30 Aprile 2018, 21:33
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PALERMO – Sono ore febbrili e convulse quelle trascorse all’Ars dalla truppa di deputati etnei impelagata nel Vietnam dell’aula in procinto di approvare la manovra finanziaria. Ma alla fine qualche risultato è stato strappato anche da chi ha combattuto nella trincea dell’opposizione. Il deputato democratico Anthony Barbagallo, ad esempio, rivendica il risultato ottenuto grazie al proprio impegno in aula. “I Comuni che hanno già realizzato le reti di metanizzazione, adesso potranno affidare il servizio di distribuzione del gas: un provvedimento concreto e necessario per superare una impasse normativa, ottenuto attraverso un emendamento alla Finanziaria che ho presentato e che è stato sostenuto dal Partito Democratico e votato dall’aula”, argomenta il deputato.
Barbagallo non è il solo democrat a incassare una vittoria. Il presidente della commissione Cultura, Formazione e Lavoro all’Ars Luca Sammartino ha ottenuto l’approvazione della norma che impegna il governo ad avviare a richiedere il riconoscimento della condizione di insularità a livello comunitario. “La Sicilia può vantare le prerogative per accedere ai regimi speciali in analogia con quanto previsto per le regioni ultraperiferiche. L’insularità della nostra regione è una caratteristica da sempre vissuta come uno svantaggio, ma che può, invece, diventare un’opportunità”, spiega Sammartino. “Il tema del riconoscimento della condizione d’insularità – nel senso di far rilevare in sede comunitaria la specialità della Sicilia che è al contempo isola, regione di frontiera e territorio in ritardo di sviluppo – sottolinea il parlamentare regionale del Partito democratico – investe in maniera diretta e potenzialmente dirompente il futuro della nostra terra. Per troppo tempo, – continua -, alla Sicilia è stato applicato sostanzialmente lo stesso regime degli altri territori, ignorando gli svantaggi naturali che derivano dall’essere “isole” e, a maggior ragione, in posizione periferica rispetto al resto del territorio comunitario e in particolare alle regioni più ricche”. “Per questo – conclude – mi sono impegnato affinché la norma fosse inserita nella manovra economica avviando un iter che potrà consentire alla nostra regione di accedere a finanziamenti europei da destinare allo sviluppo”.
Di tutt’altro tono la nota stampa inviata dall’onorevole Nicola D’Agostino. Il leader etneo di Sicilia Futura storce il naso e non lesina critiche e battute al curaro al Presidente Musumeci. “La legge di stabilità non ha il respiro lungo delle riforme che questo governo regionale aveva annunciato, mancano le norme strategiche e di innovazione che possono rispondere alle esigenze dello sviluppo economico e dell’uso per investimenti dei fondi europei”, spiega. “Dispiace che nell’articolato siano entrate anche norme troppo legate all’orticello elettorale”, dice. E aggiunge: “Con una battuta potrei dire che persino la tanta disprezzata tabella H aveva quarti di nobiltà”.
Una dura presa di posizione, accompagnata da una sorta di invito a cambiar rotta. “Musumeci deve far fare un salto di qualità all’azione di governo, credo che i suoi elettori ed i siciliani si aspettino altro. – continua – Tuttavia c’è ancora tempo ed occorre avere speranza, alcuni segnali incoraggianti della stessa Finanziaria vanno infatti apprezzati”. D’Agostino non chiude la porta. “Vediamo se con un bilancio in cui il Governo si riconosce può iniziare una nuova stagione. Così come non è mai mancata la nostra trasparente collaborazione su questioni condivisibili a prescindere dalle parti, ci possiamo ritrovare certamente su temi ambiziosi e coraggiosi”, dice D’Agostino. “Rileviamo infine in positivo che l’Aula in questi giorni è stata guidata con senso pratico ed ha ritrovato celerità ed efficienza”, chiosa il capogruppo di Sicilia Futura all’Assemblea regionale siciliana.
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30 Aprile 2018, 21:33