Cronaca

Finanza, appalti e droga: Cosa nostra fuori dalla Sicilia

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20 Aprile 2022, 17:33

6 min di lettura

È ormai documentato che è la ’Ndrangheta la mafia che è riuscita maggiormente a radicarsi e a infiltrarsi fuori dai propri confini. È riuscita a creare anche ‘locali’ nella regione Lombardia. Ma Cosa nostra siciliana, e in particolare la famiglia catanese, ha creato cellule di potere in varie zone dello stivale. La relazione della Dia referente ai primi sei mesi dell’anno scorso danno contezza di come  i clan etnei siano stati capaci di insediarsi lontano dalle terre d’origine. Un dato che fa comprendere come la mafia non sia una questione meridionale, ma un fenomeno criminale che interessa e coinvolge tutta la nazione. Nessuno escluso.

Ma vediamo dove la mafia catanese è riuscita ad attecchire. E come. Quella esportata è una mafia imprenditoriale e affaristica attirata dalle grandi opere e dalle importanti liquidità finanziarie. Con le massicce risorse del Pnrr le procure e le prefetture di tutta Italia si stanno ‘armando’ per difendersi dai tentacoli di Cosa nostra. E non solo. 

Lazio

“In linea generale può affermarsi che nel Lazio – si legge nella relazione della Dia –  coesisterebbero le matrici criminali autoctone con quelle tradizionali di ‘ndrangheta, camorra, mafia siciliana e criminalità pugliese che alla violenza prediligono la ricerca di proficue relazioni affaristico-imprenditoriali tese alla contaminazione del tessuto economico legale”.

Piemonte 

Andiamo in Piemonte. Qui si sente l’eco della potente famiglia Santapaola-Ercolano. “La Regione è anche teatro di attività criminose di altri gruppi delinquenziali riconducibili a cosa nostra in ragione di una verosimile, condivisa e diffusa reciproca accettazione. A riscontro di ciò – si legge nella relazione della Dia – si ricorda la misura cautelare eseguita il 22 febbraio 2021 dai Carabinieri nei confronti di un soggetto ritenuto esponente apicale della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano di Catania e responsabile di associazione di tipo mafioso, estorsione ed utilizzo e detenzione abusiva di armi. L’inchiesta ha visto coinvolto per concorso in estorsione aggravata anche un altro soggetto originario di Enna e ha fatto emergere l’interesse dei predetti in attività legate al commercio di prodotti alimentari siciliani in Piemonte”. E dietro i criminali catanesi c’è anche il traffico di droga: “Assolutamente interessante anche l’arresto in flagranza di reato operato dai Carabinieri nella provincia di Torino l’11 marzo 2021 nei confronti di un cittadino romeno e di uno catanese il primo dei quali autotrasportatore stava cedendo al secondo 50 kg di hashish occultati su un autoarticolato proveniente dalla Spagna. Il siciliano gravato da precedenti specifici per traffico di sostanze stupefacenti e contrabbando è risultato – scrivono nell’analisi – in passato vicino a cosche di Catania con proiezioni nel capoluogo piemontese”. 

Liguria

Spostiamoci in Liguria. Le ombre della mafia si avvertono anche nell’economia legale. “In relazione agli altri macro fenomeni criminali e sebbene nel semestre non siano emerse evidenze riguardo alla presenza di organizzazioni strutturate e radicate sul territorio pregresse attività investigative hanno tuttavia documentato la presenza di singoli soggetti o di interi gruppi familiari ritenuti proiezioni extraregionali di camorra e di mafia siciliana attive sia nei mercati illegali, sia nei contesti leciti”, scrive la Dia. 

Lombardia

Andiamo in Lombardia, capitale della finanza italiana. “Attraverso l’analisi di altre operazioni di polizia giudiziaria che sono state eseguite nel semestre in trattazione, unitamente al monitoraggio operato dai Gruppi Interforze presso le Prefetture lombarde emergono evidenti elementi rivelatori che confermano il radicamento del fenomeno mafioso nel territorio regionale. Ne sono la riprova anche i numerosi provvedimenti interdittivi emessi dai citati uffici territoriali di Governo prevalentemente riferibili a contesti di ‘ndrangheta e in misura minore di criminalità organizzata siciliana e campana”. Questa la fotografia generale. Ma poi si va ai particolari. “Riguardo i alla criminalità organizzata siciliana si sono registrate 3 attività investigative. Il 10 febbraio 2021 con l’operazione “Follow the money” la Guardia di finanza di Catania con il coordinamento della DDA catanese, ha dato esecuzione a una misura cautelare emessa nei confronti di 26 soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori. L’operazione incentrata su illeciti nel settore dei prodotti petroliferi di affiliati al clan Scalisi di Adrano (CT) articolazione della famiglia mafiosa Laudani ha marginalmente interessato la Lombardia per la presenza di società attive nel settore ubicate e sequestrate nelle province di Mantova e Milano, nonché di alcuni indagati residenti nella provincia di Varese”.

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Friuli 

E il veleno della mafia catanese arriva fino in Friuli. Ma forse più in riferimento al passato. “Nel tempo le investigazioni hanno messo in luce l’esistenza di proiezioni sul territorio regionale delle “mafie tradizionali” nella maggior parte dei casi orientate in attività di riciclaggio. In particolare è emersa da anni la presenza di soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta specialmente nel settore edile, estrattivo e del trasporto in conto terzi. Più datate invece sono le evidenze inerenti alla criminalità siciliana”

Emilia Romagna 

Nella patria dei tortellini i clan catanesi hanno fatto affari. Ecco cosa scrive la Dia nel capitolo dell’Emilia Romagna: “Anche se non vi sono da registrare eventi criminosi o attività direttamente riconducibili a tale matrice mafiosa è opportuno segnalare l’operazione del 4 maggio 2021 “Sotto Scacco” dei Carabinieri di Catania che ha interessato anche la Regione Emilia Romagna e che fornisce una ulteriore conferma alla consolidata presenza di soggetti facenti riferimento a sodalizi criminali siciliani. L’attività ha portato alla esecuzione di una ordinanza di custodia caute- lare nei confronti di 40 soggetti facenti parte dell’associazione di tipo mafioso storicamente denominata Alleruzzo- Assimmata unita al gruppo Stimoli operante prevalentemente nel territorio di Paternò e costituente un’articolazione territoriale del clan Santapaola-Ercolano per la commissione di varie attività criminose. L’inchiesta ha coinvolto anche due soggetti residenti nel bolognese con interessi lavorativi in società attive nel commercio di ortofrutta e aventi sede nelle province di Bologna e Modena”.


Toscana

Anche in Toscana Cosa nostra avrebbe messo radici. “Le attività info-investigative pregresse ed attuali hanno evidenziato la capacità di erosione del tessuto economico toscano soprattutto della ‘ndrangheta e della camorra e in misura meno diffusa di Cosa Nostra, per la quale è stata comunque accertata la presenza sul territorio di soggetti affiliati o contigui alle varie famiglie mafiose siciliane stabilitesi nella Regione”.

Abruzzo 

Sono i soldi della ricostruzione del terremoto che attirano le mafie siciliane in Abruzzo. “Sul fenomeno e sui possibili tentativi di penetrazione nel territorio provinciale da parte di consorterie criminali riconducibili a camorra, sacra corona unita, ‘ndrangheta e mafia siciliana permangono invece concreti i rischi di infiltrazione criminale attraverso imprese legate a sodalizi extraregionali tuttora verosimilmente attratte dai cospicui finanziamenti stanziati per la ricostruzione post sisma”.

Molise 

In Molise ci sarebbero degli intrecci criminali da monitorare con i clan siciliani. “La mafia garganico-foggiana e le cointeressenze della mafia albanese si affiancano infatti alle realtà criminali legate a camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra e in tal modo il Molise presenterebbe, più di altre Regioni, la connotazione di essere il punto d’incontro fra diversi interessi economici appetibili per le consorterie criminali”.

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20 Aprile 2022, 17:33

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