Firme false, tre nuovi indagati| Il silenzio dei deputati Cinquestelle

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28 Novembre 2016, 15:09

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PALERMO – “Ha risposto ai pm?”, “non si sente in dovere di dire qualcosa ai suoi elettori?”, “tralasciando il piano giudiziario, almeno su quello politico?”. Inutile incalzare con le domande Riccardo Nuti al termine dell’interrogatorio al Palazzo di giustizia di Palermo. Dal deputato nazionale Cinquestelle solo silenzi. Neppure un cenno, un saluto.

Nuti trascorre venti minuti nella stanza del procuratore aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto Claudia Ferrari. Giusto il tempo di avvalersi della facoltà di non rispondere. Stessa cosa aveva fatto, prima di lui, l’altro deputato nazionale convocato dai pm, Claudia Mannino. Una linea inaugurata sabato da Samanta Busalacchi (la scheda).

Entrambi vanno oltre i silenzi, consentiti dal codice, non si sottopongono al saggio grafico per stabilire se parteciparono o meno alla ricopiatura delle firme sulla lista per le elezioni amministrative del 2012. Nuti (la scheda) era il candidato a sindaco di Palermo.

Sono i silenzi, dunque, a caratterizzare la mattinata dei Cinquestelle in Procura. Una mattinata che riserva nuovi colpi di scena. Per prima cosa si apprende che anche il deputato regionale Giorgio Ciaccio ha scelto la strada della confessione tracciata dalla collega Claudia La Rocca. Sono gli unici due che non solo hanno ammesso le loro responsabilità, ma si sono anche autosospese dal Movimento.

Mannino (la scheda) si presenta al secondo piano del Palazzo di giustizia con il marito Pietro Salvino, ed è un altro indagato. La lista delle persone sotto inchiesta sale a undici nominativi che presto si scopre essere tredici. Nell’elenco figurano, infatti, anche il deputato nazionale Giulia Di Vita (la scheda) e Riccardo Ricciardi, attivista e marito di un altro onorevole non indagato, Loredana Lupo. Ricciardi era il delegato di lista e cioè colui che materialmente presentò l’elenco delle firme per le candidature al Tribunale di Palermo. Ad accoglierlo allora c’era il cancelliere Giovanni Scarpello.

Erano tutti presenti, secondo l’accusa, la sera della ricopiatura delle firme nell’ufficio di via Sampolo, a Palermo. Così come i candidati alle amministrative Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito. Risulterebbe anche la presenza di Alice Pantaleone (la scheda), anche se l’indagata, l’unica finora ad avere risposto ai magistrati, ha detto che lei quella sera non c’era.

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Le prossime tappe dell’inchiesta saranno gli interrogatori di Di Vita e Ricciardi. Sul pianto politico si attendono le decisioni romane.

*Aggiornamento ore 16.19
Giovanni Scarpello, cancelliere del tribunale di Palermo coinvolto nell’inchiesta per le firme false alla lista grillina delle comunali di Palermo del 2012, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio davanti ai Pm. Stessa scelta avevano fatto, oggi, i deputati nazionali Riccardo Nuti e Claudia Mannino e il marito di quest’ultima Pietro Salvino. In silenzio, davanti ai pm, anche un altro indagato, Francesco Menallo. In tutto gli indagati dalla procura di Palermo sono 13.

La cronaca della giornata al palazzo di giustizia di Palermo

 

 

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28 Novembre 2016, 15:09

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