14 Novembre 2018, 17:28
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PALERMO – Il Documento di programmazione economico finanziaria della Regione prosegue il suo cammino in commissione all’Ars ed è ormai prossimo all’approdo in Aula dove deve essere approvato con un ordine del giorno. Intanto, il governo regionale si appresta a mettere mano a bilancio e finanziaria. L’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao porterà domani alle 20 in giunta legge di bilancio, legge di stabilità e collegato. Al termine dell’esame della giunta, i tre disegni di legge potranno essere trasmessi all’Ars. Armao è fiducioso che a quel punto ci siano i tempi per approvarli entro il 31 dicembre senza ricorrere all’esercizio provvisori. Intanto arriva in Aula a Sala d’Ercole il consolidato e dovrebbero seguire a stretto giro l’assestamento e il rendiconto.
Massimo il riserbo al momento sui contenuti dei documenti contabili, che certo però risentiranno del clima da vacche magrissime dei conti della Regione. Decisivo, ha ripetuto più volte Armao, sarà l’esito del confronto avviato dalla Regione con il governo centrale. E a proposito dei rapporti Stato-Regione sono stati trasmessi una serie di emendamenti al disegno di legge di Bilancio di previsione dello Stato, che vanno presentati su proposta della Conferenza delle regioni. Tra questi si propone l’incremento delle spese per investimenti Regione Siciliana, la retrocessione alla Regione siciliana di una percentuale non inferiore al 20 e non superiore al 50 per cento del gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale, la fissazione della compartecipazione regionale al finanziamento del fabbisogno sanitario al 42,50 per cento, l’abrogazione dell’articolo che ha elevato al rango legislativo quanto convenuto nell’Accordo del 20/6/2016 sottoscritto fra lo Stato e la Regione Siciliana (ai tempi del governo Crocetta) che impone alla Sicilia di versare l’importo di 285 milioni di euro annui.
Un altro emendamento propone che i rapporti finanziari fra lo Stato e le regioni Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia e Valle D’Aosta, alla luce di quanto previsto da diverse sentenze della Corte Costituzionale vengano ridefiniti entro il 31 marzo 2019 attraverso la conclusione di appositi accordi bilaterali.
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14 Novembre 2018, 17:28