Finanziaria, verso maxi-emendamento: scintille sulle indennità - Live Sicilia

Finanziaria, verso maxi-emendamento: scintille sulle indennità

Il M5S annuncia: "Rinunciamo agli aumenti", De Luca propone un emendamento.

PALERMO – Ars: seduta sospesa dopo il via libera all’articolo 3 che stanzia 7 milioni di euro in favore dell’Arpa. A Palazzo dei Normanni le colombe del governo sono al lavoro per trovare la quadra su un maxi-emendamento per superare le insidie del voto in aula e incassare celermente il via libero definitivo alla manovra da sedici miliardi e mezzo. L’esecutivo sta cercando di recuperare 30 milioni di euro dal bilancio sulla scorta di una nota ricevuta dal commissario dello Stato. “L’altro ieri è arrivata una nota da parte del commissario dello Stato, che pur non avendo competenza specifica sul vaglio degli atti, ha voluto integrare la disciplina dell’accordo Stato-Regione invitando il governo e questo Parlamento a essere cauti nel rispetto dell’accordo. Stiamo procedendo a recuperare sulle tabelle il 3% per arrivare a 30-31 milioni per venire incontro alle esigenze ed evitare che il Mef ci impugni l’intero bilancio. In questo anno dobbiamo recuperare 100 miloni di euro”, ha spiegato l’assessore Falcone in aula. “Ci sarà dunque un emendamento tecnico che taglierà il 3% sulle tabelle per evitare che si intacchi la spesa corrente. In più abbiamo chiesto un soccorso a tutti i colleghi sugli articoli del dl stabilità che andiamo ad approvare con un taglio orizzontale del 10%2, ha detto. L’assessore Marco Falcone sta sondando il terreno con i capigruppo di maggioranza e opposizione: l’obiettivo e cucire un maxiemendamento e andare al voto entro questa sera.

M5S: “Rinunciamo all’aumento dell’indennità”

Tra i corridoi di Palazzo tiene banco l’affaire “indennità”. L’incremento dei soldi destinati ai deputati sulla scorta dell’adeguamento all’aumento del costo della vita sta facendo parecchio discutere. Il Movimento Cinquestelle in queste ore si sta smarcando e ha comunicato che i deputati del gruppo non intascheranno le somme aggiuntive ma le indirizzeranno altrove. “Gli aumenti Istat degli stipendi dei deputati saranno pure automatici, ma in un momento come questo, in cui famiglie e imprese soffrono terribilmente, rischiano di essere immorali. È per questo che ci rinunceremo e devolveremo le somme relative a progetti per la pubblica utilità, come del resto abbiamo sempre fatto con parte dei nostri stipendi”, afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca. “Intanto stiamo verificando con gli uffici come abrogare o annullare gli effetti della norma che costituisce uno schiaffo in faccia ai cittadini – aggiunge – Compito della politica è fare delle norme per la collettività ma dare pure dei segnali precisi. Gli altri partiti facciano quello che credono, noi pensiamo e operiamo come Movimento 5 stelle”.

De Luca: “Su indennità si voti il nostro emendamento”

A stretto giro si fa sentire sul tema anche Cateno De Luca. “Il consiglio di presidenza dell’assemblea regionale siciliana, dove sono rappresentati tutti i partiti di maggioranza e di opposizione tranne Sicilia Vera e Sud chiama Nord in quanto i nostri due segretari d’aula si devono ancora insediare, ha approvato nelle scorse settimane il bilancio di previsione 2023-2025 del parlamento siciliano contenente, tra l’altro, un aumento dei costi delle indennità dei deputati di circa 800 mila euro annui lordi (circa 500 euro netti al mese) in ossequio ad una legge del 2014 che prevede l’ adeguamento ISTAT”, dice. “Complessivamente il bilancio in questione, nonostante tale aumento di costo, registra un risparmio di spesa di circa 500 mila euro l’anno rispetto al 2022. Il parlamento siciliano nella seduta del 7 febbraio scorso ha approvato, senza la richiesta di nessun deputato di dibattere sul merito e quindi senza osservazioni ed opposizioni, il bilancio predisposto dal collegio dei questori ed esitato dal consiglio di presidenza”, aggiunge.
“Abbiamo avuto modo di precisare che l’aumento in questione registratosi ogni anno dal 2015 in poi è legittimo in quanto consequenziale ad una norma di legge.E pur non facendo parte degli organi del parlamento, collegio dei questori e consiglio di presidenza, che ha avuto modo di discutere le singole voci del bilancio con il tempo necessario per valutarne anche il profilo dell’opportunità, non abbiamo voluto indossare gli abiti dei “pierini”. E va all’attacco dei pentastellati. “Fare la gara oggi, dopo il clamore mediatico registrato, per disconoscere la paternità di questo aumento è un festival al quale noi non intendiamo partecipare a differenza di come già stanno facendo alcuni colleghi e qualche gruppo parlamentare perché riteniamo che nella vita prima di ogni cosa bisogna essere uomini, e quindi riconoscere anche l’errore di valutazione che si è commesso. Un vecchio detto siciliano così recita: “I soddi mi fannu schifu, ma damminni nautra nticchia” (i soldi fanno schifo, ma dammene ancora un altro po’)”, spiega. Poi propone una strada da imboccare. “Se il parlamento ritiene di bloccare gli aumenti Istat proceda a votare nella finanziaria in discussione in queste ore l’emendamento predisposto dai gruppi parlamentari Sud chiama Nord e Sicilia Vera che il Governo regionale può presentare immediatamente in aula. L’emendamento in questione è molto semplice e così recita: “Il comma 2 dell’art. 2 della legge regionale 4 gennaio 2014 è abrogato”. In definitiva per evitare l’aumento ISTAT delle indennità dei parlamentari non è necessario inventarsi progetti di utilità collettiva o farlocche e fantasiose forme di beneficenza, difficilmente verificabili, o peggio ancora presentare ordini del giorno in ossequio di direttive provenienti dall’alto da ambienti politici che tutto potrebbero fare tranne che dare lezione di morale. Si voti il nostro emendamento così da mettere fine a questo festival dell’ipocrisia e della doppia morale”.

Pd

Anche i dem si schierano contro l’aumento delle indennità. “La vicenda dell’aumento Istat delle indennità dei parlamentari regionali si sta trasformando nel festival dell’ipocrisia. Non c’è molto da girarci attorno: se il presidente dell’Ars vuole bloccare gli aumenti così come sembra di capire dalle recenti notizie di stampa, l’unico modo è presentare una proposta che modifichi la legge del 2014. Lo faccia, e noi saremo pronti a votarla”, dice Michele Catanzaro, capogruppo Pd all’Ars.


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