Politica

Finanziaria, i contributi ‘a pioggia’: la norma per i controlli sulle spese

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02 Gennaio 2025, 09:55

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PALERMO – Parrocchie, fondazioni e Comuni siciliani hanno fatto incetta di contributi nell’ultima Finanziaria regionale, ma nella selva di norme approvate dall’Ars ce n’è una che prova a mettere un argine all’utilizzo dei fondi pubblici senza regole. È l’articolo, inserito nel maxi-emendamento finale del governo redatto dall’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, al quale ha contribuito anche il coordinatore regionale del Movimento cinque stelle Nuccio Di Paola.

Verifiche sui contributi regionali

La norma prevede un controllo ‘ex post’ sulle attività di chi riceve un contributo regionale. L’articolo, che si rifà alla Finanziaria del 2010 e che è stato approvato in una Sala d’Ercole ancora ‘scottata’ dal caso Auteri, esonera da queste verifiche soltanto i Comuni.

In base alla legge regionale di riferimento, tutti gli altri “soggetti privati e pubblici” che hanno ottenuto erogazioni “a qualunque titolo” dalla Regione Siciliana dovranno sottostare ad un monitoraggio. Un controllo affidato all’assessorato che eroga il finanziamento e che, almeno sulla carta, dovrebbe essere strettissimo.

Di Paola: “Passo avanti per la trasparenza”

“Grazie all’azione del M5s in questa Finanziaria non hanno trovato spazio leggi che erogano contributi diretti ad associazioni”, dice Di Paola. “Un importante passo avanti che aggiunge trasparenza e oggettività ai contributi che vengono erogati con fondi pubblici – aggiunge il coordinatore regionale del Movimento cinque stelle -. All’azione di denuncia accompagniamo anche mosse incisive”.

Bilanci e rendicontazioni, cosa prevede la norma

I beneficiari dovranno fornire prima di tutto “relazione dettagliata” relativa alla struttura dell’ente, al numero di personale occupato e degli organi di amministrazione, compreso “un elenco dettagliato delle spese di gestione del triennio precedente”.

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Tra i documenti previsti anche l’elenco di tutte le entrate e dei finanziamenti già ottenuti “a qualsiasi titolo”, con la specifica delle finalità per le quali è stato ottenuto il contributo regionale. Bisognerà presentare anche il bilancio degli ultimi tre anni e una relazione sull’attività per la quale è stato richiesto il finanziamento. Questo affinché si possa formulare un “giudizio analitico sulla congruità della spesa”.

L’ultimo step è quello che, almeno in teoria, dovrebbe essere decisivo per scongiurare utilizzi impropri dei contributi. Nel caso in cui l’assessorato che ha erogato il finanziamento, nell’ambito dell’attività di vigilanza e controllo sulla spesa, “accerti che il denaro concesso “non sia stato utilizzato per gli scopi preventivati, o che il programma a suo tempo previsto non sia stato realizzato”, procederà alla revoca parziale o totale del contributo, con recupero di quanto eventualmente già erogato.

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02 Gennaio 2025, 09:55

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