29 Febbraio 2016, 11:45
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PALERMO – Non è ancora arrivato il sì definitivo alla finanziaria. Ma le norme approvate oggi a Sala d’Ercole sono di quelle significative. L’Ars ha ‘salvato’ Riscossione Sicilia. Nelle more della presentazione di un piano organico di ridefinizione dell’intero sistema di riscossione da parte del governo, la manovra ha assegnato 13 milioni e 900 mila euro per la ricapitalizzazone della società. Una norma che mette in salvo anche Sviluppo Italia Sicilia attraverso la creazione di un fondo presso l’assessorato per l’Economia con una dotazione di un milione e 200 mila euro per il 2016.
Un “sì” arrivato dopo un dibattito di oltre tre ore. Nel bel mezzo del quale, a scuotere l’aula, è anche arrivata la notizia delle dimissioni di due membri del Cda di Riscossione Sicilia. Che hanno fatto decadere anche il presidente Antonio Fiumefreddo. “L’ho saputo per ultimo – è stata la reazione di Fiumefreddo -. Hanno usato l’arma finale contro di me”. Contro l’ex presidente della società di riscossione si era scagliato durante il suo intervento in aula Totò Lentini di Sicilia Futura. “In passato abbiamo ricapitalizzato tre volte Riscossione Sicilia, e nessuno si è mai opposto. Il vero problema è la guida di Fiumefreddo”. Destinatario anche dell’attacco, seppur velato, di Toto Cordaro (Pid): “Nessuno in quest’aula vuole uccidere Riscossione Sicilia. La vera domanda da fare è ‘chi ha avvelenato i pozzi’? Io credo che rispetto alla governance della società si sia creato un corto circuito istituzionale che adesso Crocetta deve pensare a risolvere”.
Forza Italia spingeva, invece, per il passaggio di competenze a Equitalia. “Riscossione Sicilia è in perdita di circa 18 milioni di euro annui, mentre Equitalia consegue un utile di oltre 21 milioni”, ha affermato il capogruppo azzurro Marco Falcone. “Gli stessi dipendenti di Riscossione Sicilia auspicano un passaggio a Equitalia”, ha ribadito il forzista Giorgio Assenza. Si è distaccato dal pensiero del suo partito Vincenzo Figuccia. “Da cultore dell’autonomismo siciliano non ero per nulla convinto – ha affermato il vice capogruppo di Forza Italia – . Sarebbe stata una iattura per le imprese e i contribuenti. Ora però ci si preoccupi dei dipendenti di Riscossione Sicilia che in questi mesi hanno manifestato forte insofferenza”.
Di “minaccia all’autonomia siciliana” in caso di soppressione di Riscossione Sicilia ha parlato in Aula il governatore Crocetta: “C’è il rischio di tornare alla Sicilia dei Salvo, dove i privati svolgevano i servizi di riscossione. E io non ci sto”. Molto critico nei confronti del governatore Nello Musumeci: “Appare patetico il tono allarmista di Crocetta che vede minacciato lo spirito dell’autonomia regionale se ci rivolgessimo a Equitalia. Il governatore è la persona meno adatta per rivendicare un’autonomia che ha reiteratamente calpestato. Riscossione Sicilia è una società da chiudere – ha detto in Aula -. Non si può continuare a buttare acqua in un cesto”. “Con l’emendamento approvato si salvano momentaneamente Riscossione Sicilia e Sviluppo Italia Sicilia – è invece l’opinione di Michele Cimino di Sicilia Futura -. Ora scattano i tempi supplementari dei novanta giorni in cui il governo Crocetta deve presentare una proposta tecnicamente seria e che come riforma rappresenti una vera opportunità per la Sicilia”.
Questa mattina, intanto l’Aula aveva approvato altre due norme. La discussione si è concentrata prevalentemente attorno all’articolo 7. La norma autorizza l’utilizzo di una quota del Fondo sanitario per il pagamento di un debito tra il Ministero dell’Economia e la Regione Siciliana dell’importo annuo di 127 milioni e 850 mila euro, acceso proprio per la spesa sanitaria. “Questi debiti, fino ad oggi a totale carico dei siciliani, adesso graveranno per il 50% (che è la quota della compartecipazione della Regione al fondo sanitario) sul bilancio dello Stato”, ha spiegato l’assessore Gucciardi.
Una norma “cardine” per la tenuta dell’intero impianto della manovra, come lo stesso governatore Crocetta ha ammesso. “Questo articolo, che va a gravare sul fondo sanitario, ci permette di risparmiare 72 milioni di euro all’anno sul debito sanitario con lo Stato. E se dovesse essere soppresso, salterebbe la Finanziaria”. A sollevare le polemiche le dichiarazioni del presidente della commissione Sanità, Giuseppe Digiacomo del Pd. Che ha sottolineato la “gravità di una norma con cui in Sicilia facciamo il contrario di ciò che si fa nel resto d’Italia. Non si possono prelevare somme dal fondo per pagare cose che con la sanità nulla hanno a che vedere”. Lo stesso Digiacomo, però, ha poi aggiustato il tiro. “Nessuno travisi le mie parole. Io ho detto che avrei votato favorevolmente all’articolo. Il mio intervento era un invito ad alzare la testa con Roma e a non utilizzare il fondo sanitario come un bancomat”. “L’approvazione dell’art 7 rappresenta un importante novità perché di fatto riduce la partecipazione finanziaria della Sicilia alle spese sanitarie – è l’opinione di Michele Cimino di Sicilia futura -. Grazie al piano di rientro attuato con grande sforzo, oggi ci si può omologare, in ordine ai costi, alle altre regioni”.
Critiche le opposizioni. Con Cappello del Movimento cinquestelle che ha parlato di “norma inaccettabile. Chi la vota si sottomette a Roma. E noi non possiamo consentirlo”. A fargli da eco il grillino Zito: “La sanità non può essere derubata”. “Non possiamo tagliare spese per il servizio sanitario”, è il pensiero espresso da Bernadette Grasso. Mi auguro che le opposizioni voteranno contro”.
Approvato, infine, l’articolo 6 relativo al cofinanziamento dei programmi comunitari e interventi per il settore agricolo-forestale. Ripartisce la spesa di 233 milioni di euro per il 2016 e di 25 milioni per il 2017 del Fondo di sviluppo e coesione. Le polemiche si sono concentrate sugli emendamenti al testo che la presidenza dell’Ars ha deciso non ammettere. Tra queste, soprattutto, quelle relative a Sviluppo Italia Sicilia. “Prendiamo atto che il governo vuole che questo ente chiuda”, ha detto Cordaro (Pid) in Aula. “Gli emendamenti stralciati dalla presidenza saranno inviati alle commissioni di merito e faranno parte di un disegno di legge autonomo che sarà esaminato dall’Ars separatamente”, ha chiarito il vice presidente Lupo prima di rinviare la seduta.
LA DIRETTA
19.32 La seduta finisce qui. L’Aula è rinviata a domani alle ore 15.
19.19 “Da cultore dell’autonomismo siciliano non ero per nulla convinto del fatto che Riscossione Sicilia potesse essere ceduta a Equitalia. Sarebbe stata una iattura per le imprese siciliane e per i contribuenti rapportarsi con una società che è già invisa a tanti per l’atteggiamento aggressivo usato talvolta solo contro la povera gente, gli esodati e le persone che perdono il lavoro e giammai contro i veri evasori. Ora però ci si preoccupi dei dipendenti di Riscossione Sicilia che in questi mesi hanno manifestato forte insofferenza”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Ars. “Con lo stesso spirito – aggiunge – abbiamo presentato un emendamento approvato dall’aula che prevede un sostegno economici di un milione e 200 mila euro a società partecipate, come Sviluppo Italia Sicilia, che guardano allo sviluppo e alla creazione di imprese”.
19.05 L’Aula è sospesa.
19.02 Riscossione Sicilia è salva. Approvato l’articolo 33 che, nelle more della presentazione di un piano organico di ridefinizione del sistema di riscossione, assegna 13 milioni e 900 mila euro per la ricapitalizzazone della società. Salva anche Sviluppo Italia Sicilia. Creato un fondo presso l’assessorato per l’Economia con una dotazione di un milione e 200 mila euro per il 2016.
18.57 Respinto l’emendamento soppressivo presentato da Giovanni Greco (Mpa).
18.53 Cambia l’atteggiamento di Forza Italia. Il vice capogruppo Figuccia ha annunciato che gli azzurri non voteranno contro, ma si asterranno.
18.50 Panepinto (Pd): “Non possiamo privarci di Riscossione Sicilia. Questa sera il parlamento non può che ricapitalizzare questa società, strumento fondamentale per mantenere e difendere la nostra autonomia. Ma occorre anche un atto di coraggio da parte del governo: si azzeri il management di Riscossione Sicilia”.
18.40 Assenza (FI): “Tutti vogliono salvaguardare i dipendenti di Riscossione Sicilia. Ma nessuno si è chiesto cosa gli stessi dipendenti pensano. E in una lettera dei rappresentati sindacali, questi lavoratori auspicano un passaggio a Equitalia”.
18.29 Musumeci: “Noi da anni diciamo che l’esperienza di questa società si debba dichiarare conclusa. Occorre una riforma di alto spessore, non solo finanziaria, ma soprattutto etica e morale. Appare patetico il tono allarmista di Crocetta che vede minacciato lo spirito dell’autonomia regionale se ci rivolgessimo a Equitalia. Il governatore è la persona meno adatta per rivendicare un’autonomia che ha reiteratamente calpestato. Riscossione Sicilia è una società da chiudere. Non si può continuare a buttare acqua in un cesto”.
18.18 Formica (Lista Musumeci): “Non c’è dubbio che Riscossione Sicilia sia una società amministrata in modo vergognoso, una società fallimentare, non all’altezza del suo ruolo. Ma non è l’unico fiore marcio della Sicilia”.
18.09 La Rocca Ruvolo (Udc): “Dopo due anni ci ritroviamo a discutere sempre degli stessi argomenti. E il mio timore è che l’anno prossimo saremo ancora qui a discutere degli stessi argomenti. Il parlamento deve essere chiaro sulle strategie da portare avanti. La politica del risparmio va fatta, ma non può gravare soltanto sulle spalle di lavoratori e contribuenti”.
18.02 Cani (Udc) respinge la proposta di Forza Italia di un passaggio a Equitalia: “Una ipotesi che non possiamo accettare. Le condizioni socio-economiche condizionano i numeri e spiegano le differenze tra le due società, questo non si deve dimenticare”.
18.00 Digiacinto (Pse): “La governance di Riscossione Sicilia si occupi di riscossione e non di altro”
17.55 Malafarina (Pse): “Pare che due membri del Cda di Riscossione Sicilia si siano dimessi. Chiedo che l’aula venga sospesa qualche minuto per conoscere la reazione dei deputati a questa notizia”. Con le dimissioni decadrebbe anche il terzo componente del Cda, il presidente Antonio Fiumefreddo.
17.51 Rinaldi (FI): “Il governo aggiunga un emendamento. Preveda che, se entro 90 giorni non si riuscisse a presentare un piano di ristrutturazione, allora Riscossione Sicilia sia posta in liquidazione”.
17.48 Lo Sciuto (Ncd): “Riscossione Sicilia va potenziata per non perdere la possibilità di riscuotere i nostri tributi”.
17.45 Oddo (Pse): “Abbiamo intrapreso un procedimento penale per difendere l’onorabilità di questo parlamento contro il management di Riscossione Sicilia. E questa non è una questione scindibile dall’argomento in discussione. Sarebbe bene che chi guida la sociatà, avvertendo questo disagio, decidesse di fare un passo indietro. Farebbe un favore alla Sicilia”.
17.35 Cascio (Sicilia futura): “La questione è politica. Non sono d’accordo a importare il modello Equitalia in Sicilia. Noi abbiamo la possibilità di riscuotere le nostre stesse tasse. Se non ne siamo capaci, allora dovremmo dimetterci tutti, come ha fatto Ferrandelli”.
17.25 Falcone (FI): “Nel 2015 in Italia sono stati riscossi 151 euro a cittadino. In Sicilia 91. Perché Riscossione Sicilia è in perdita di circa 18 milioni di euro annui, quando invece Equitalia consegue un utile di oltre 21 milioni? Dobbiamo continuare con il sistema dei ‘carrozzoni’? Finalmente c’è anche da parte del governo un tentativo, seppur timido, di razionalizzazione del sistema. Perché qui nessuno vuole la ‘testa’ di Fiumefreddo. Sarebbe un errore mandarlo a casa. Se però il governo non è capace di portare un serio piano industriale entro i prossimi 90 giorni, allora questa società va chiusa”.
17.15 Affondo di Lentini (Sicilia futura) su Antonio Fiumefreddo, a capo di Riscossione Sicilia: “In passato abbiamo ricapitalizzato la società per tre volte, e nessuno si è mai mostrato contrario. Adesso però nella gestione di Riscossione Sicilia sono stati fatti degli errori. Il problema vero, dunque, è la guida di Antonio Fiumefreddo”.
17.08 Alongi (Ncd): “Con la ricapitalizzazione di due milioni e mezzo, la società non potrà sopravvivere più di un mese. Dovremmo fare in modo che Riscossione possa sopravvivere almeno 90 giorni, quelli previsti perché il governo presenti un piano di ridefinizione del sistema. Sulla governance della società, poi, chiedo parole chiare da parte del governo per una guida che porti avanti un sistema di riscossione serio e reale”.
17.00 Cordaro (Pid): “Nessuno in quest’aula vuole uccidere Riscossione Sicilia. La vera domanda da fare è ‘chi ha avvelenato i pozzi’? Io credo che rispetto alla governance della società si sia creato un corto circuito istituzionale. A Crocetta passa la palla sulla possibilità o meno di recuperare questo corto circuito e permettere all’Aula di affrontare in maniera chiara il destino di Riscossione Sicilia”.
16.58 Aula sospesa per qualche minuto.
16.50 Crocetta insiste: “C’è il rischio di tornare alla Sicilia dei Salvo, dove i privati svolgevano i servizi di riscossione. E io non ci sto. Quello che chiediamo è una proroga che ci darà forza nei rapporti con Roma. E ci permetterebbe di studiare un piano di riorganizzazione. La bocciatura di questa norma segnerebbe la fine dell’autonomia siciliana”.
16.43 Ancora il governatore Crocetta: “Il trasferimento delle competenze di Riscossione Sicilia a Equitalia? Non si può fare con legge, perché Equitalia è un’azienda privata. Non si può disporre nulla, insomma, senza l’assenso di Equitalia. E inoltre, i debiti di Riscossione Sicilia, Equitalia se li addosserebbe? O finirebbero per ricadere sulle casse della Sicilia?”.
16.34 Crocetta: “Non ha senso dare un solo centesimo a Riscossione Sicilia se è una società che si vuol fare fallire. Dobbiamo essere onesti e chiari. La società ha delle perdite. Ma ha anche degli incassi. Non è una società che non produce nulla”.
16.27 Lombardo (Mpa): “Nella maggioranza c’è un ginepraio di posizioni su Riscossione Sicilia. Un ginepraio dal quale non si è venuti fuori. Occorre che il governo faccia chiarezza, che dica una volta per tutte che lo sforzo a cui questo Parlamento si appresta a dire ‘sì’, non sarà reso vano nei prossimi 90 giorni”.
16.16 Si riprende con l’articolo 33 su Riscossione Sicilia. La riscrittura della norma da parte del governo prevede un finanziamento in favore dell’ente di 11 milioni e 900 mila euro per il 2016 e di 23 milioni per il 2018 per la ristrutturazione dei debiti. L’articolo prevede, inoltre, l’obbligo per il governo di presentare, entro 90 giorni dall’approvazione della finanziaria, un piano organico di ridefinizione del sistema di riscossione. Nelle more, per assicurare la continuità dell’attività di Riscossione Sicilia, è previsto lo stanziamento di 2 milioni e mezzo di euro per la ricapitalizzazione della società guidata da Antonio Fiumefreddo.
16.14 Il presidente Ardizzone: “Con un po’ di buon senso, entro oggi approveremo la finanziaria. Altrimenti rinvieremo i lavori a domani pomeriggio”.
16.13 L’Aula riprende
16.05 Tornano all’approvazione degli articoli 8 e 28 della finanziaria, durante la seduta di ieri, Giuseppe Laccoto e Filippo Panarello del Pd. “Il buon lavoro di queste settimane, portato avanti in sinergia con il governo regionale, ha permesso una soluzione positiva alla vicenda dei contrattisti dei comuni in dissesto. Dopo la norma nazionale che, su iniziativa dei parlamentari del Pd, ha consentito la proroga anche ai contrattisti dei comuni in dissesto – aggiungono Laccoto e Panarello -, il governo nazionale con la finanziaria ha stanziato i fondi necessari per consentire la continuità lavorativa. I comuni in dissesto, infatti, per poter prorogare i contratti devono ricevere dalla Regione il 100 per cento del contributo, a differenza degli altri comuni per i quali il contributo è del 60 per cento”.
15.55 “Non si può pensare di salvare o meno l’ente di riscossione siciliano a secondo dell’indice di gradimento che il suo presidente riscuote. Qui stiamo parlando di un problema strutturale di un ente il cui presidente non dura in eterno, serve pertanto un approccio strategico”. Lo dice il presidente della Regione Rosario Crocetta parlando con i giornalisti a margine dell’Aula sulle sorti di Riscossione Sicilia. Il governo ha presentato alla finanziaria un emendamento che ne risolleva le sorti da un default ormai prossimo con 11 milioni e 900 mila euro per il 2016 e con 23 milioni per il 2018. Previsto anche il budget per la ricapitalizzazione con 2 milioni e mezzo a partire da quest’anno. Su questa norma si annuncia un forte scontro in Aula, anche per via delle vicende che hanno visto coinvolto il suo presidente Antonio Fiumefreddo che aveva mesi fa pubblicato una lista di parlamentari morosi. Già annunciato il fuoco di sbarramento del M5s e FI che privilegia l’ipotesi di affidare i servizi ad Equitalia. Per Crocetta “l’ipotesi di bocciatura dell’articolo che salva Riscossione metterebbe in campo non l’arrivo di Equitalia, bensì il ripristino di vecchi business in Sicilia. C’è in atto un disegno strategico per privatizzare i servizi di informatica, vedi quello che è successo con Sicilia- e Servizi, e delle tasse. Si tornerebbe alla Sicilia dei Salvo”.
15.48 Forza Italia si prepara alla discussione dell’articolo 33. “Prendiamo atto che il presidente Crocetta e il suo governo si stiano avvicinando alle posizioni di Forza Italia su Riscossione Sicilia, il sistema di riscossione sulla nostra Isola va infatti debitamente riqualificato, razionalizzato – afferma il capogruppo degli azzurri Marco Falcone -. È assurdo pensare che la più importante partecipata siciliana possa generare circa 18 milioni di euro di perdite annue, quando invece Equitalia consegue un utile di oltre 21 milioni. La nostra è una posizione che vuole essere di prospettiva e di buon senso – conclude -. Un sistema di riscossione virtuoso deve essere una risorsa non un peso per le casse pubbliche”.
15.42 A breve riprenderà l’Aula.
Nel giorno che dovrebbe portare al via libera definitivo della manovra, la finanziaria continua ad andare avanti a piccoli passi. Solo due le norme approvate questa mattina. Lunghissimo il dibattito che si è sviluppato attorno all’articolo 7. La norma autorizza l’utilizzo di una quota del Fondo sanitario per il pagamento di un debito tra il Ministero dell’Economia e la Regione Siciliana dell’importo annuo di 127 milioni e 850 mila euro, acceso proprio per la spesa sanitaria. “Questi debiti, fino ad oggi a totale carico dei siciliani, adesso graveranno per il 50% (che è la quota della compartecipazione della Regione al fondo sanitario) sul bilancio dello Stato”, ha spiegato l’assessore Gucciardi.
Una norma “cardine” per la tenuta dell’intero impianto della manovra, come lo stesso governatore Crocetta ha ammesso. “Questo articolo, che va a gravare sul fondo sanitario, ci permette di risparmiare 72 milioni di euro all’anno sul debito sanitario con lo Stato. E se dovesse essere soppresso, salterebbe la Finanziaria”. A sollevare le polemiche le dichiarazioni del presidente della commissione Sanità, Giuseppe Digiacomo del Pd. Che ha sottolineato la “gravità di una norma con cui in Sicilia facciamo il contrario di ciò che si fa nel resto d’Italia. Non si possono prelevare somme dal fondo per pagare cose che con la sanità nulla hanno a che vedere”. Lo stesso Digiacomo, però, ha poi aggiustato il tiro. “Nessuno travisi le mie parole. Io ho detto che avrei votato favorevolmente all’articolo. Il mio intervento era un invito ad alzare la testa con Roma e a non utilizzare il fondo sanitario come un bancomat”. “L’approvazione dell’art 7 rappresenta un importante novità perché di fatto riduce la partecipazione finanziaria della Sicilia alle spese sanitarie – è l’opinione di Michele Cimino di Sicilia futura -. Grazie al piano di rientro attuato con grande sforzo, oggi ci si può omologare, in ordine ai costi, alle altre regioni”.
Critiche le opposizioni. Con Cappello del Movimento cinquestelle che ha parlato di “norma inaccettabile. Chi la vota si sottomette a Roma. E noi non possiamo consentirlo”. A fargli da eco il grillino Zito: “La sanità non può essere derubata”. “Non possiamo tagliare spese per il servizio sanitario”, è il pensiero espresso da Bernadette Grasso. Mi auguro che le opposizioni voteranno contro”.
Approvato, infine, l’articolo 6 relativo al cofinanziamento dei programmi comunitari e interventi per il settore agricolo-forestale. Ripartisce la spesa di 233 milioni di euro per il 2016 e di 25 milioni per il 2017 del Fondo di sviluppo e coesione. Le polemiche si sono concentrate sugli emendamenti al testo che la presidenza dell’Ars ha deciso non ammettere. Tra queste, soprattutto, quelle relative a Sviluppo Italia Sicilia. “Prendiamo atto che il governo vuole che questo ente chiuda”, ha detto Cordaro (Pid) in Aula. “Gli emendamenti stralciati dalla presidenza saranno inviati alle commissioni di merito e faranno parte di un disegno di legge autonomo che sarà esaminato dall’Ars separatamente”, ha chiarito il vice presidente Lupo prima di rinviare la seduta.
LA DIRETTA
14.33 Approvato l’articolo 6 relativo al cofinanziamento dei programmi comunitari e interventi per il settore agricolo-forestale. Ripartisce la spesa di 233 milioni di euro per il 2016 e di 25 milioni per il 2017 del Fondo di sviluppo e coesione. L’Aula è sospesa.
14.31 Il presidente Lupo: “Gli emendamenti stralciati dalla presidenza saranno inviati alle commissioni di merito e faranno parte di un disegno di legge autonomo che sarà esaminato dall’Ars separatamente”.
14.12 La discussione si concentra sulla possibilità di reinserire alcune previsioni stralciate dalla presidenza dell’Ars. Tra queste, le norme relative a Sviluppo Italia Sicilia e ad altri enti coinvolti nella programmazione della spesa dei fondi europei.
13.58 Cascio (Sicilia futura): “Invito il governo a preparare un maxi emendamento con le norme che hanno superato il parere delle commissioni. Tutte le altre previsioni saranno discusse a parte, in un disegno di legge separato”.
13.54 Il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, chiede un nuovo accantonamento.
13.42 Sala d’Ercole torna all’esame dell’articolo 6 sui cofinanziamenti dei programmi europei.
13.41 L’articolo 7 è approvato. Autorizza per il 2016 l’utilizzo di una quota del Fondo sanitario per il pagamento di un debito tra il Ministero dell’Economia e la Regione Siciliana dell’importo annuo di 127 milioni e 850 mila euro. Debito riguardante un prestito in materia sanitaria.
13.40 Si passa alla votazione dell’articolo. Non passa la richiesta di voto segreto.
13.30 L’assessore alla Sanità Guicciardi: “È cambiato il rapporto con lo Stato. Non siamo più la Sicilia ‘stracciona’, che va a Roma con il cappello in mano. Abbiamo intrapreso un rapporto virtuoso. E perciò pretendiamo rispetto. Ecco il perché di questo articolo. Stiamo incassando noi per la prima volta qualcosa dallo Stato. Questi debiti, fino ad oggi a totale carico dei siciliani, adesso graveranno per il 50% (che è la quota della compartecipazione della Regione al fondo sanitario) sul bilancio dello Stato”.
13.20 Interviene nuovamente il presidente della commissione Sanità Digiacomo: “Nessuno travisi le mie parole. Io ho detto che avrei votato favorevolmente all’articolo. Il mio intervento era un invito ad alzare la testa con Roma e a non utilizzare il fondo sanitario come un bancomat. Ho dato voce a ciò che tutta l’Aula pensa”.
13.14 Greco (Mpa): “Mantengo il mio emendamento soppressivo e chiedo il voto segreto. Se cade questo articolo ce ne andiamo a casa? Non ho paura”.
13.06 Rinaldi (FI): “Se la maggioranza ha dei problemi al suo interno, non può chiedere all’opposizione di votare a favore dell’articolo per risolvere i suoi problemi. Se non ha i numeri, ne prenda atto e vada a casa”.
12.55 Interviene il governatore Crocetta: “Questo articolo, che va a gravare sul fondo sanitario, ci permette di risparmiare 72 milioni di euro all’anno sul debito sanitario con lo Stato. Se questo articolo dovesse essere soppresso, salta la Finanziaria”.
12.37 Picciolo (Sicilia futura): “Sulla sanità deve essere fatto molto. Ma non è bocciando questo articolo che la situazione potrà migliorare. Questa è una norma cardine, un atto dovuto su cui si poggia buona parte del bilancio della Regione”.
12.25 Formica (Lista Musumeci): “Il governo fa pagare le proprie incapacità ai siciliani. E non ci possiamo aspettare che il ‘proconsole’ di Roma in Sicilia batta un colpo contro chi lo ha mandato. Il governo avrebbe dovuto pretendere da Roma un punto alla compartecipazione alla spesa sanitaria”.
12.22 Grasso (Grande sud): “Non possiamo tagliare spese per il servizio sanitario. Mi auguro che le opposizioni voteranno contro”.
12.15 Lentini (Sicilia futura): “Una buona norma, a partire dalla quale possiamo chiedere allo Stato che ci venga in aiuto e di riportare la compartecipazione alla spesa sanitaria con i parametri delle altre Regioni”.
12.06 Cappello (M5s): “Norma inaccettabile. Chi la vota si sottomette a Roma. E noi non possiamo consentirlo”. D’accordo il grillino Zito: “La sanità non può essere derubata”.
12.02 Cimino (Sicilia futura): “Questa norma dà una risposta forte, ci permette di non andare a Roma con il cappello in mano, ma con i sacrifici fatti per un piano di rientro serio che ha impedito il commissariamento della Sicilia”.
11.57 Si scaglia contro l’articolo 7 il presidente della commissione Sanità Digiacomo (Pd) che sottolinea la “gravità di una norma con cui in Sicilia facciamo il contrario di ciò che si fa nel resto d’Italia. Non si possono prelevare somme dal fondo per pagare cose che con la sanità nulla hanno a che vedere”.
11.55 Milazzo (FI): “Una finanziaria che si fonda sul nulla, con cui si è deciso di non decidere”.
11.50 Sala d’Ercole passa all’esame dell’articolo 7. Autorizza per il 2016 l’utilizzo di una quota del Fondo sanitario per il finanziamento di un prestito sottoscritto tra il Ministero dell’Economia e la Regione siciliana dell’importo annuo di 127 milioni e 850 mila euro.
11.47 Subito un accantonamento per l’articolo 6 sui cofinanziamenti dei programmi europei. Si attende una riscrittura della norma da parte del governo.
11.45 Inizia la seduta
Sette articoli, più quattro norme tecniche, mancano al via libera alla legge di stabilità che dovrà arrivare entro oggi. Due le norme sulla quali all’Ars si annuncia “battaglia”. A cominciare dalla “Tabella H”, che prevede finanziamenti per enti, associazioni, fondazioni e iniziative culturali. Sulla quale, per la verità, il dibattito è iniziato ancor prima che la finanziaria approdasse a Sala d’Ercole. Il presidente Ardizzone ha “bocciato” la norma, sottolineando il contrasto col deliberato che prevede un bando generalizzato per l’assegnazione delle risorse e con le decisioni assunte in passato dalla Corte dei Conti e dall’ufficio dell’ex commissario dello Stato con le sue impegnative. Una norma che il governo ha comunque riproposto nel testo della finanziaria in una versione più “leggera” rispetto a quella cassata dalla presidenza dell’Ars.
Clima ancora più pesante su Riscossione Sicilia. Dopo la stangata dei giorni scorsi su Sicilia e-servizi (l’Aula ha approvato una norma con la quale ha tolto, di fatto, il “monopolio” sulla gestione dei servizi informatici alla società guidata da Antonio Ingroia), molti deputati si sono scagliati contro il contributo di 17 milioni di euro previsti per la società guidata da Antonio Fiumefreddo. Il governatore Crocetta ha incontrato i capigruppo per cercare di calmare le acque e cercare di trovare un accordo. Oggi in Aula sarà il momento della verità.
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29 Febbraio 2016, 11:45