Finta rapina a un tir, due arresti | Tra loro anche un agente di polizia penitenziaria

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19 Marzo 2014, 20:17

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NISCEMI (CALTANISSETTA) – Una busta con 43mila euro e una finta rapina. Non ci hanno messo molto i carabinieri della stazione di Niscemi, coordinati dal maggiore Valerio Marra, a capire che un autotrasportatore ennese e un agente penitenziario di Niscemi erano in realtà complici di una farsa architettata allo scopo di recuperare una grossa somma: 28mila euro in contanti e 15mila in assegni. in manette sono finiti Giuseppe Salvaggio, 40 anni, e Salvatore Cantaro, 30, guardia giurata in servizio a Milano ma residente a Niscemi.

 A tradire i loro piani sono state proprio le dichiarazioni rese ai militari all’indomani della finta rapina, da Salvaggio. Dichiarazioni che presentavano molti punti oscuri. L’uomo infatti ha raccontato di essere stato rapinato mentre percorreva la statale 417, all’altezza della zona industriale di Caltagirone. Dopo essere stato bloccato a bordo del suo tir da un individuo che, armato di fucile e col passamontagna, gli ha sbarrato la strada – ha raccontato – l’uomo è stato costretto a far scendere dal mezzo il compagno di viaggio, un niscemese di 28 anni, per poi essere stato obbligato a proseguire per altri chilometri. Sotto la minaccia del fucile, il rapinatore, si sarebbe fatto consegnare una busta sigillata e 700 euro in contanti, per poi sparire a piedi nella campagne circostanti. Di lui, poi nessuna traccia. Mentre l’autista tornava indietro a recuperare l’amico che viaggiava con lui.

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Una versione che non ha convinto gli inquirenti, che hanno successivamente scoperto il contenuto della busta e concentrato le indagini proprio su Salvaggio. I carabinieri hanno ricostruito gli incessanti movimenti e successivamente la relazione di parentela con Salvatore Cantaro, suo cognato, agente di polizia penitenziaria. I carabinieri hanno perciò intuito che quanto raccontato da Salvaggio era solo la farsa di una rapina e hanno ricostruito la verità dei fatti: il camion, dopo aver raccolto la preziosa busta a Latina, ha fatto ritorno in Sicilia con alla guida Giuseppe Salvaggio, che evidentemente ben conosceva il contenuto del plico. Arrivato nella zona industriale di Caltagirone, l’autotreno si è fermato per far salire a bordo il finto rapinatore travisato e armato di fucile, che altro non era che il cognato Cantaro. Resta da capire da dove quella somma provenisse o a cosa fosse destinata. I due sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Caltagirone su ordine del gip.

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19 Marzo 2014, 20:17

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