Cassazione annullò la decisione restituendo la parola ai giudici di secondo grado nisseni. Il 29 settembre scorso il collegio presieduto da Marco Sabella ha dato ragione alla difesa.
“Abbiamo sempre creduto che le accuse rivolte al signor Ferdico, sia in sede penale che in sede di prevenzione – spiegano gli avvocati Tricoli e Miceli – fossero infondate e continuiamo a ritenere che la confisca di prevenzione senza condanna sia incompatibile con lo stato di diritto”.

