Fiaccolata per il clochard ucciso | Palermo commemora Cimino

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12 Marzo 2017, 21:02

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PALERMO –  Una grande folla silenziosa si è stretta a piazza Cappuccini per commemorare e celebrare Marcello Cimino, il senzatetto brutalmente ucciso due giorni fa a Palermo proprio mentre dormiva in un letto di fortuna sotto i portici della missione San Francesco.
Centinaia i cittadini con una candela in mano, ma anche tanti volontari della Protezione civile, della Croce rossa e tante altre associazioni che ogni giorno danno sostegno ai poveri della città.
Presenti anche le figlie della vittima: a fare loro le condoglianze il sindaco Leoluca Orlando.
Prima del corteo verso il luogo dell’omicidio i palermitani si sono raccolti dentro la chiesa dei Cappuccini dove padre Domenico Spatola ha voluto dire poche parole e una sentita preghiera. “Oggi portiamo per le strade una luce di speranza, una luce ben diversa da quella che ucciso il povero ragazzo – ha detto il frate -. Un cristiano a cui è stata tolta la vita per motivi futili con un atteggiamento quasi mafioso, con il quale si decide arbitrariamente di dare o togliere la vita. Siamo sdegnati – ha continuato padre Spatola -. Questo è chiaramente un altro segnale del male che pervade la nostra società, l’uomo oggi deve fare una riflessione sui valori sui quali basare la sua vita. Quello che è successo ci ha umiliato come esseri umani, questo farsi giustizia in una maniera disumana. Anche la morte, invece deve avere una sua dignità. La vita non può essere strappata così. A fronte però di tanto inspiegabile odio, non dobbiamo dimenticare che in questa nostra città c’è anche tanto amore”.
Un fiume umano: tutti con una candela bianca in mano si sono spostati dalla chiesa dei Cappuccini alla missione San Francesco: un breve cammino durante il quale però anche la rabbia ha fatto capolino. Fra la folla non sono mancati momenti di insofferenza per un atto scellerato che in un attimo ha tolto la vita a Marcello Cimino, insofferenza anche e soprattutto per le condizioni in cui sono costretti a vivere i senzatetto. Piccole polemiche sollevate da alcuni amici del clochard, che si sono placate però davanti al luogo in cui Giuseppe Pecoraro ha deciso di dare alle fiamme il corpo della vittima. “Ci impegniamo a riaprire la missione al più presto – ha promesso padre Spatola -. Perché di amore noi vogliamo essere portatori”.
Le parole del frate e un lungo applauso hanno chiuso la commemorazione, mentre il sindaco stringeva ancora una volta le due figlie della vittima.
“La violenza è violenza chiunque colpisca – ha detto Orlando -. Un atto inaccettabile che lascia senza parole. Questo gesto non appartiene a Palermo, un luogo che ha fatto dell’accoglienza del diverso e degli emigrati la sua più importante caratteristica. È purtroppo uno di quei episodi terribili e inaccettabili che a volte capitano in ogni grande città”.

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12 Marzo 2017, 21:02

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