30 Gennaio 2014, 13:27
3 min di lettura
PALERMO – Momenti di tensione durante l’assemblea degli operai della Fiat e delle aziende dell’indotto a Termini Imerese, nell’aula consiliare del Comune. Gli animi si sono surriscaldati quando ha preso la parola il senatore del Megafono Beppe Lumia. “Mi fa rabbia sentirla – ha urlato un lavoratore – Quello che proponete adesso perché non lo avete fatto quattro anni fa, invece lo stabilimento è stato chiuso. Qui doveva esserci il presidente della Regione e invece non è venuto”. Lumia nel corso del suo intervento ha detto che “bisogna tornare a parlare con la Fiat e trasferire la vertenza dal ministero dello Sviluppo economico a Palazzo Chigi. Altrimenti domani occupiamo la sala del Mise”, ha aggiunto il senatore. “Domani – dice nel dettaglio Lumia – bisogna fare tutto il possibile affinchè si riapra la vertenza Fiat di Termini Imerese con una chiave nuova: convincere la Fiat a rivedere la sua decisione sullo stabilimento siciliano. Conviene alla Fiat, conviene al Paese”.
Oltre duecento operai della Fiat e delle aziende dell’indotto di Termini Imerese sono radunati nell’aula consiliare del Comune dove si terrà l’assemblea dei lavoratori convocata da Fim, Fiom e Uil. Sono circa 1.200 le tute blu termitane in cassa integrazione in deroga fino al 30 giugno prossimo. Da quella data c’è il rischio del licenziamento collettivo, come avvenuto lo scorso primo gennaio per 174 addetti di Lear e Clerprem, due aziende dell’indotto che per Fiat producevano sedili e imbottiture. Alla riunione partecipano delegazioni di metalmeccanici di altri stabilimenti del gruppo Fiat (Pomigliano, Torino, Cassino) e delle nove province siciliane. All’assemblea, inizialmente convocata davanti ai cancelli della fabbrica, ma spostata nei locali del comune per il maltempo, era prevista la partecipazione del leader della Fiom Maurizio Landini, che però non sarà presente all’incontro con gli operai. Domani al ministero dello Sviluppo economico è previsto il vertice sulla vertenza con i rappresentanti delle istituzioni, dei lavoratori e dell’azienda. La fabbrica siciliana è chiusa dal novembre 2011 e da tempo gli operai chiedono che il Lingotto riveda i propri piani.
“Sono dispiaciuto di non essere con voi domani, sarò sempre con voi. Mi confortano le parole di Papa Francesco che ieri ha parlato del lavoro come fonte di dignità. La politica deve tornare a servizio delle persone e nella scala dei valori l’uomo deve essere al primo posto”. Lo ha detto il parroco di Termini Imerese, Francesco Anfuso intervenendo all’assemblea degli operai della Fiat e dell’indotto di Termini Imerese. “Sono sempre presente – ha aggiunto rivolgendosi agli operai – e sarò sempre con voi”.
“A nome dei comuni siciliani chiederò al presidente Letta che la vertenza della Fiat di Termini Imerese si sposti dal ministero dello Sviluppo economico a Palazzo Chigi”, ha detto il neopresidente dell’Anci Sicilia, e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, intervenendo all’assemblea degli operai della Fiat e delle aziende dell’indotto a Termini Imerese. “Bisogna insistere perché il sito industriale – ha aggiunto resti tale – e investire nel settore dell’automobile. Non ci credo che il governo non sia capace di portare una soluzione. Come si spiega che si fanno affari con Finmeccanica e non si trovano soluzioni per la Sicilia”. Orlando, tra gli applausi, degli operai, ha annunciato che il Consiglio comunale di Palermo, su proposta della giunta, approverà oggi pomeriggio un ordine del giorno a sostegno della vertenza.
“Siamo qui per riaprire la vertenza della Fiat di Termini Imerese. L’azienda, che ha costruito questo stabilimento con soldi pubblici, e il governo si devono assumere le proprie responsabilità”. A ribadire la posizione della Fiom sulla vertenza di Termini Imerese è Michele De Palma, della segreteria nazionale della Fiom, partecipando all’assemblea degli operai della Fiat e delle aziende dell’indotto nell’aula consiliare del Comune di Termini Imerese. “Il futuro di Termini Imerese – ha aggiunto – lo vediamo domani nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, sappiamo che la cassa integrazione in deroga scade a giugno, vogliamo risposte concrete, non rassicurazioni su possibili investimenti”. Domani le tute blu della Fiat e delle aziende dell’indotto saranno a Roma per partecipare ad un presidio davanti al dicastero di via Veneto, dove si terrà il vertice sulla vertenza di Termini Imerese con i rappresentanti dei governi nazionale e regionale, dei lavoratori e dell’azienda. Le tute blu raggiungeranno la capitale con 4 pullman.
Pubblicato il
30 Gennaio 2014, 13:27