07 Gennaio 2010, 11:26
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A Termini Imerese si deve continuare a costruire auto della Fiat. E’ questa la linea uscita dal coordinamento nazionale della Fiom-Cgil, riunito nella cittadina siciliana, simbolo di un piano industriale, quello della casa torinese, che agli operai non piace proprio. Così il primo passo non può che essere uno sciopero generale che coinvolge gli oltre 80 mila lavoratori della Fiat in tutta Italia e che deve attuarsi entro un mese. Nel contempo viene chiesto al governo Berlusconi, di convocare il tavolo fra le parti.
La partita è lunga e non c’è unità sindacale. I rami metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil si incontreranno la prossima settimana, ma vengono fuori già i distinguo. Dopo un coro di ‘no’, la Uilm spezza una lancia a favore dell’imprenditore di origini siciliane, Simone Cimino, e la sua proposta di una cordata siciliana che rilevi lo stabilimento termitano. “Rimaniamo sempre convinti della bontà riguardante la capacità produttiva dello stabilimento e non abbiamo abbandonato la nostra battaglia nei confronti della casa torinese tendente a far riconsiderare al Gruppo automobilistico la posizione espressa sul sito siciliano nel corso della presentazione del piano industriale avvenuta lo scorso 22 dicembre – ha detto segretario generale Antonino Regazzi – In ogni caso – però – siamo disponibili a verificare eventuali novità su altri acquirenti possibili che vogliano mantenere ‘mission’ produttiva dello stabilimento in provincia”.
Contrari a riconversioni e a cordate nostrane sono proprio i vertici della Fiom che oggi hanno annunciato che denunceranno la casa torinese per condotta antisindacale e che hanno seccamente dichiarato: “Non esistono alternative”.
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07 Gennaio 2010, 11:26