08 Luglio 2015, 16:36
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PALERMO – Il governatore ha gettato la maschera. Vuole tenersi stretta la Sanità siciliana. Nonostante l’addio polemico di Lucia Borsellino, giunto sei giorni fa, sia legato all’inchiesta che ha travolto il suo medico personale e un manager amico. Nonostante il richiamo alle motivazioni di ordine “etico e morale” sottolineati dall’assessore dimissionario. Nonostante il mancato chiarimento, richiesto a gran voce anche dal suo partito. Così, il presidente della Regione ha finito di fingere. Da sei giorni ha preso possesso dell’assessorato sul quale si stanno concentrando le indagini della Procura. E non ha nessuna intenzione di mollarlo. “La commissione Salute all’Ars – si legge in un comunicato del presidente Digiacomo – ha chiesto al governatore di rimanere alla guida della Sanità siciliana. E lui ha accolto di buon grado questo onore”.
Così, la vicenda dell’interim alla Sanità altro non è che la nuova puntata di una recita. Un nuovo bluff. La nuova bugia, nascosta anche all’interno del decreto col quale il presidente della Regione ha ufficialmente nominato i componenti del cosiddetto comitato dei saggi che dovrà assisterlo. Dovrebbero essere loro, stando alle dichiarazioni del governatore, a consentire il “traghettamento” verso la scelta del nuovo assessore. Che rischia di non arrivare mai.
Della composizione del comitato abbiamo detto già. Anzi, ai possibili “conflitti d’interesse” legati ad esempio alla presenza nel gruppo di due direttori generali di aziende che potrebbero beneficiare delle decisioni dell’assessorato, oggi si può aggiungere qualcos’altro. Intanto, la presenza in qualità di veri e propri componenti, dei due dirigenti generali della Sanità: Gaetano Chiaro e Ignazio Tozzo. A quest’ultimo, in occasione dell’ultima giunta di governo, tra l’altro, è stato rinnovato l’incarico per altri tre anni. La presenza dei due capidipartimento è una novità, visto che nelle intenzioni iniziali di Crocetta, messe nero su bianco in una nota diffusa alla stampa, questi avrebbero dovuto fungere da “segretari”, una semplice attività di supporto. E invece parteciperanno attivamente all’attività del comitato. Un controsenso evidente, viste le funzioni che questo dovrà svolgere.
E la “natura” del comitato è desumibile appunto dal decreto, firmato ieri dal presidente della Regione in qualità di assessore alla Salute. Si tratta, spiega l’atto firmato da Crocetta, di un “Comitato consultivo di supporto al presidente nella qualità di assessore regionale alla Salute”. E qui ecco il primo dubbio. Il comitato sarà quindi “alle dipendenze” del governatore “nella qualità” di assessore. Una scelta che si traduce in un fatto quasi automatico. Nel momento in cui Crocetta dovesse “mollare” l’interim, il comitato non avrebbe più ragione di stare in piedi.
Così, ecco svelato il bluff. Quel comitato altro non è che la prova della volontà del governatore di tenere a lungo le mani sulla Sanità, nonostante l’addio di Lucia Borsellino sia legato anche a questioni che investono il governo – e lo stesso Crocetta – da un punto di vista “morale ed etico”. Il comitato, così, torna buono come “foglia di fico” per giustificare l’operato del presidente in un settore dal quale, visti gli ultimi fatti di cronaca, sarebbe più opportuno restare lontani. Una inopportunità segnalata ad esempio anche dal sindacato dei medici ospedalieri Cimo, il primo a segnalare, in tempi non sospetti, il caso Villa Sofia: “Il presidente Crocetta, per motivi di opportunità e sensibilità, – dichiara il Cimo – avrebbe dovuto prendere le distanze dalla gestione della sanità in questo momento, ed invece rilancia con un gruppo di ‘saggi’ che riferiranno a lui in fase di programmazione”.
E l’ipotesi di un comitato assolutamente inutile, nuovo alibi per gestire con un arbitrio travestito da collegialità la Sanità siciliana, si rafforza scorrendo il contenuto del decreto di nomina. Il Comitato, infatti, dovrà supportare le “attività di programmazione del presidente nella qualità di assessore”. Attività di programmazione. Niente a che vedere, quindi, con la gestione dell’assessorato. Una decisione che appare quantomeno “originale”, considerato il fatto che l’assessorato dispone proprio di un dipartimento per la programmazione strategica, attualmente nelle mani di Gaetano Chiaro. La qualità di “comitato consultivo”, poi, svela la vera natura di un pool che non avrà alcun potere. Potrà essere sentito solo quando il presidente ne avrà bisogno (in linea teorica potrebbe anche non accadere mai), e potrebbe finire per occuparsi di temi – la programmazione investe, ad esempio, la distribuzione dei posti letto – che aprirebbero un evidente conflitto di interessi con i due attuali direttori generali delle Aziende sanitaria (Antonio Candela e Marco Restuccia) e col direttore dell’Ismett Bruno Gridelli.
“Nessuno dei politici siciliani si accorge – insiste il sindacato Cimo – del conflitto d’interessi che questi nominati ‘saggi’, per il ruolo che ricoprono in sanità, portano con se’. L’Ismett come le Asp sono soggetti controllati dall’assessorato. I rispettivi direttori generali vanno a contrattare la programmazione con l’assessorato. Insomma si tratta di soggetti controllati e controllori, o meglio sarebbe, controllati e suggeritori? Certo anche tra i dirigenti – aggiunge il sindacato – non si può sottacere come un avvocato (Ignazio Tozzo, ndr) diriga l’organo tecnico sanitario dell’assessorato, l’ispettorato alla sanità, ed è lo stesso che, da commissario di Villa Sofia Cervello conservò nel cassetto la nota del Miur che dichiarava Tutino privo dei titoli di legge. Adesso a scadenza di contratto si è visto rinnovare ancora per tre anni il contratto. Senso di opportunità avrebbe voluto altro da parte del governo regionale”.
Insomma, uno “specchietto per le allodole”, ma anche un ricettacolo di possibili conflitti di interesse. Buono per tenersi stretto un settore rimasto senza guida anche per questioni di natura “morale ed etica” che investono lo stesso governatore. E il mantenimento di Crocetta al vertice della Sanità finisce per rientrare anche in un gioco politico, legato alle fibrillazioni del governo regionale. E oggi i deputati di Palazzo dei Normanni hanno anche chiesto al governatore di restare al suo posto. “Nel segno della continuità con il grande lavoro di risanamento fatto nel corso degli ultimi anni, – ha dichiarato infatti il presidente della Commissione Salute Pippo Digiacomo – appare indispensabile che la delega alla sanità permanga ad interim nelle mani del Presidente della Regione. Una scelta necessaria che garantisce la prosecuzione dell’azione di governo almeno fino al raggiungimento degli obiettivi chiave già calendarizzati. E’ indispensabile concludere l’iter delle riforme che hanno consentito alla sanità siciliana di rientrare nei parametri ministeriali – continua Digiacomo – Restano ancora traguardi di notevole importanza, dall’approvazione delle linee guida per le nuove piante organiche a quelle per gli atti aziendali, fino all’annunciata espressione di parere sul decreto di integrazione sociosanitaria, e non ultimo lo sblocco delle procedure concorsuali. Oggi la commissione – conclude – ha chiesto che lo stesso presidente Crocetta porti a compimento il lavoro già avviato. Il presidente della Regione ha accolto di buon grado quest’onore per scongiurare l’implosione dell’intero sistema sanitario regionale”. Insomma, i politici hanno chiesto a Crocetta di restare su quella poltrona su cui siede già da sei giorni. E il governatore ha accolto l’invito di buon grado. Mettendo “ufficialmente” le mani sulla Sanità siciliana.
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